Nel 2016 è ancora possibile ottenere risultati impossibili in azienda o non c’è più spazio per progetti ambiziosi?
Il 56% dei manager sostiene che, a causa della crisi, aumentare il fatturato anche solo del 5% sia impossibile. Predisponendo le proprie risorse per ottenere uno “straordinario” 5%, le aziende si precludono aprioristicamente la possibilità di realizzare un +10%, +20%, o un veramente “straordinario" +50%. Nella maggior parte dei casi, la vera causa per cui le aziende non raggiungono obiettivi soddisfacenti, è perché il management neppure si chiede se questo sia possibile, dando per scontato che sia impossibile.
Impossibile è una parola killer, che elimina le nostre opportunità di successo all’istante, e sovente, senza neanche accorgercene, ne abusiamo quotidianamente.
Che cosa è l’impossibile allora? Come si può definire?
In realtà l’impossibile non esiste, ma è solo un limite della nostra percezione: l’uomo non riesce a immaginare l’infinito così come non riesce a definire l’impossibile. Quando qualche cosa è molto grande dice che è infinita, quando qualche cosa è molto difficile dice che è impossibile. Questo comportamento erroneo si evidenzia nelle cose più importanti: impossibile innovare la mia azienda, impossibile cambiare la mia vita, impossibile raggiungere quel budget, e nelle più semplici: impossibile trovare posteggio, impossibile dimagrire, impossibile avere tempo per me, impossibile ...
Le giustificazioni sono sempre le stesse per tutti e la parola impossibile serve a renderle plausibili ai nostri occhi. Un alibi perfetto ogni volta che rinunciamo a lottare per i nostri obiettivi. Quante volte abbiamo pronunciato la parola “impossibile” nella nostra vita?
Ognuna di queste volte, con ottime probabilità, abbiamo perso un’occasione.
Come si applica questa filosofia alla vita aziendale? Quale impatto ha nel tracciare le strategie per affrontare il mercato?
È necessario prima di tutto sradicare il concetto di impossibile.
In un momento storico nel quale è già difficile ottenere risultati possibili, insegniamo ai manager strategie di pensiero, che permettono di raggiungere risultati “impossibili”.
La maggior parte dei manager, alle prime difficoltà, tendono a trincerarsi dietro giustificazioni stereotipate, prima di tutto con loro stessi: mancano le risorse, manca il budget, manca il tempo.
Il 99,9% di quanto è definito impossibile in realtà non lo è.
Ciò che appare impossibile, nella maggior parte dei casi, è solo difficile da raggiungere, oppure è impossibile ora, impossibile con queste risorse o è impossibile fatto così.
Il primo segreto per cambiare le cose? Ridefinire l’impossibile. Senza questo cambio di paradigma, Méliès, un illusionista, non avrebbe inventato gli effetti speciali nel cinema, Magritte, un grande appassionato di magia, non avrebbe rivoluzionato il concetto di arte moderna, WhatsApp e Google non esisterebbero, il Cirque du Soleil farebbe ancora spettacoli con gli animali, Harley Davidson avrebbe continuato a produrre biciclette e Amazon sarebbe rimasta una delle tante librerie on-line. Ogni invenzione, innovazione, soluzione è il frutto di un “pensare strano” ed è la messa in atto di qualcosa che fino a un momento prima era considerato irrealizzabile. Questa modalità di pensiero è un’abilità tipica dell’illusionista e dell’inventore, ma anche di ogni uomo che ha segnato la storia, e noi aiutiamo i manager a scoprire i segreti del pensiero laterale “illusionistico”.
Pur essendo entrambi ingegneri provenite da un background profondamente diverso. Walter Rolfo è giornalista, autore e appassionato di pensiero illusionistico, Pasquale Acampora è formatore, coach e consulente. Che cosa c’è di unico nel vostro modo di fare formazione?
Abbiamo unito lo Story Coaching ai moduli di allenamento tipici del mondo sportivo, per realizzare una proposta tanto innovativa quanto efficace.
Ho brevettato e registrato lo “Story Coa-ching”, dice Walter Rolfo, una modalità formativa e di spettacolo creata per soddisfare le attuali esigenze di mercato, molto efficace per la capacita di veicolare messaggi nel picco di massima attenzione emotiva del partecipante, mutuando la modalità comunicativa dello story selling. La potenza delle emozioni, dello stupore e della meraviglia sono uno straordinario, quanto potente, mezzo di comunicazione.
Io, dice Pasquale Acampora, lavorando da anni nel mondo dello sport, mi sono reso conto che ciò che consente di migliorare le performance per un atleta è esattamente ciò che serve per migliorare le performance per un manager: l’allenamento. A differenza degli sportivi, che si allenano per la maggior parte del tempo e gareggiano “occasionalmente”, i manager gareggiano tutti i giorni e non dedicano tempo "all’allenamento” necessario per sviluppare le proprie competenze e abilità. Se non hai tempo per fare le cose, devi prenderti del tempo per allenare le tua abilità nel farle meglio, altrimenti il tempo non lo avrai mai!
Quando le aziende ci contattano, chiediamo brief precisi e dettagliati per costruire percorsi formativi su misura: testi e copioni scritti con cura a sei mani con il management per soddisfare le esigenze. Dopo di che Walter li emoziona e io li alleno. Il messaggio arriva dritto alla mente e al cuore, con una forza e un impatto di rara efficacia. L’allenamento permette che questo messaggio diventi concretamente realtà nei giorni e nelle settimane successive.