Conferenza sul futuro dell'Europa - Perché è importante partecipare

Come sarà l'Europa nel 2050 ? Come la vorremmo ? Perché aspettare 30 anni ?

Paolo Zanella

Socio ALDAI-Federmanager, componente del Gruppo di Lavoro Dirigenti per l'Europa.
L'Unione Europea (UE), nata dalle ceneri della seconda guerra mondiale attraverso una complessa evoluzione a cominciare dalla  CECA (Comunità europea del carbone e dell'acciaio nel Luglio 1952) - oltre ad aver garantito la pace continentale, ha dato ai suoi cittadini moltissime opportunità e servizi che le singole Nazioni non avrebbero potuto offrirci. Una lista non esaustiva è costituita da: libera circolazione delle merci e delle persone, fondi per lo sviluppo delle regioni e per l’agricoltura, sviluppo rurale e protezione delle specialità regionali, sostegno alla ricerca e all’innovazione, progetti spaziali europei, sicurezza alimentare, tutela dei diritti dei consumatori, progetti di scambio e per la mobilità studentesca e professionale, etc.

Ma tutti noi abbiamo esperienza dei limiti dell'UE sui temi nei quali ci aspetteremmo un suo intervento. Ne menziono solo alcuni per esemplificare: mancano una politica comune integrata per industrie strategiche e relative filiere, una politica sanitaria omogenea, un peso geopolitico dettato da una politica estera e una difesa comuni.

Su questi e altri argomenti l’Unione Europea non può decidere o agire perché non ha “competenza”, rimasta alle singole nazioni. Per raggiungere una decisione comune, in questi casi, può agire solo il Consiglio Europeo con l’unanimità di tutti e 27 gli Stati. Eclatante il fatto che la UE, senza questa unanimità decisionale, può solo stigmatizzare, ma non può agire nemmeno sugli Stati membri che hanno derive dittatoriali.

I responsabili politici di alcuni Stati Europei ne sono consapevoli e da alcuni anni hanno cominciato a porsi il problema di come affrontare la paralisi europea sui temi strategici e questa preoccupazione si concretizzò in un discorso tenuto il 28 ottobre 2017 alla Sorbona dal Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ripreso poi al Parlamento Europeo nell’aprile del 2018. Nell’intervento veniva esposta la necessità ormai impellente di una ristrutturazione della UE o, parafrasandolo in due righe: Non possiamo far finta di essere in un momento normale: dobbiamo combattere per gli ideali che ci hanno formato. Dobbiamo combattere per la democrazia ed edificare una nuova sovranità europea. Ma dobbiamo proteggere i cittadini per rispondere alle loro ansie. Macron fu esplicito e disse anche "Se non decidiamo nei prossimi mesi su questo avanzamento istituzionale e organizzativo che permetta più stabilità e capacità di investire, non andremo avanti in Europa" .

Faccio notare che questo avvenne 10 anni dopo la crisi Economica del 2008, ma ben prima della crisi causata dalla pandemia del Covid-19. Nei mesi successivi si consolidò l’idea di lanciare una “Conferenza sul Futuro dell’Europa” che avrebbe chiamato i cittadini, la società civile e le associazioni ad esprimere proposte per indirizzare l’Europa verso una sua evoluzione. La Conferenza avrebbe dovuto inaugurarsi nella primavera del 2020 e durare 2 anni, ma la pandemia l’ha fatta ritardare e si è avviata solo il 9 maggio di quest’anno e avrà il respiro di un solo anno.


Perché partecipare alla Conferenza

Nella primavera del 2019, nella presentazione “Europa Federale Vs Stati Nazionali” (http://www.milano.federmanager.it/wp-content/uploads/2019/02/Zanella-Europa-Federale-Vs-Stati-Nazionali-1.pdf) si tentò di esporre perché, nel sistema geopolitico attuale, l’arena mondiale può essere affrontata solo da Nazioni che abbiano una dimensione almeno Continentale. 
In estrema sintesi, le sfide lanciate dalla Globalizzazione e dall’accelerazione nel trend tecnologico (comunicazione, digitalizzazione, trasporti ecc.), che sono un dato di fatto non reversibile o governabile, portano a un mutamento dei paradigmi della società (ad esempio rapporti di forza internazionali, nuovi bilanciamenti geopolitici). Per reggere all’evoluzione nei rapporti internazionali occorre sopravvivere alla selezione naturale dettata dalla competizione con Nazioni a livello Continentale.

L’Europa è a metà del guado tra una Confederazione di Nazioni medie e piccole e uno Stato federale. E i trattati, che definiscono le competenze di UE e delle Nazioni, condannano la UE a sottostare al Consiglio Europeo che agisca all’unanimità per prendere decisioni vitali. Infatti quando una materia non è di competenza della UE, ma delle singole Nazioni (come ad esempio difesa, sanità, fiscalità, industria, istruzione), per proporre una politica comune che tocchi anche solo in parte una di queste competenze, la proposta specifica va portata al Consiglio che dovrà deliberare all’unanimità perché possa essere adottata dalla UE, in altre parole ogni singola nazione può affossare con il suo veto la proposta.

Per questo non abbiamo:
  • un welfare ed una sanità Europea
  • una sicurezza coordinata, sovranazionale e federale: forze armate, intelligence e polizia, protezione civile
  • una politica estera unitaria
  • una politica europea per l'immigrazione 
  • un coordinamento per scienza/ricerca e ricerca applicata (ora è solo parziale e solo per alcuni settori)
  • una politica e una capacità fiscale Europea
  • un bilancio adeguato ai problemi da risolvere
  • un vero governo Europeo (la Commissione è solo un’ “ombra” di governo)
  • maggiori competenze e poteri attribuiti al Parlamento, l'unico organismo eletto e quindi democratico.
Quindi se guardiamo ai maggiori errori che la UE ha commesso negli ultimi anni, sono quasi tutti imputabili alla sua parte confederale, dove la sovranità è rimasta alle singole Nazioni e dove è necessaria l'unanimità per decidere e per organizzarsi.

Solo un rafforzamento federale potrà portarci ad avere un maggior peso a livello geopolitico, ad avere strumenti di governo con il potere per dare risposte veloci ed adeguate alle esigenze normali ed emergenziali dei suoi cittadini  e a fare economia di scala per servizi che migliorino la qualità della vita ai cittadini.

Da quella presentazione è passata molta acqua sotto i ponti. Nel frattempo molti eventi dirompenti, a livello Europeo e Globale, hanno evidenziato i limiti delle singole Nazioni europee e l’affanno di un’Europa con una componente eccessivamente confederale:
  • La pandemia del coronavirus che ha comportato un’azione di supplenza della UE anche laddove non aveva competenze (negoziazione per vaccini, Next Generation EU con relativo debito condiviso ecc.)
  • Fenomeni migratori ormai strutturali (mediterranei e mondiali)
  • Brexit
  • Assalto a Capitol Hill 
  • Radicali rapidi mutamenti “ondivaghi” nei rapporti USA, nostro tradizionale alleato
  • Aumento espansivo e aggressivo del presenzialismo Cinese e di altri Stati totalitari e autoritari in politica internazionale
  • Inasprimento della crisi Israelo-Palestinese
e molti altri, anche se mediaticamente meno evidenti, ma non per questo meno significativi; ad esempio:
  • crescita del consenso nazional/populista (giustizia fai da te/linciaggio cavalcati e confusi con il “volere del popolo”) anche in Nazioni con democrazie fino ad ora consolidate
  • Comportamenti antidemocratici via via crescenti di Stati membri della UE
  • Crescita dei comportamenti arroganti e fuori regola delle altre Nazioni continentali (Cina-Hong Kong, pressioni su Taiwan, accordo “pilotato” dalla Cina del mercato in estremo oriente, pressioni russe, anche militari, su Nazioni limitrofe, caso Bielorussia, rescissione unilaterale di trattati internazionali)
  • Cyber attacchi di Nazioni ad altre Nazioni
Questa evoluzione geopolitica ha reso ancora più evidenti i punti di debolezza dell’attuale UE.

In estrema sintesi 

Questo è il momento in cui l’Europa deve “maturare” ed evolversi, se non si vuole che i singoli Stati Europei siano schiacciati o asserviti alle Nazioni con dimensione continentale nel giro di pochi anni, e il processo è già iniziato.

Da questo nasce l’importanza per tutti noi di partecipare alla Conferenza per il Futuro dell’Europa. Perché, nonostante il Consiglio e la Commissione europea si siano impegnati ad ascoltare la voce degli europei e a darne seguito, sappiamo quanto siano riottose e miopi le Nazioni a cedere parte della propria sovranità anche solo in modo limitato.

Per non offrire il pretesto ai nostri rappresentanti politici di continuare a far finta di niente e per far sentire forte la nostra voce, è importante che a partecipare siano moltissimi cittadini, rappresentanze della società civile, istituzioni, rappresentanti sindacali e di categoria. E anche noi cittadini non abbiamo più scuse per lamentarci della scarsa attenzione della UE. Dobbiamo sfruttare questo esercizio di democrazia che ci viene offerto per fare le nostre proposte ed esprimere la nostra opinione.

Sarebbe un buon inizio iscriverci tutti, cittadini e associazioni, alla piattaforma per raggiungere una “massa critica” che non offra più alibi a nessuno. Lo si può fare al sito: https://futureu.europa.eu/?locale=it


Conferenza sul futuro dell'Europa 

Cos'è?
Un'occasione unica per i cittadini europei, giunta al momento opportuno, per ragionare sulle sfide e le priorità dell'Europa. Chiunque, a prescindere dalla provenienza o dall'attività svolta, potrà utilizzare questo strumento per riflettere sul futuro dell'Unione europea che vorrebbe. Il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione europea si sono impegnati ad ascoltare la voce degli europei e a dare seguito, nell'ambito delle rispettive competenze, alle raccomandazioni ricevute. Entro la primavera del 2022 la Conferenza dovrebbe giungere a conclusione e fornire orientamenti sul futuro dell'Europa.

Chi può partecipare?
I cittadini europei di ogni contesto sociale e di ogni angolo dell'Unione; i giovani, in particolare, svolgeranno un ruolo centrale nel plasmare il futuro del progetto europeo. Le autorità europee, nazionali, regionali e locali, nonché la società civile e altre organizzazioni che intendono organizzare eventi e fornire idee. Tutti i partecipanti devono rispettare i valori sanciti nella Carta dei principi.

Quali sono gli elementi che compongono la Conferenza?
  • Piattaforma digitale multilingue, dove i cittadini possono condividere idee e inviare contributi online che saranno raccolti, analizzati, monitorati e pubblicati nel corso dell'intera Conferenza.
  • Eventi decentrati, ossia eventi virtuali, in presenza e ibridi organizzati da cittadini e organizzazioni come anche da autorità nazionali, regionali e locali di tutta Europa.
  • Panel europei di cittadini, dove saranno discussi vari argomenti e avanzate proposte; questi panel saranno rappresentativi in termini di origine geografica, di genere, di età, del contesto socioeconomico e/o livello di istruzione.
  • Sessione plenaria della Conferenza, che garantirà che le raccomandazioni dei panel di cittadini a livello nazionale ed europeo, raggruppate per temi, siano discusse senza un esito prestabilito e senza limitare il campo di applicazione a settori d'intervento predefiniti. La sessione plenaria della Conferenza sarà composta da rappresentanti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione europea nonché da rappresentanti di tutti i parlamenti nazionali, su un piano di parità, e da cittadini. Saranno rappresentati anche il Comitato delle Regioni e il Comitato economico e sociale, le parti sociali e la società civile. L'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza dovrebbe essere coinvolto nei dibattiti riguardanti il ruolo internazionale dell'UE. Possono essere invitati rappresentanti delle principali parti interessate. Il comitato esecutivo trarrà le conclusioni della sessione plenaria della Conferenza e provvederà alla loro pubblicazione.
(Informazioni estratte dal sito UE)

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