Convegno sull’inganno generazionale

L'analisi oggettiva e d'attualità proposta dalle autrici del libro “L’inganno generazionale” mette in discussione il falso mito del conflitto per il lavoro, stimolando il dibattito dei partecipanti al convegno tenuto il 12 maggio nell'Aula Consiliare di Palazzo Marino, in Piazza della Scala a Milano. Un dibattito responsabile per trovare soluzioni innovative e riprendere la via dello sviluppo smarrita negli ultimi 10 anni.

 

Segretario CIDA Lombardia - lombardia@cida.it

Nonostante un quarto di secolo di dibattito sul lavoro e sulla previdenza non si è consolidata nel Paese una percezione della realtà oggettiva e si è smarrita la via del benessere per tutti, partendo dall’assioma: il lavoro si crea con la competitività e la pensione con il risparmio. Da anni il confronto politico è influenzato da interpretazioni soggettive della realtà per sostenere ideologie ed interessi di parte, senza una visione condivisa del futuro. Il risultato degli interventi “tampone” frutto di sterili dibattiti è sotto gli occhi di chi vuol leggere la realtà: occupazione al 57,7%, la più bassa d’Europa, Grecia esclusa; debito pubblico al 132,7%, inferiore solo alla Grecia; tasso di sviluppo inferiore all’1% ed indice di povertà al 19,4% secondo i dati ISTAT.
In tale situazione è ragionevole doversi preoccupare del futuro dei giovani e della sicurezza degli anziani, come avvenuto nel convegno organizzato nella sede istituzionale del Comune di Milano, che è possibile riascoltare cliccando l'immagine seguente

Ascolta la registrazione dell'evento:

Inganno generazionale convegno 12 maggio

inganno-generazionale---convegno-12-maggio.pdf

Gianluca Comazzi Consigliere Comunale e Marilena Ganci Consigliere ALDAI -Federmanager

Gianluca Comazzi Consigliere Comunale e Marilena Ganci Consigliere ALDAI -Federmanager

Il saluto del Consigliere del Comune di Milano Gianluca Comazzi

Nel saluto di benvenuto Gianluca Comazzi, Consigliere Comunale e capogruppo Forza Italia, nella foto accanto a Marilena Ganci che ha collaborato all’organizzazione del convegno, ha accolto con favore l’impegno per superare i luoghi comuni sul lavoro per smontare lo stereotipo dei dibattiti sulla falsa contrapposizione tra giovani, e “saggi”, come se ci fossero due categorie in lotta gli uni contro gli altri per lavorare. Il problema del lavoro coinvolge tutte le fasce d’età anche per Milano che ha rappresentato e rappresenta ancora rispetto ad altre città la speranza per giovani e persone di tutte le età. L’auspicio è che il convegno possa generare analisi e proposte per la politica nazionale e anche per le amministrazioni locali impegnate nel ruolo sociale nel territorio, per attivare meccanismi virtuosi utili a favorire il lavoro, semplificando le procedure, utilizzando le tecnologie abilitanti e liberando le energie per lo sviluppo.

Meno inganni e più cultura manageriale per favorire la ripresa economica e valoriale

Nell’intervento introduttivo ho rivolto un sentito ringraziamento all’amministrazione comunale, a Gianluca Comazzi e a Giuseppe Sala, Sindaco Manager di Milano, che ho avuto il piacere di intervistare per Dirigenti Industria lo scorso febbraio.
Ho quindi ricordato che la confederazione CIDA rappresenta 12 federazioni di manager e professionisti delle imprese industriali, del terziario, dei servizi, del settore pubblico, dei dirigenti scolastici, del medici ed altre categorie professionali, allargando il consenso al milione di italiani che hanno responsabilità e sono impegnati nelle imprese e nelle attività del Paese per produrre ricchezza a beneficio della collettività.  La rappresentanza sociale dei manager e delle alte professionalità è infatti unita nel contribuire allo sviluppo del Paese.
Al centro delle preoccupazioni del Paese credo importante considerare l’occupazione per sostenere il welfare e assicurare prospettive di sviluppo, partendo dal 57,7% del tasso di occupazione che costituisce una sfida che dobbiamo cogliere correndo più velocemente nella direzione della competitività. La pubblicazione del libro “L’inganno generazionale” offre l’occasione per riaprire il dibattito sull’occupazione alla luce di nuovi elementi di riflessione.
Nel nostro Paese purtroppo le preoccupazioni sono alimentate più dalle polemiche tese a suscitare indignate lamentazioni, che dall’analisi della situazione, perché prevale la volontà di delegittimare gli avversari piuttosto che trovare insieme il modo di imboccare la via della ripresa economica e valoriale. Insomma c’è un vuoto di cultura manageriale e di leadership che nessuno finora ha tentato seriamente di colmare.
La cultura italiana tende a non distinguere le disgrazie dai fallimenti e i mezzi di comunicazione trattano allo stesso modo il terremoto e il caso Alitalia. La cultura manageriale ci ha invece insegnato che bisogna distinguere tra i problemi causati da fattori esterni, incontrollabili, dai problemi generati da fattori interni, dalle scelte del Paese. Quindi l’occupazione che ci sarà, fra un anno e dieci anni, non sarà solo l’effetto di una congiuntura favorevole, ma sarà il risultato delle decisioni e iniziative che questo Paese sarà in grado di realizzare.
Dobbiamo liberarci degli inganni per prendere atto della realtà e definire insieme responsabilmente come uscire dal percorso di precarietà. Oltre all’inganno generazionale dobbiamo prendere coscienza dell’inganno sul debito pubblico che è nostra responsabilità contenere e ridurre, per evitare di lasciare alle prossime generazioni scarse prospettive occupazionali insieme ad un debito pubblico non sostenibile.
In conclusione ho sottolineato l’importanza che i manager attribuiscono alla gestione delle pensioni da parte del soggetto che ne detiene il monopolio e che ho potuto verificare dagli articoli più letti della rivista Dirigenti Industria digitale. Non dovrebbe infatti sorprendere l’interesse di chi ha realizzato versamenti contributivi oltre il milione di euro per capire quanto sia motivato e legittimo il loro interesse. Per fare chiarezza è necessario separare subito l’assistenza dalla previdenza e realizzare le scelte nel rispetto dei cittadini assicurando certezza del diritto, perché senza diritto non c’è democrazia.

Dagli interventi straordinari al programma di rilancio

Ha quindi aperto i lavori della tavola rotonda il moderatore Walter Passerini che ritiene molto importante l’opera di Alessandra del Boca e Antonietta Mundo perché smonta una serie di stereotipi e di pregiudizi che devono essere sconfitti. L’iniziativa pensata dal Presidente Ambrogioni come CIDA e dai partecipanti al convengo propone punti di vista e di riflessione utili in questo momento, per individuare proposte efficaci. Il libro offre una visione critica sulle statistiche che vengono fornite ogni mese ed esamina le tre fasi della vita: formazione, lavoro e pensione, non più rigidamente separate come un tempo e che devono essere armonizzate per le prossime generazioni per assicurare la sostenibilità. Non basta un contributo di solidarietà a carico dei manager per risolvere i problemi, ma bisogna invece delineare nuovi equilibri strutturali  fra le tre fasi della vita per evitare l’impoverimento e le tensioni sociali. 
Sono state finora affrontate le criticità occupazionali con interventi straordinari, incentivazione all’assunzione dei giovani con sgravi contribuitivi per i primi tre anni, politiche attive, voucher che hanno prodotto comunque risultati nel breve periodo, con 750.000 nuove assunzioni, ma è importante assicurare prospettive di crescita continua definendo politiche in grado di assicurare competitività e sviluppo, ed in questo è importantissima la funzione dei dirigenti, che hanno l’onere e l’onore di indicare i settori su cui puntare per il rilancio del Paese.

Stiamo veramente orientando i giovani a prepararsi per cogliere le opportunità di lavoro ?

Alessandra del Boca, Professore ordinario di Politica Economica all’Università di Brescia, ha ricordato che la disoccupazione giovanile viene usata come un’arma contundente nel dibattito senza alcun rispetto per la logica e gli effetti negativi sulla coesione sociale. Una più attenta analisi mette in evidenza che i giovani nella fascia d’età fra i 15 e i 24 anni, per i quali i dati ISTAT indicano tassi di disoccupazione del 37,9%, in realtà non tengono conto che i giovanissimi sono in buona parte “occupati” nello studio e quindi i disoccupati sul totale della popolazione dei giovani si riduce al 10,1%, una percentuale sempre elevata, ma inferiore al 12,9% dei meno giovani disoccupati  fra i 25 e i 34 anni. Come indicato dal grafico seguente la disoccupazione è problematica per tutte le fasce d’età, con diverse ripercussioni e ricadute sociali. I giovani parcheggiati rischiano di perdere il treno del lavoro, mentre gli over 35 non hanno le risorse per creare famiglia e contribuire alla demografia del Paese, così come i disoccupati over 50 non hanno i mezzi per mantenere le famiglie. 
I giovani hanno difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro anche perché hanno una preparazione non coerente con le richieste del mercato del lavoro, con un eccesso di laureati in scienze umanistiche come è possibile verificare dai grafici seguenti.
La crisi occupazionale che coinvolge oltre 3 milioni di persone, che potrebbero aumentare se non faremo nulla, costituisce una priorità per il Paese. Il Jobs Act ha rappresentato una rivoluzione culturale per il mercato del lavoro diventato più fluido e più libero, per avviarci verso una nuova dimensione del lavoro.

Di seguito la versione completa della presentazione di Alessandra del Boca e Antonietta Mundo

Inganno generazionale milano palazzo marino

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Dobbiamo assicurare equilibrio fra la spesa per il welfare e la contribuzione

Antonietta Mundo, consigliere di amministrazione Unipol Gruppo e coordinatrice della commissione previdenza CIDA, nel confermare l’errore metodologico che ha generato le clamorose percentuali di disoccupazione giovanile al 40%, ha fatto anche notare che i periodi di assunzione e licenziamento indicano una prevalente occupazione stagionale. Si tratta di 13 settimane da giugno a settembre, dei ragazzi delle scuole secondarie e delle università, che sono esattamente il numero minimo di settimane che servono per ottenere un’indennità di disoccupazione dall’INPS, anche frequentando la scuola, cosa non possibile ad esempio in Gran Bretagna. Quindi per l’lNPS questi studenti vengono conteggiati fra i disoccupati, mentre il ministero dell’istruzioni li conteggia fra gli studenti. Insomma questi studenti che vivono a carico dei genitori, approfittano dell’indennità di disoccupazione per incrementare la paghetta; altro esempio di abuso a carico dei contribuenti e a scapito di coloro che avrebbero veramente bisogno dell’indennità di disoccupazione. Ben più grave la situazione per la fascia d’età 25 – 34 anni, nella quale diventa importante il reddito da lavoro per formare una famiglia ed avere figli, senza i quali avremo problemi sempre più seri fra 30 anni. Per quanto riguarda le pensioni dei giovani, che sono diventate altro argomento di sfiducia, dobbiamo tener presente che il nostro sistema contributivo seppur con aliquote fra le più elevate d’Europa non riesce a raccogliere le necessarie risorse perché il lavoro è sempre più precario e caratterizzato da periodi di inattività, inoltre gli stipendi in Italia sono decisamente inferiori rispetto ad esempio alla Germania e quindi sebbene i tedeschi abbiano percentuali contributive inferiori alle nostre (20%), riescono a raccogliere maggiori importi contributivi. Insomma il welfare non è sostenibile senza occupazione e relativa generazione di ricchezza.
Marco Leonardi

Marco Leonardi

Gli interventi governativi

Nel confermare la validità delle analisi realizzate delle autrici del libro "L'inganno generazionale" Marco Leonardi, Consigliere economico della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Professore di Economia presso l’Università degli Studi di Milano, ha sostenuto la validità ed efficacia  delle iniziative governative in particolare il Job Act e le agevolazioni per favorire l'ingresso dei giovani, soprattutto nella fascia dei 25-34 anni.
In merito alle crescenti incertezze sulle prospettive pensionistiche per i giovani Leonardi ritiene doveroso intervenire per assicurare continuità contributiva.

C'è bisogno di un cambio di rotta

Invito gli interessati all'articolato intervento del Consigliere CIDA Lombardia, Marco Ballarè a leggere il suo articolo "Cambio di rotta" pubblicato su Dirigenti Industria e accessibile cliccando il titolo.
Ballarè ha evidenziato quanto il problema generazionale dell’Italia sia dovuto al fatto che da troppi anni non c'è crescita economica, la produttività è in calo e l’occupazione è bassa per tutte le fasce d’età; ultima in Europa non considerando la Grecia.
Ha infine concluso ritenendo che le classi dirigenti del Paese debbano legittimare il loro ruolo professionale e sociale partecipando attivamente ad un cambio di rotta e di passo.

In conclusione

Il convegno organizzato da CIDA Lombardia il 12 maggio nell'Aula Consiliare di Palazzo Marino, in Piazza della Scala 1 a Milano, ha aperto un responsabile dibattito sull'analisi delle opportunità di lavoro e delle prospettive previdenziali per superare "Il falso mito del conflitto per il lavoro".
Alla tavola rotonda moderata dal giornalista Walter Passerini hanno partecipato: le autrici del libro "L'inganno generazionaleAlessandra del Boca (Professore ordinario di Politica economica all’Università di Brescia) e Antonietta Mundo (consigliere di amministrazione di Unipol Gruppo e coordinatrice della commissione previdenza CIDA), il Consigliere Economico di Palazzo Chigi, Marco Leonardi e il Consigliere CIDA Lombardia Marco Ballarè.
Nel dibattito sono stati commentati e smontati i luoghi comuni e per far luce sui dati che rivelano una realtà talora rassicurante. La disoccupazione giovanile riguarda davvero il 40% dei soggetti o si tratta di un inganno statistico per amplificare il fenomeno? È vero che i giovani possono trovare lavoro solo quando i più anziani liberano posti andando in pensione? Le statistiche dicono una cosa diversa e il problema da risolvere sta nella creazione di opportunità di lavoro, rimuovendo gli ostacoli alla competitività ben evidenziati dal recente rapporto “The EU Regional Competitive Index”: efficacia delle istituzioni; lotta all’evasione fiscale; infrastrutture; stabilità macro economica; efficienza del mercato del lavoro; aggiornamento tecnologico e innovazione
Un patto fra le generazioni richiede che si smetta di guardare al passato per ragionare seriamente di soluzioni per il futuro. I dati presentati nella libro e le riflessioni proposte dalle autrici indicano la via in un welfare che svolga la doppia funzione: preparare ex ante perché non c’è futuro senza occupazione e riparare ex post, rispondendo ai bisogni di ciascuno, formando capacità che accrescano le opportunità e il benessere di tutti.
Un convegno fuori dagli schemi da non perdere perché finalmente sono affrontati in modo oggettivo ed originale i problemi veri e prioritari del Paese, analizzando con la necessaria attualità dati di fatto e prospettive, per riflettere sulle iniziative realmente utili per riprendere la crescita ed offrire alle nuove generazioni meno debito pubblico e più prospettive di lavoro in Italia.

Il servizio fotografico del convegno è disponibile sul sito www.albumitalia.net e per la sezione dedicata al convegno basta cliccare qui.


Walter Passerini

Giornalista e docente universitario. Dal settembre 2005 al 2008 è Capo redattore de "Il Sole 24 Ore. Che lascia per "Italia Oggi", dove realizza "Io Lavoro", il primo settimanale dedicato ai Professionisti delle Risorse umane. Dal 2010 collabora con "La Stampa", dove realizza le pagine su lavoro e formazione del lunedì ("Tutto Lavoro") e gestisce un blog di dialogo con i lettori. Già Vicedirettore della Scuola di Giornalismo "Walter Tobagi" dell'Università Statale di Milano. Collabora, come conduttore televisivo e radiofonico, con diverse testate pubbliche e private.

Alessandra Del Boca

Professore ordinario di Politica economica all’Università di Brescia, ha insegnato alla Sapienza di Roma e alla University of California di Berkeley. Ha svolto attività istituzionale al Ministero della Funzione pubblica, come presidente della Commissione assenteismo; è stata consigliere di Cnel, Comstat (Comitato di indirizzo e coordinamento dell’informazione statistica Istat) e Ministero del Lavoro. Amministratore della Banca Popolare Commercio e Industria dal 2012, dal 2013 è consigliere di sorveglianza UBI Banca.

Antonietta Mundo

Ha lavorato come attuario all’Ente Nazionale Prevenzione Infortuni e all’Inps, nel ruolo di coordinatore generale statistico-attuariale. È stata membro della Commissione assenteismo del Ministero della Funzione pubblica, del Comstat, del Comitato scientifico per il monitoraggio del mercato del lavoro del Ministero del Lavoro, e rappresentante del governo al Social Protection Committee-ISG presso l’Unione Europea. Dal 2016 è consigliere di amministrazione di Unipol Gruppo ed è coordinatrice della commissione previdenza CIDA.

Marco Ballarè

Dirigente dal 1980 ha iniziato la propria carriera nel mondo della Grande Distribuzione ricoprendo incarichi di vertice sino a raggiungere la carica di Direttore Generale.
In seguito, ha diversificato la propria esperienza entrando nel mondo dei servizi alla mobilità come Amministratore Delegato in un noto Gruppo autostradale e con la medesima responsabilità in quello delle Banche d’Affari, responsabile della valorizzazione delle nuove iniziative. 
Attualmente collabora con una importante società specializzata nella consulenza strategica oltre a ricoprire la carica di Presidente presso una società di intermediazione assicurativa.
Attivo nel mondo della rappresentanza d’interessi da quasi un decennio ricopre cariche nazionali e regionali nel sindacato del terziario e nella Confederazione nazionale dei dirigenti d’Azienda. (CIDA).
Archivio storico dei numeri di DIRIGENTI INDUSTRIA in pdf da scaricare, a partire da Gennaio 2013.