Dal coaching al tutoring

Esperienza di Tutoring a un dirigente. Oggetto di presentazione al Convegno "Solidarietà, Tutoring e Volontariato", a cura di Federmanager Vicenza, presso CUOA (Centro Universitario di Organizzazione Aziendale). Altavilla Vicentina, 25 febbraio 2017.

Jacopo Parini

Tutor e Socio ALDAI-Federmanager

Negli ultimi tre anni ho fornito il servizio di Tutoring ad una dozzina di colleghi, alcuni in servizio e con problematiche di vario tipo, altri che avevano perso da poco il lavoro. Devo dire subito che tutti sono stati per me una fonte, oltre che di apprendimento, anche di grande gratificazione!
Oggi vorrei raccontarvi della mia ultima recente esperienza come Tutor del collega Antonio, Direttore di stabilimento di una multinazionale, che aveva perso il lavoro nel settembre 2016 a causa di una profonda riorganizzazione aziendale decisa dalla Corporate. 

E' il caso che ho recentemente presentato al convegno "Solidarietà, Tutoring e Volontariato" di Federmanager Vicenza e commentato nell'articolo disponibile cliccando il titolo del convegno o leggendo la rivista VIcenzaPiù  all'indirizzo http://www.vicenzapiu.com/tags/progetto-tutoring

Antonio aveva, dunque, immediatamente contattato il Servizio Sindacale ALDAI ed anche una organizzazione di Outplacement per ottenere consulenza su come procedere. In novembre ha inoltre preso contatto con il Servizio Tutoring ALDAI, per usufruire eventualmente anche del nostro supporto. 
Vorrei precisare che il Servizio Tutoring si basa sull’utilizzo della metodologia di Coaching secondo ICF (International Coach Federation), appresa durante gli specifici corsi di In Coach Academy di Roberto Ferrario, unita alla nostra esperienza di manager “senior”, forniti cioè di esperienze personali diversificate, acquisite in lunghi anni di servizio nelle più differenti realtà produttive, dalle multinazionali alle padronali, grandi, medie e piccole aziende. Noi Tutor siamo stati tutti dirigenti delle più diverse funzioni, come per esempio direttori commerciali, direttori generali, di risorse umane, di sviluppo prodotto, di marketing e così via. Per questo motivo la nostra competenza di Coach si può arricchire della capacità di entrare più velocemente e stabilmente in empatia con il collega Coachee, grazie al lessico comune ed alle esperienze simili vissute nelle più svariate situazioni. E l’empatia, si sa, è condizione fondamentale ed indispensabile per creare la partnership con il Coachee. Questo principio, insieme con l’utilizzo delle “domande potenti” al fine di far emergere e ristrutturare le convinzioni limitanti nonché stimolare la creatività e responsabilizzare il Coachee, l'accurata definizione di un obiettivo utile a risolvere il problema del collega e la pianificazione delle attività per raggiungerlo, contraddistinguono in sintesi il Coaching di Scuola ICF.
Così, nella nostra realtà ALDAI, il Coach diventa Tutor e il Coachee diventa Tutoree. Ma torniamo al nostro caso.
Antonio ed io ci siamo incontrati per la prima Sessione all’inizio di dicembre 2016 ed abbiamo concluso il lavoro a fine gennaio 2017: quattro sole Sessioni, ciascuna della durata di un’ora e mezza circa, in due mesi, a cavallo delle feste di fine anno. 
Antonio ha fornito la sua autorizzazione per la registrazione audio delle Sessioni, strumento utile a riportare fedelmente, nel briefing redatto dopo ogni Sessione, quanto ci siamo detti. A dicembre Antonio ha poi deciso di non formalizzare l’outplacement che aveva contattato in autunno. 

Sessione 1

Nella Sessione 1, come previsto dal Manuale ICF, ci si presenta con le storie personali, si descrivono i rispettivi ruoli di Tutor e Tutoree e si leggono e firmano Codice Etico/Privacy e Manleva. 
Ad un certo punto chiedo al collega di raccontarmi il motivo per cui si è rivolto a noi, ed egli mi descrive le complesse vicissitudini accadute nell’ultimo anno in azienda. E poi aggiunge:“… finché una di queste…, di questi cambi non hanno riguardato me, nel senso che…”.
E qui Antonio riferisce le parole che uno dei suoi capi della Corporate gli aveva rivolto appunto alla fine di settembre 2016: 
”… allora qui, guarda, le cose stan cambiando al livello europeo, il tuo ruolo… ci sono… stan bollendo in pentola dei grossi cambiamenti al livello della struttura europea… il tuo ruolo non… probabilmente ci sarà un solo capo della produzione per l’Europa… tu quindi… tu adesso…”.
Antonio prosegue con voce accorata, commentando avvilito: “… mah… speravo che poi la cosa non arrivasse alle conseguenze estreme, cioè al licenziamento, che invece si è… ma, non so, la mia impressione è che… o, appunto, c’è un disegno… sì, cioè, proprio di ridurre i dirigenti…”
Certamente, nella crudezza dell’audio, è palpabile il disagio del collega nel raccontare questa sua tremenda esperienza, che era evidentemente in grado di condizionarlo così tanto.
Abbiamo approfondito questo aspetto con numerose “domande potenti” al fine di far emergere quelle che nel nostro gergo si chiamano convinzioni limitanti, che Antonio avrebbe dovuto superare. Egli stesso, secondo la metodica ICF, me ne ha dettato una prima, sotto forma di  obiettivo grezzo:
“… io quello che mi aspetto da questi incontri, da questa attività, è quello di trovarmi davanti ad uno specchio, che mi permetta di tirar fuori tutto quello che ho dentro, e che da solo non riesco ad apprezzare o a tirar fuori…”.
Ristrutturata insieme, con diversi approfondimenti, questa sua idea, Antonio si era poi dato parecchio da fare creando network, contattando ex colleghi e, tramite questi, nuove aziende.
Infatti Antonio, già prima della successiva sessione, aveva partecipato ad un colloquio presso un'azienda concorrente, sperando in possibili positivi sviluppi.
 

Sessione 2

Durante la nostra Sessione 2, a seguito di molte domande, risposte e riflessioni, abbiamo anche sviscerato l’obiettivo grezzo, fissando quello che poi sarebbe rimasto il definitivo. Antonio me lo ha testualmente espresso come segue:
“Affacciarmi a questa nuova – speriamo – avventura professionale nel modo più sereno, tranquillo e positivo possibile, confermando le certezze sul mio bagaglio professionale, direi anche umano e relazionale”.         
Questa affermazione, tradotta in termini operativi, è poi diventata il nostro obiettivo, comunque valido per gestire al meglio sia i colloqui in corso sia quelli eventuali con altre aziende: confermare le certezze sul mio bagaglio professionale e relazionale nel modo più sereno e positivo possibile, in vista di un mio nuovo futuro impegno lavorativo.
Eseguito, come previsto dal Manuale ICF, un check sulla congruità dell’obiettivo, abbiamo subito creato un sistema di misura del suo raggiungimento ed abbozzato un Piano ACR (Aree Chiave di Risultato) di attività che Antonio avrebbe dovuto impegnarsi a finalizzare ed attuare durante le feste natalizie.
Durante la sessione, fra l’altro, Antonio ha evidenziato un'ulteriore convinzione limitante, riguardo la distanza della nuova eventuale sede di lavoro a circa 100 Km da casa. Antonio, approfondita bene la tematica, si è reso conto di poter trovare “nuova linfa” in questo cambiamento.   

Sessione 3

Abbiamo tenuto la Sessione 3 il 9 gennaio 2017, subito dopo le feste di fine anno. Ho chiesto ad Antonio di aggiornarmi su quanto realizzato in questo periodo. Egli mi ha riferito di aver non solo definito i dettagli mancanti del Piano ACR, ma anche realizzato tutte le azioni relative, per prepararsi all’incontro a cui era stato inaspettatamente chiamato addirittura per il 4 gennaio. Mi sono complimentato con Antonio per la sua capacità e determinazione nel realizzare in così breve tempo il suo fitto programma. A quanto pare, il lavoro fatto insieme stava già dando i suoi frutti. Antonio mi ha infatti riferito testualmente:
“… all’inizio dell’anno, addirittura al primo gennaio, mi è arrivata questa convocazione via sms in cui mi si chiedeva disponibilità per il giorno 4, che era il mercoledì successivo, che io ovviamente ho dato subito… sì, tra l’altro… sono stato contento di questo incontro… e alla fine siamo arrivati sulle condizioni, diciamo contrattuali-economiche, che sono di mia grande soddisfazione…“.
Abbiamo entrambi preso atto con grande piacere della rapidità con cui si stavano definendo le condizioni della sua eventuale assunzione, di cui egli peraltro non si sentiva affatto sicuro. Antonio avrebbe dovuto infatti perfezionare alcuni punti del suo Piano ACR, per prepararsi ad altri incontri con i responsabili della nuova società.

Sessione 4

Nella nostra Sessione 4 di fine gennaio, divenuta poi la conclusiva, Antonio mi ha detto:
“… allora, la situazione si è evoluta direi positivamente… oggi, poco prima di arrivare qui, direi che è la chiusura della cosa, perché mi ha chiamato un direttore del… un funzionario dell’Ufficio Personale chiedendomi i dati anagrafici per l’inserimento, per le password… mi sento convinto di quello che posso portare e felice di iniziare una nuova avventura… anche mia moglie è molto contenta…”.
E queste sono alcune frasi di Antonio, pronunciate alla fine, anche in presenza del nostro coordinatore Vladimiro Sacchetti:
“… alla fine io oggi ho avuto la ufficializzazione, possiamo dire così, di essere entrato in questa nuova azienda, tra l’altro con… nella stessa posizione anche come ruolo, come trattamento e tutto, da cui provenivo, per cui, bravo anche Jacopo… Devo dire che la serie di incontri con lui, anche come tempistica, son capitati proprio nel momento in cui, insomma io probabilmente avevo necessità di un sostegno, di accrescere la convinzione in quelli che potevano essere i miei valori da portare in questa nuova azienda… I colloqui con Jacopo mi hanno fatto un po’ vedere che in realtà la mia figura, per quello che potevo dare, così, per le mie competenze… lui mi ha un po’ fatto pensare che in realtà avevo da dare, mi ha convinto sempre di più, questo l’ho poi constatato man mano che i colloqui con l’azienda sono andati avanti… quindi bene, tra l’altro nel corso degli incontri, abbiamo fatto anche delle attività… un elenco di tutte le attività che avevo fatto… sono state attività che poi mi sono servite anche da presentare… è stato utile fare mente locale su quelle cose perché… hanno contribuito a vedere con il nero su bianco quello che potevo portare e in più, in quei giorni di… sai… di attesa che mi chiamassero… quindi molto molto bene…”.

Il feed-back finale

In un questionario scritto di feed-back finale, composto da una quindicina di domande, a quella che chiede “Quale emozione meglio descrive il tuo stato d’animo a fine percorso?”, Antonio di suo pugno scrive:
“Sereno, positivo e con grande voglia ed entusiasmo per l’inizio di una nuova sfida”.
Nelle “Osservazioni generali” del questionario, Antonio inoltre precisa:
“Ho trovato estremamente utile il servizio per gli obiettivi fissati e raggiunti e per le attività svolte, rivelatesi importanti anche per il mio ricollocamento. Il valore aggiunto l’ho trovato nell’utilità del dialogo con una persona molto attenta ai “sentimenti” dell’assistito, in una fase in cui il senso di isolamento o addirittura di emarginazione che si può provare potrebbe sortire effetti devastanti sul morale e sulla lucidità”.
Il caso di Antonio si è risolto in maniera davvero brillante e non sapremo mai come si sarebbe sviluppato se egli non avesse contattato il nostro Servizio Tutoring. Sarebbe stato egualmente assunto, ed alle stesse condizioni, da quella società? Oppure il percorso sarebbe stato diverso? Avrebbe egualmente risolto tutto da solo in soli due mesi, intorno alle feste di fine anno?
Credo che una risposta esaustiva a queste domande possa essere senz’altro tratta da una attenta rilettura di quanto Antonio stesso ha scritto nelle “Osservazioni generali” sopra riportate.
Devo anche precisare che negli altri casi da me curati il percorso è stato più lungo e laborioso, fino anche a una dozzina di sessioni, ma sempre con risultati altrettanto eccellenti. 

PS - Antonio è stato assunto il 1º febbraio 2017. Il 15 febbraio mi scrive:
“Ciao Jacopo. Mi fa molto piacere dirti che, anche se siamo davvero alle prime battute della mia nuova attività, va davvero tutto molto bene. L’azienda è solida, l’organizzazione adeguata e ho avuto un’ottima accoglienza. Spero tutto bene anche per te. Cari saluti. Antonio”.
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