Innovazione, ricerca e trasferimento tecnologico sono opportunità da cavalcare

Per assicurare prospettive di sviluppo Regione Lombardia sta perseguendo tre linee d’azione: la conoscenza degli scenari innovativi, le soluzioni da adottare, l’adeguamento del sistema formativo ai nuovi profili oggi necessari per rispondere alle evoluzioni tecnologiche.

 

Luca Del Gobbo

Luca Del Gobbo     

Assessore all'Università, Ricerca e Open Innovation Regione Lombardia
È vivo da tempo, ormai, il dibattito circa il rapporto tra occupazione e nuove tecnologie, con analisi che oscillano tra il disfattismo (“I robot ridurranno drasticamente i posti di lavoro per l’uomo”) e la moderata cautela (“Tutto sommato l’impatto potrebbe non essere così devastante”). 
In realtà, sappiamo bene che il processo di avanzamento tecnologico, non solo nei settori dell’economia, ma nella vita in generale, è inevitabile, anzi per molti versi auspicabile. 
Chi sarà condizionato da questo impatto – e tra costoro le istituzioni pubbliche in primis, come Regione Lombardia – devono guardare a questa sfida come un’opportunità. 
Credo siate consapevoli che la questione in gioco non è la minor occupazione, ma quale nuova occupazione già oggi si prospetta all’orizzonte. Cioè quali profili professionali siamo chiamati a formare per rispondere all’innovazione tecnologica che contamina ogni settore. E, soprattutto, quale lasso di tempo abbiamo per avviare questo processo di adeguamento. 
Su quest’ultimo punto gli orientamenti sono molteplici. In una ricerca condotta da tre docenti della SDA Bocconi e pubblicata in un volume dal titolo significativo – “Lavoreremo ancora” – si indica nell’arco dei 5-10 anni la distanza tra oggi e l’ora X nella quale l’innovazione avrà il suo massimo impatto sull’occupazione. Credo, realisticamente, che il lasso di tempo a disposizione sia più vicino ai 5 che ai 10 anni. 
Che risposta stiamo immaginando, dunque? Regione Lombardia parte da quella consapevolezza che sottolineavo in premessa: innovazione, ricerca e trasferimento tecnologico sono opportunità da cavalcare, non nemici da combattere. 

Tre sono le linee di azione che stiamo già oggi perseguendo. 

Conoscenza degli scenari innovativi

La prima si chiama conoscenza degli scenari innovativi. Il nostro primo compito è quello di non farci trovare impreparati e quindi di essere all’interno di qualunque prospettiva evolutiva. Nella legge regionale 29/2017, dedicata a Ricerca e Innovazione, abbiamo previsto l’istituzione di un organismo autonomo, snello e dinamico, composto da 10 esperti in discipline scientifiche, sociali e umanistiche – che sceglieremo attraverso una call internazionale entro giugno – che ci aiuterà a leggere prospettive e impatti che le innovazioni hanno sulla vita delle persone. 
Regione Lombardia ha il dovere di aggiornarsi costantemente sugli avanzamenti tecnico-scientifici e sui fenomeni innovativi più rilevanti; questo ci aiuta nelle scelte politiche da intraprendere. 

Soluzioni da adottare

La seconda linea di azione riguarda proprio le soluzioni da adottare, che sin qui abbiamo condiviso con l’ecosistema della Ricerca e dell’Innovazione lombardo in ottica collaborativa e sussidiaria. Un esempio su tutti sono gli Accordi per la Ricerca e l’Innovazione, vero e proprio patto negoziale tra Regione Lombardia e una aggregazione di almeno un’impresa e un centro di ricerca e/o università, che hanno presentato un’innovazione di prodotto o di processo di altissimo profilo. Su questa misura abbiamo garantito contributi a fondo perduto di 106 milioni di euro, con ricadute, in termini di investimenti da parte dei partecipanti, di oltre 300 milioni di euro. Novantuno i progetti presentati, di cui 51 giudicati ammissibili, che prevedono il coinvolgimento di 311 soggetti: 110 organismi di ricerca e 201 imprese, di piccole, medie e grandi dimensioni. 
Insomma, uno strumento capace di connettere due mondi sin qui troppo poco dialoganti: ricerca e sistema produttivo. Da questo connubio passa, inevitabilmente, lo sviluppo di ogni territorio. 

Adeguamento del sistema formativo

La terza linea di azione riguarda l’adeguamento del sistema formativo lombardo ai nuovi profili oggi necessari per rispondere alle evoluzioni tecnologiche in corso. Anche in questo caso confronto e dialogo costante con il sistema produttivo non possono mancare, anzi devono crescere sempre di più, anche a costo di una revisione profonda e radicale dell’offerta formativa oggi esistente. 

La sfida dell’innovazione, dunque, è ardua e affascinante allo stesso tempo. 
In questi casi, vale un approccio che considero vincente sempre: il fare insieme, la corresponsabilità nell’immaginare risposte adeguate e, su queste, la maggior condivisione possibile. In Lombardia possiamo e dobbiamo continuare su questa strada. 
Archivio storico dei numeri di DIRIGENTI INDUSTRIA in pdf da scaricare, a partire da Gennaio 2013.