Vortice adotta Tecnologie Internet of Things
Ne parliamo con il responsabile del progetto Claudio Bruggi, Ingegnere e Purchasing Director Vortice Elettrosociali S.p.A. che ritiene determinanti: la sponsorship della Direzione Generale, la cultura nello sviluppo di progetti multidisciplinari, la capacità di creare e valorizzare un team di collaboratori, e l’attenta gestione della pianificazione, che hanno permesso di raggiungere progressivamente gli obiettivi programmati, così da tenere alta la motivazione della squadra.
Bruno Lodi
Temporary Manager area Direzione Generale e Digitalizzazione Processi Industriali, partner Manager Associati – Socio ALDAI
Vortice è un gruppo che opera nella ventilazione residenziale, commerciale ed industriale, con circa 300 dipendenti nel mondo, di cui 160 a Tribiano (Milano).
Con l’obiettivo di gestire al meglio i lead-times di fornitura delle parti plastiche stampate ad iniezione, così da poterne ridurre livelli di stock e costi di trasformazione, lo scorso anno l’azienda ha lanciato un progetto per innovare le modalità di approvvigionamento.
L’idea di base è stata quella di definire un “parco presse” virtuale distribuito su più fornitori, il cui carico di lavoro è ottimizzato in modo integrato da Vortice stessa, mentre in origine gli acquisti erano gestiti in modo tradizionale, a lotti singoli su fornitori predefiniti e gestionalmente autonomi. Inoltre, il nuovo modello consente anche la gestione centralizzata sia della materia prima sia degli stampi con relativa manutenzione.
Il Project Leader dell’iniziativa, Claudio Bruggi, Purchasing Director dell’azienda, ci ha detto che tecnicamente il progetto prevede la strumentazione mediante sensori degli stampi e delle presse, per creare in logica Industrial Internet of Things (IIoT), una rete di oggetti intelligenti e comunicanti – fra loro e con il sistema centrale di controllo – distribuita su più siti e più imprese (Vortice ed i fornitori coinvolti).
Il progetto sta procedendo con successo: sono stati coinvolti alcuni fornitori – scelti con attenzione fra quelli già utilizzati – un primo gruppo di stampi è stato strumentato e la nuova gestione è già stata rilasciata per la produzione di alcune parti.
In questo modo i primi risultati concreti – in termini di ottimizzazione di lead-times e di riduzione delle scorte – sono stati raccolti, in tempi stretti e con investimenti relativamente piccoli, grazie anche ai bassi costi raggiunti dalla sensoristica necessaria. Tali risultati stanno dando ulteriore spinta a procedere nel progetto, allargandolo e scalandolo dimensionalmente, anche in base alle risorse che l’azienda è interessata a dedicare.
Vortice non ha trovato particolari difficoltà tecnologiche nello sviluppo del progetto, pur non essendo un'azienda “a vocazione digitale”; per implementarlo essa ha però dovuto anche ripensare dalla base la propria gestione, e proprio qui si sono incontrati gli scogli più duri.
In breve, i principali fattori che hanno portato al successo sono stati la forte sponsorship della Direzione Generale, la cultura di gestione di progetti multidisciplinari già propria dell’azienda, la capacità di creare e valorizzare un team di collaboratori che è via via cresciuto grazie al continuo apprendimento “on the job”, ed infine l’attenta gestione della pianificazione da parte del Project Leader, che ha permesso di raggiungere man mano gli obiettivi programmati, così da tenere alta la motivazione della squadra.
Sul piano manageriale, secondo Bruggi gli skills più significativi da mettere in campo sono, oltre a quelli organizzativi e di processo che permettono di interagire con le varie altre funzioni coinvolte, il project management, con particolare attenzione al tempo, e la negoziazione, essenziale per far convergere su obiettivi condivisi funzioni eterogenee ed indipendenti, come i fornitori. Oltre a ciò, a livello personale un progetto come questo richiede di tenere sempre viva la voglia di mettersi in gioco e di valutare con attenzione e senso critico le novità che l’evoluzione continuamente propone: ciò costa fatica, ma lo sviluppo personale che ne viene costituisce un patrimonio che resta al manager e sicuramente vale gli sforzi richiesti.
01 gennaio 2017