Going international
Aprire la nostra percezione al mondo in evoluzione non è solo un dovere professionale, ma coinvolge il nostro stesso essere cittadini e aiuta a rispondere razionalmente alle sfide ed alle opportunità che si presentano sulla nostra scena.
Romano Ambrogi
Presidente ALDAI-Federmanager
Molto spesso rimproveriamo ai nostri interlocutori di avere una visione provinciale e ristretta della realtà politica, sociale, economica etc. La professione di molti di noi infatti ci proietta naturalmente al di fuori dei confini non solo milanesi e lombardi, ma nazionali e per molti anche i luoghi più remoti diventano esperienza quotidiana. Anche i senior, a volte impegnati in relazioni costruite durante la fase di lavoro dirigenziale e spesso per passione e interesse anche turistico, sono naturalmente inclini ad una visione globale alla ricerca del luogo migliore dove vivere, per sé come per i propri figli e nipoti.
La disparità delle esperienze e delle condizioni non è stata ancora oggetto di una nostra riflessione corale. In questo numero, a partire da alcune testimonianze di lavoro e dagli stimoli culturali che vengono dai gruppi di lavoro di ALDAI, intendiamo lanciare un lavoro che nel prossimo anno sociale potrebbe diventare caratteristico e distintivo del dibattito di Federmanager.
Quanti di noi lavorano in aziende multinazionali? Quanti di noi lavorano in aziende con fatturati esteri ben eccedenti quelli domestici? Quanti dei nostri soci sono stati trasferiti in sedi estere? E quanti sono costantemente impegnati in trasferte all’estero? Abbiamo anche alcuni soci che fanno parte della comunità degli stranieri a Milano.
Senza contare che i fenomeni della globalizzazione dei mercati, della finanza e dell’economia, con le conseguenze sociali dell’emigrazione di intere popolazioni nel nostro Paese sono percepibili nel lavoro e nella vita di ciascuno di noi, senza eccezioni. Ricordo la presentazione del libro “Tsunami surfing” fatta in ALDAI un paio d’anni fa, che mirava proprio a dimostrare con esempi concreti della vita da manager, quanto sia necessario navigare a vista (e con doti atletiche non banali) nel mondo contemporaneo.
Da dove possiamo cominciare per aiutarci in questa situazione?
Ebbene, l’associazionismo dei manager ha sicuramente in vista l’integrazione europea. La CIDA partecipa convintamente alla CEC – la Confederazione europea dei manager – il cui segretario nazionale, Luigi Caprioglio, è un esponente di Federmanager. È stato varato quest’anno il manifesto dei manager europei, un documento che esprime il senso dei valori in cui crediamo. E la risposta dei soci ALDAI all’indagine appena conclusa di cui si dà notizia in questo numero conferma la convinta adesione agli ideali europeisti. Anche il lavoro svolto dal nostro gruppo di manager per l’Europa tende a sensibilizzare, con il collegamento dei parlamentari europei eletti nel territorio, sulla imprescindibile necessità di fare fronte comune con l’Europa ai cambiamenti epocali in corso. Siamo milanesi, lombardi e quindi italiani, ma proprio la nostra storia e la nostra posizione centrale nell’economia delle regioni a cavallo delle Alpi sostengono una convinta scelta europeista.
L’articolo sulle opere italiane all’estero (pubblicato nel focus di questo mese), rappresenta una piccola finestra (ma non così piccola in termini di importanza del business) aperta su una serie di realtà animate e gestite da nostri soci in attività. Una preziosa opera di raccordo culturale con realtà anche molto lontane è curata dal gruppo di lavoro “Internazionalizzazione”, illustrata in un altro articolo. Vogliamo portare avanti e ampliare questa riflessione e questo lavoro, anche per contribuire, con la ricchezza delle esperienze della nostra Associazione, allo sforzo corale di tutta Federmanager nell’attrezzarci per la quarta rivoluzione industriale, che indubbiamente ha un respiro globale.
La Lombardia si candida ad essere un polo di attrazione per gli investitori stranieri e per il reshoring (il ritorno della manifattura in Italia) delle aziende che avevano scelto di delocalizzare. Vogliamo sfruttare appieno le capacità, le competenze e la creatività dei nostri manager e costruire insieme a loro un fecondo collegamento con le Istituzioni, i centri di ricerca e le altre forze vive locali per dare uno slancio ed un respiro alle iniziative industriali che caratterizzano il nostro territorio e producono ricchezza per il Paese.
01 settembre 2017