Politiche industriali, le Commissioni di Settore di Federmanager
In questo articolo ne indaghiamo il funzionamento e le aspettative
di Valter Quercioli
Vicepresidente Federmanager
Le Commissioni di Settore sono una recente creazione di Federmanager, da me volute fortemente nel presente assetto affinché la Federazione sia dotata di uno strumento efficace e capace di darle maggior “voce” riguardo i temi dell’Industria: voce competente verso i decisori pubblici, voce interessante verso i nostri manager. In effetti, le Commissioni di Settore si stanno dimostrando un ottimo strumento conoscitivo di temi e persone, nonché di partecipazione dei manager alla vita associativa sui territori e alla Federazione. In questo articolo ne indaghiamo il funzionamento e le aspettative.
La politica industriale e i suoi strumenti
Per “politica industriale” s’intende l'insieme di misure adottate dal decisore pubblico, nell’ambito della politica economica di un Paese, a sostegno del settore industriale per favorirne lo sviluppo. La politica industriale si prefigge uno o più obiettivi (incrementi della competitività, maggiore occupazione, sviluppo di settori emergenti, gestione di crisi aziendali e/o occupazionali, promozione dell’innovazione tecnologica, sostegno agli investimenti solo per citarne alcuni) con livelli di priorità stabilite e risorse economiche assegnate nell’ambito delle leggi di bilancio e dei provvedimenti di finanza pubblica. Per concretizzare la politica industriale viene infatti sviluppato un piano industriale statale, implementato tramite una serie di strumenti verso le imprese, finalizzati al raggiungimento degli obiettivi definiti, e supportato dalle risorse economiche previste nel quadro della legge di bilancio e dei finanziamenti europei. Tipicamente gli strumenti adottati sono sgravi fiscali, incentivi, finanziamenti e partecipazione al capitale tramite appositi enti a capitale e controllo pubblico.
Vi è però una distinzione importante tra politica industriale verticale e politica industriale orizzontale.
La politica industriale verticale privilegia l’azione su determinati settori ritenuti di particolare rilevanza strategica per il Paese e in questo ambito può sostenere determinate aziende così come supportare la crescita di “campioni nazionali” nel settore.
La politica industriale orizzontale privilegia l’azione sui fattori abilitanti per le imprese (tecnologia, ricerca&sviluppo, innovazione, formazione per nuove competenze, ecc...).
La politica industriale verticale privilegia l’azione su determinati settori ritenuti di particolare rilevanza strategica per il Paese e in questo ambito può sostenere determinate aziende così come supportare la crescita di “campioni nazionali” nel settore.
La politica industriale orizzontale privilegia l’azione sui fattori abilitanti per le imprese (tecnologia, ricerca&sviluppo, innovazione, formazione per nuove competenze, ecc...).
Il dibattito tra economisti verte sempre sulla preferenza per l’una o per l’altra tipologia, con argomentazioni valide per entrambi gli schieramenti e riguardanti temi come l’efficacia e il ruolo delle lobbies. In merito all’efficacia, le argomentazioni maggiormente utilizzate riguardano la funzione propulsiva per il PIL di determinati settori/imprese, la generazione o meno di esternalità positive sul resto dell’economia e la velocità di trasmissione della misura in esiti concretamente visibili. Circa il ruolo delle lobbies, le argomentazioni principali riguardano il potere di discrezionalità del decisore pubblico, la sua influenzabilità da parte dei portatori d’interessi particolari anziché generali e la trasparenza della formazione della decisione.
Il ruolo delle parti sociali nella definizione della politica industriale
Le parti sociali, sindacati dei lavoratori e associazioni di datori di lavoro, possono svolgere un ruolo significativo nella definizione della politica industriale in quanto rappresentano i legittimi interessi di coloro, lavoratori e imprenditori, che operano concretamente nell’industria e ne sono quindi i beneficiari diretti o indiretti. Nello specifico, le parti sociali possono intervenire nel processo di formazione della politica industriale secondo varie modalità:
- rappresentanza dei legittimi interessi: le parti sociali agiscono come portavoce dei lavoratori e delle imprese, difendendo i loro legittimi interessi, mettendo in evidenza le questioni che ritengono rilevanti, presentando proposte e suggerimenti specifici;
- consultazione: le parti sociali possono partecipare a negoziati e consultazioni con il Governo e le altre Istituzioni per influenzare la definizione della politica industriale, fornendo dati e informazioni, esprimendo preoccupazioni, suggerendo soluzioni in base alle esigenze dei lavoratori e/o delle imprese;
- monitoraggio e valutazione: le parti sociali possono monitorare l'attuazione della politica industriale e valutare i suoi impatti sui lavoratori e sulle imprese, fornendo feedback e aiutando a identificare aree che richiedono modifiche o miglioramenti.
Tali linee d’intervento si sostanziano in:
- organizzazione e partecipazione a convegni e tavole rotonde focalizzati sulle tematiche d’interesse;
- rilascio di Rapporti, Relazioni e Note Tecniche ai Ministeri e/o alle Commissioni Parlamentari (o loro equivalenti per le Regioni);
- partecipazione ai Tavoli Tecnici organizzati dai Ministeri competenti per materia;
- partecipazione alle Audizioni parlamentari;
- partecipazione ai Tavoli per il Partenariato Pubblico-Privato;
- proposte di emendamenti alle norme in fase di discussione parlamentare;
- altri strumenti tipici del c.d. lobbismo positivo (incontri di accreditamento istituzionale, comunicati stampa, ecc.).
Scopi ed obiettivi delle Commissioni di settore di Federmanager
Al fine di continuare il proprio percorso di accreditamento presso le Istituzioni, Federmanager ha ritenuto che avere una voce nella definizione della politica industriale del Paese fosse un “next step” fondamentale. Infatti, chi meglio dei manager industriali conosce le vere necessità dell’Industria sia dal lato dello sviluppo e della crescita che dal lato occupazionale?
Per tale motivo abbiamo ritenuto necessario creare delle Commissioni di Settore avvalendoci dell’esperienza e delle competenze delle tante colleghe e dei tanti colleghi desiderosi di apportare il proprio contributo alla Federazione e, per il suo tramite, all’Industria in cui operano e al Paese.
È attraverso il lavoro delle Commissioni che vogliamo avere la “voce” che serve al Paese, che vogliamo stabilire le argomentazioni per ottenere i risultati che servono alle aziende e ai loro manager. Un rilevante by-product delle Commissioni è anche quello di avvicinare ulteriormente alla Federazione i manager associati che hanno voglia di mettersi in gioco e partecipare attivamente alle attività federali. Si rivelano pertanto un utile strumento di rinvigorimento e potenziamento.
È attraverso il lavoro delle Commissioni che vogliamo avere la “voce” che serve al Paese, che vogliamo stabilire le argomentazioni per ottenere i risultati che servono alle aziende e ai loro manager. Un rilevante by-product delle Commissioni è anche quello di avvicinare ulteriormente alla Federazione i manager associati che hanno voglia di mettersi in gioco e partecipare attivamente alle attività federali. Si rivelano pertanto un utile strumento di rinvigorimento e potenziamento.
Abbiamo così creato dapprima sei Commissioni tematiche: Automotive, Siderurgia, Mobilità & Logistica, Innovazione & Transizione Digitale, Oil&Gas, Sistema Elettrico & Sostenibilità. Grazie alla disponibilità delle colleghe e dei colleghi che hanno da subito manifestato profondo impegno e competenza, considerato quindi il successo delle attività portate avanti da queste prime sei commissioni, abbiamo stabilito di attivarne altre sei allo scopo di presidiare altri comparti industriali, ugualmente di rilevanza strategica, per i quali sono stati convocati o sono annunciati dei Tavoli istituzionali di confronto con le parti sociali, a cui Federmanager è chiamata a partecipare con propri delegati esperti del settore: Made in Italy – Agroindustria, Made in Italy – Moda, Farmaceutica & Biomedicale, Intelligenza Artificiale, Infrastrutture, Telecomunicazioni. Al momento della scrittura di questo articolo sono ancora in corso le attività di selezione dei rispettivi componenti per cui maggiori informazioni saranno rese disponibili ai lettori nel prossimo futuro. Sappiamo anche che nel tempo potremmo avere bisogno di altre Commissioni, perché da un lato le tematiche industriali nel nostro Paese sono tantissime, dall’altro il favore con cui i nostri manager hanno raccolto questa opportunità ci rende non solo soddisfatti, ma anche desiderosi di offrire delle piattaforme che creino valore per la Federazione e le Istituzioni, generando al contempo valore per il management che rappresentiamo. Infatti, dal dibattito e dal confronto interno alle singole Commissioni e con la Cabina di Regia preposta, tutti i partecipanti escono arricchiti in termini di competenza professionale e competenza associativa.
Le modalità di lavoro delle Commissioni
Di ogni Commissione fa parte un numero di membri componenti che variano, secondo la complessità e vastità dei temi da trattare e la disponibilità di candidati alle selezioni per la partecipazione.
Ogni Commissione è guidata da un coordinatore con compiti di identificazione dei temi su cui lavorare, di gestione del programma di incontri e di interfaccia primaria con la Cabina di Regia. Sia i componenti che il coordinatore sono stati selezionati dalla Giunta nazionale sulla base di un insieme di requisiti professionali e associativi presentati in sede di candidatura per il tramite delle associazioni territoriali. Il Coordinatore convoca le riunioni di Commissione mediamente due volte al mese. I lavori delle Commissioni sono supportati da personale specializzato della società di public affairs Cattaneo&Zanetto, che fornisce dati, informazioni e risultati del monitoraggio legislativo.
Ogni Commissione è guidata da un coordinatore con compiti di identificazione dei temi su cui lavorare, di gestione del programma di incontri e di interfaccia primaria con la Cabina di Regia. Sia i componenti che il coordinatore sono stati selezionati dalla Giunta nazionale sulla base di un insieme di requisiti professionali e associativi presentati in sede di candidatura per il tramite delle associazioni territoriali. Il Coordinatore convoca le riunioni di Commissione mediamente due volte al mese. I lavori delle Commissioni sono supportati da personale specializzato della società di public affairs Cattaneo&Zanetto, che fornisce dati, informazioni e risultati del monitoraggio legislativo.
A livello federale è istituita una Cabina di regia costituita da Vicepresidente federale e Direttore generale, coadiuvati da personale di struttura specializzato in politiche industriali, relazioni industriali e comunicazione istituzionale che periodicamente convoca le riunioni di coordinamento e di approfondimento con le Commissioni per discutere dello stato di avanzamento lavori, per verificare la necessità/opportunità di condividere temi e strategie e per concordare il rilascio di documentazione alla Federazione al fine di una successiva trattazione.
Le interazioni con i decisori pubblici
Come detto in precedenza, compito delle Commissioni è “dare voce” alla Federazione, esprimendo il posizionamento della medesima riguardo i temi d’interesse identificati. La “voce”, naturalmente, si può far sentire in molteplici modi: una modalità particolarmente efficace si sostanzia negli incontri di persona con esponenti politici e ministeriali di primario livello, come ad es. Ministri, Sottosegretari, Presidenti di Commissione, Capi di Gabinetto, Capi di Ufficio Legislativo, Segretari di partito, Parlamentari, Governatori di Regione, ecc... Questi incontri sono un’ottima occasione per potenziare ulteriormente il percorso di accreditamento della Federazione con le Istituzioni.
La nostra capacità di intervento a sostegno dell’industria nazionale si misura anche con la concretezza delle proposte che presentiamo per trovare soluzioni ai principali tavoli di crisi che ancora oggi il Governo deve affrontare con riferimento a imprese strategiche per il Paese, come Ita Airways o la ex Ilva, con le pesanti implicazioni occupazionali correlate alla sorte di tali imprese.
Conclusioni
La gestione delle Commissioni di Settore richiede alla Federazione uno sforzo organizzativo e gestionale molto elevato. L’esperienza di questi primi mesi di attività delle Commissioni è molto positiva e ripaga lo sforzo profuso. Siamo convinti che proseguendo in questa attività riusciremo a ottenere risultati molto importanti, a beneficio non solo della Federazione ma anche delle associazioni territoriali e dei manager che rappresentiamo.
Peraltro, dall’avvio dei lavori delle nostre Commissioni i riscontri che ci vengono dall’esterno risultano assolutamente positivi, avendo registrato un forte interesse da parte di vari interlocutori istituzionali sulla nostra iniziativa, che ci sembra stia già stimolando una maggior richiesta di coinvolgimento della nostra Federazione nell’agenda parlamentare e del Governo, consentendo di valorizzare il ruolo di rappresentanza di Federmanager.
In ogni caso, ogni nostra iniziativa istituzionale viene ispirata dalla volontà di trasferire un messaggio fondamentale agli interlocutori politici con cui ci rapportiamo: per garantire l’efficacia di qualunque misura di politica industriale occorre acquisire preliminarmente, come indispensabile precondizione, quel contributo qualificato di competenze progettuali e organizzative che solo il management può esprimere nell’impostazione di interventi con visione sistemica, a beneficio del nostro sistema industriale.
01 settembre 2023