Legalità e sicurezza

Resoconto del workshop formativo per Manager e Security Manager targato ALDAI

Chiara Tiraboschi

Giornalista e Responsabile Servizio Comunicazione e Marketing ALDAI-Federmanager
Lo scorso 25 ottobre 2023, la Scuola Militare “Teulié” ha ospitato un interessante workshop organizzato da ALDAI-Federmanager, unitamente alla Fondazione Legalità e Sviluppo, dedicato a quella che Beck aveva giustamente definito la società del rischio. Un incontro di alto spessore che a oggi, nel rispettare i dettami dell’Osservatorio a suo tempo definito dalla Fondazione Italiana per la Legalità, mira ancor di più all’educazione alla legalità, al rispetto dell’uomo e dell’ambiente, alla sicurezza delle aziende e dei manager sempre più bisognosi di tutela e di conoscenza delle specifiche materie.
Dopo i saluti di apertura del Colonnello Gianluigi D’Ambrosio, Comandante della Scuola Militare Teulié, è toccato a Manuela Biti, Presidente ALDAI-Federmanager, prendere la parola davanti alla platea costituita da associati Federmanager, ma anche da esponenti della business community milanese.
Legalità e sicurezza, ha ribadito nel suo intervento di apertura il Presidente Biti, sono due temi che rappresentano per le imprese una sfida, non solo perché mettono alla prova le capacità e le qualità di un manager, ma anche perché per un’impresa sono un fattore di competitività e di reputazione. Sono temi che necessitano competenze sempre più specifiche e aggiornate, a cui si aggiungono la forte motivazione e il grande senso di responsabilità. 
“Quando parliamo di sicurezza e legalità, infatti, parliamo di una competenza trasversale che richiede una visione strategica, una capacità di analisi e di problem solving, una sensibilità etica e una responsabilità sociale. Non è solo una questione di norme e procedure, ma anche di cultura e consapevolezza” ha ricordato il Presidente di ALDAI-Federmanager.
Moderatore di tutto l’incontro è stato il Generale C.C. (r) Fausto Milillo, Presidente della Fondazione Italiana per la Legalità e lo Sviluppo e Vicepresidente del Comitato Atlantico Italiano.
“Cosa accade quando la crisi non è più l’eccezione alla regola ma è essa stessa la regola della nostra società? Questa è una delle principali domande che merita la giusta risposta” ha commentato il Generale nel corso di tutto l’incontro, aggiungendo che “il Motore Italia deve ripartire e muoversi con le migliori garanzie affinché i manager possano seguire un percorso di tutto rispetto e raggiungere i traguardi ottenendo i migliori successi”.
Per fare impresa, ha poi concluso, servono legalità e sicurezza e ciò rende necessario costruire una nuova strada per alzare il livello di attenzione verso un’adeguata ed aggiornata formazione.

Paola Pastorino, Consigliera ALDAI-Federmanager, qui in qualità di Accademica Pontificia e Delegata Tecnica Federmanager Nazionale Programma “Liberi dalle Mafie” ha fornito la fotografia dei beni censiti dal Ministero di Giustizia grazie alla Banca Dati Centrale dei beni appresi da Misure di Prevenzione di tipo ablativo (sequestro, confisca di I e II grado e definitiva, e destinazione dei beni) (vedi tabella).
Pastorino, nel corso del suo intervento, ha sottolineato come la criminalità organizzata, nata ormai più di 100 anni fa, sia molto cambiata e abbia la forte capacità di adattarsi al territorio in cui opera: la sua velocità di reazione è oggi molto elevata. Sempre più in Italia, soprattutto nelle Regioni “ricche”, abbiamo infatti una criminalità di tipo economico da “white collar crimes” (crimini da colletti bianchi).
La mafia ha un modo «subdolo» di inquinare l’economia: sono sempre meno gli episodi di violenza acclamata e di controllo «militare» del territorio. Il mafioso vuole farsi percepire come «partner» dell’imprenditore, pertanto, opera con reati meno “appariscenti” e “sanguinari”
“Noi manager del settore industriale con ALDAI-Federmanager, la Pontificia Academia Mariana Internationalis e la Pontificia Università Antonianum” ha concluso Pastorino “affermiamo che è necessario un approccio integrale, multifunzionale e sistemico. L’obiettivo del manager è supportare in modo armonico, nel rispetto del valore delle persone, l’imprenditore nelle attività quotidiane e nello sviluppo della sua impresa”.
A seguire Guelfo Tagliavini, Presidente Tesav e Consigliere Federmanager Roma, ha ricordato nel corso del suo intervento come l’ultimo rapporto della DIA metta in chiara evidenza quale sia la continua evoluzione di una criminalità organizzata che è in grado di servirsi delle migliori soluzioni tecnologiche e delle più aggiornate competenze professionali al fine di infiltrarsi, a tutti i livelli, nel mondo della produzione e dei servizi della pubblica amministrazione e dell’impresa privata, per impossessarsi di quello che definiamo il bene prezioso della moderna economia ovvero, “i dati”.
In questa situazione, sempre più complessa, ha ribadito Tagliavini, il ruolo e la responsabilità del dirigente industriale assume una valenza fondamentale: “La Fondazione Italiana per la Legalità e lo Sviluppo – ha concluso – mette a disposizione della Federazione le proprie risorse e le proprie competenze per contribuire ad avviare una concreta collaborazione, attraverso la quale predisporre un programma di corsi certificati che potranno essere organizzati in accordo con Federmanager”.

A conclusione del workshop, l’intervento del Prof. Umberto Saccone, Leader Employee e Phisical Assest (Epa) Security Risk Managment Forensic e Integrity Services Ernst&Young, che ha fornito ai presenti una dotta panoramica sulle minacce che gravano sui lavoratori, dalle pandemie alla guerra russo-ucraina, dalle crisi nordafricane al confronto israelo-
palestinese e – nel contempo – sui luoghi comuni inerenti la corretta interpretazione delle norme che impongono al datore di lavoro di garantire l’integrità fisica e psichica dei lavoratori che, a tutt’oggi, rischiano di generare pesanti responsabilità sia sulle persone giuridiche (ex D. Lgs. 231/01) sia su manager e imprenditori. Il Professore è poi passato all’ambito di applicazione delle disposizioni normative italiane e alla giurisdizione del giudice italiano anche sui reati in danno di cittadini italiani, pur se commessi all’estero, concetto troppo spesso negletto, ma che è alla base di diversi casi giudiziari – anche recenti – che coinvolgono imprese italiane.
A conclusione dell'evento presentazione del libro Salverò il pianeta?

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