La sostenibilità e l’etica: un binomio inscindibile

Vivendo oggi una delicata situazione del mondo intero dal punto di vista politico, morale, energetico ed ecologico, al Comitato Ecologia è sembrato opportuno, coerentemente al proprio statuto, sensibilizzarsi su questi temi individuando una stretta correlazione tra la sostenibilità ambientale ed i contenuti dell’etica (contributi che riguardano in profondità l’introduzione del fattore umano nello scenario evolutivo del pianeta). I testi che seguono sono i riassunti degli interventi che alcuni membri di tale Comitato hanno tenuto durante la riunione del gruppo Energia ed Ecologia del 18 febbraio 2016.

Sintesi dell’intervento di Mario Rampichini
L’etica ha un aspetto descrittivo e uno normativo, spesso confusi e sovrapposti dai filosofi. Per l’aspetto normativo, chi ha una fede religiosa dovrebbe, per coerenza, seguirne i precetti; chi non ce l’ha, dovrebbe ispirarsi invece alle virtù cardinali, nonché alla simpatia, intesa come la facoltà di partecipare alle emozioni degli altri. Per l’aspetto descrittivo, credo che solo una piccola minoranza segua i criteri su esposti …
L’etica dell’ambiente propugna l’allargamento del rispetto e della responsabilità umana al mondo animale e anche alla natura inanimata. Occupandoci di problemi ambientali, dovremmo limitarci a esaminare non l’etica dell’ambiente in senso lato, concetto troppo ampio e controverso, ma una sorta di etica applicata ai problemi ambientali. Definire cioè i criteri da seguire per affrontare correttamente tali problemi.
La sostenibilità è la caratteristica di un processo o di uno stato che può essere mantenuto ad un certo livello indefinitamente. Ciò può avvenire solo in un sistema chiuso o che abbia scambi con l’esterno perfettamente equilibrati. Non è il caso della Terra e tanto meno della biosfera. Per la società umana, secondo la definizione, ampiamente condivisa, del Rapporto Brundtland, «lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri». Esso richiederebbe quindi, oltre alla conoscenza dei bisogni del presente e di quelli delle generazioni future e di quale sviluppo li soddisfi, la conoscenza e il controllo delle risorse esistenti, presenti e future, necessarie e sufficienti! Condizioni, evidentemente,
impossibili da soddisfare in maniera scientificamente accertata e accettabile da tutti. Pertanto lo sviluppo sostenibile rimane un concetto più filosofico ed etico che economico e scientifico e non c’è da illudersi sulla possibilità di perseguire una sostenibilità generale.
Rimane la possibilità e la necessità di affrontare problemi globali che siano almeno teoricamente conoscibili e controllabili, come ad esempio la disponibilità di risorse fondamentali e l’aumento della popolazione.

Sintesi dell’intervento di P.A. Marco Casellato 
Sostenibilità ed etica: si definisce sostenibile lo sviluppo idoneo a soddisfare le necessità della generazione presente senza compromettere la capacità di quelle future di rispondere alle loro (Il d.lgs 152/2006 recepisce questa definizione che diventa disposizione normativa).
Lo sviluppo sostenibile implica il rispetto di limiti nell’impiego delle tecnologie e nei consumi di risorse che tenga conto della capacità della biosfera di assorbire gli effetti delle attività umane.
La definizione di cui sopra implica l’etica dello sviluppo, l’equità, per il soddisfacimento dei bisogni di tutte le popolazioni della Terra attuali e future. L’orizzonte temporale da considerare nei processi decisionali orientati alla sostenibilità è di un numero indefinito di generazioni, quindi centinaia di anni.
La sostenibilità e l’equità sono legate perché solo se c’è equità possono essere evitati conflitti nello sfruttamento delle risorse limitate del pianeta Terra: le guerre sono i peggiori nemici della sostenibilità.
Sostenibilità è quindi soddisfacimento equo e duraturo dei bisogni. La sostenibilità deve essere globale, cioè non essere circoscritta ad aree privilegiate o a popolazioni storicamente avvantaggiate.
Ciò non implica una omologazione in contrasto con le ricchezze culturali presenti in tutti i luoghi della Terra. Implica perciò il rispetto e la valorizzazione dei saperi tradizionali, insieme ad una continua ricerca scientifica. La sostenibilità in un sistema chiuso nel quale le risorse sono limitate, implica che quanto viene prelevato dall’ambiente venga successivamente restituito. Da qui l’esigenza di creare una economia circolare basata sul principio della restituzione. L’economia circolare è diventata un obiettivo sempre più condiviso a livello internazionale: richiede molto impegno nella ricerca scientifica e tecnologica, insieme a nuovi criteri di progettazione dei beni e dei servizi.

Sintesi dell’intervento di Guido Dalla Casa
L’andamento di un sistema è sostenibile quando può durare a tempo indefinito senza alterare in modo apprezzabile del sistema più grande di cui fa parte. Da circa due o tre secoli un modello culturale umano (l’Occidente) ha iniziato a funzionare non più come il resto della natura, ma prelevando qualcosa di fisso (le risorse) e scaricando qualcosa di fisso (i rifiuti): oggi procede in modo incompatibile con la vita della Terra. È perciò insostenibile.
Attorno agli anni Ottanta è stato invece definito “sviluppo sostenibile” (espressione contraddittoria) quello che soddisfa le esigenze del presente senza compromettere la possibilità di soddisfare i bisogni delle generazioni future. Tale definizione è decisamente insufficiente e considera ovvia l’assoluta centralità della nostra specie. In realtà si può definire sostenibile solo una forma di sviluppo non-materiale che consente la vita della biosfera. Questa è una definizione che richiama un’ etica che non comprende solo l’umanità.
Non si è mai tenuto come valore etico il mantenimento in condizioni vitali della biosfera terrestre e neppure dei singoli ecosistemi. È mancata la percezione della non-separabilità di ogni processo lavorativo umano dall’ecosistema globale. Questa percezione è indispensabile, occorre tenere come primo valore l’etica della Terra.

Sintesi dell’intervento di Marco Valera
L’uomo e l’ambiente: la scoperta dell’uso del fuoco fu l’evento che modificò profondamente la simbiosi uomo-ambiente. A questo punto anche l’originale simbiosi tra economia ed ecologia si ruppe e i due termini vennero ad assumere valenze antagoniste. L’aumento della popolazione umana e la sua accresciuta capacità di intervenire sull’ambiente ha avuto un forte impatto sullo stato stazionario del sistema, condizione questa alla quale è sufficiente una minima deviazione dalla configurazione di una reazione per provocare risposte imprevedibili.
L’intersezione ambito sociale-ambiente-economia è l’unica in grado di garantire la stabilità di un ecosistema, cioè la sua capacità di mantenere anche nel futuro i processi ecologici del sistema stesso e la sua biodiversità ed è potenzialmente connotata di valori etici, in quanto dal suo completo o parziale realizzarsi dipendono i rapporti tra diversi livelli di benessere dei gruppi etnici e sociali e soprattutto dipende l’eredità che una generazione consegna ai suoi discendenti.
In linea generale l’uomo ricava quanto necessario alla sua vita dall’energia solare, dalla terra e dal mare. Il problema degli scarti ha una rilevanza particolare, poiché la loro produzione aumenta proporzionalmente
alla popolazione mondiale ed esponenzialmente con le migliori condizioni di vita. Il generarsi e il fluire degli scarti attraverso le varie tappe del loro esito finale dovrebbero rappresentare una fase stazionaria del funzionamento del complesso sistema della società.
Come si verificava nella società primitiva, si dovrebbe assistere a un completo riassorbimento dello scarto finale in una fonte di energia e di materia. Scendendo all’aspetto pratico del problema, ci dobbiamo chiedere se ci è possibile contribuire a creare e diffondere una mentalità che non solo analizzi obiettivamente la situazione presente, ma offra spunto per misurarsi con l’ambiente ecologico in termini di profonda immedesimazione. I temi su cui lavorare ci sono e la nostra associazione dispone di capacità di intervento di ottimo livello.

Sintesi dell’intervento di Ermanno Cacciari
Etica e sostenibilità: etica dal greco “ethos” significa il modo di comportarsi in una società; per i greci, però si tratta di una società ordinata e buona, i cui cittadini sono appunto etici, eticamente onesti. Una società etica cura l’ordine sociale, la pace, il progresso ed il benessere sostenibile, indica le azioni che sono assolutamente degne o indegne per l’uomo. Caratteristiche dell’etica sono il rispetto del diritto, la morale, l’ onestà, la trasparenza, la sincerità e la lealtà. II principio di responsabilità, la coscienza e la giustizia sono a fondamento dell’etica. L’etica risente del vincolo storico e può essere quindi relativa.
La sostenibilità ha un valore etico primario e si lega al principio di responsabilità. Dalla prospettiva ambientale, le attività umane non sono sostenibili se esse degradano in modo irreversibile gli ecosistemi naturali che sono alla base della vita. La sostenibilità delle risorse idriche va assolutamente salvaguardata perché esse sono limitate, a meno che non si riduca il tasso di crescita della popolazione ed il consumo. L’urbanizzazione ed i cambiamenti climatici sono ulteriori fattori negativi. Per contrastarli si raccomanda la riduzione dello spreco, il riuso dell’ acqua depurata e la massimizzazione dello scarico zero. In alcuni Stati del Sud degli USA, che soffrono di siccità, si sta progettando di praticare la produzione diretta di acqua potabile da acque reflue urbane trattate con trattamenti avanzati ed a costi accettabili.

Sintesi dell’intervento di Giorgio Venturino
Sostenibilità: è la caratteristica di un processo che può essere mantenuto ad un certo livello di stabilità per un periodo di tempo indefinito. Essa può essere applicata in diversi campi, in particolare in quello ambientale, in quello economico ed in quello sociale. Il capitale umano e quello naturale sono complementari, pertanto la diversità culturale è necessaria per l’umanità quanto la biodiversità per la natura. Tuttavia più della metà della crescita non deriva dal capitale naturale, ma da quello umano, dalla qualità della vita, dal produrre meglio, e non di più. Non si può comunque pensare di aumentare la crescita all’infinito perché Il continuo aumento della popolazione, l’inquinamento prodotto da questo aumento ed il conseguente esaurimento delle risorse naturali non lo consentono.
Ora poiché la differenza della specie umana rispetto alle altre è il particolare sviluppo della corteccia neocorticale del cervello si potrebbe dedurre che la causa del problema sia la mente, mentre invece essa sta nell’uso che ne facciamo: indirizzato al nostro io egoista e separato, oppure verso la nostra comune appartenenza all’unità della vita.
Etica: è il criterio di giudizio morale che diamo ai nostri comportamenti, che cambia nei vari contesti spazio temporali, pur restando sempre fortemente connesso con l’ecologia e con l’economia.
Risulta tuttavia evidente che la morale di ciascuno deriva dal livello evolutivo della sua coscienza. Ne deriva che non è bene per un individuo ciò che ostacola l’ampliamento della sua coscienza, che in altri termini significa fare il proprio dovere per amore ad esso. Oggi invece vediamo che la massimizzazione del profitto e la ricerca esasperata della competitività creano un mondo dove le risorse si spostano dai poveri ai ricchi e l’inquinamento dai ricchi ai poveri. Il risultato è che invece di perseguire la cooperazione, la solidarietà e la condivisione sviluppiamo una politica di odio, di guerre, di sfruttamento. La mia conclusione è che la prima frammentazione fra gli uomini comincia nel pensiero che si traduce poi nelle loro azioni, anzi sembrerebbe che il pensiero altro non sia che il linguaggio espressivo della coscienza acquisita: quando essa è sviluppata diviene inclusiva ed il relativo ampliamento porta via via a livelli di comprensione della realtà che consentono di accedere al complesso mondo degli umani con comportamenti fortemente etici. 
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