Gli strumenti del Jazz

Jazz is life. Ciclo Jazz 2019

In seguito a diverse edizioni di successo nelle quali si sono succeduti in modo cronologico esecutori virtuosi e motivi rinomati, per il nuovo ciclo si è pensato ad un approccio originale. Gli strumenti hanno dovuto adeguarsi alla bravura sempre più marcata dei musicisti. Gli strumenti hanno quindi seguito l’evoluzione artistica del Jazz e si sono evoluti per fare fronte alle tecniche sempre più sofisticate degli esecutori. Ascolteremo come al solito Jazz di alta qualità, questa volta però dalla prospettiva dello strumento che nella nostra sete di musica abbiamo dato per scontato. Ma scontato non è, quindi vi aspettiamo numerosi per scoprire il segreto di sassofoni, tromboni, trombe, clarinetti e chi più ne ha, più ne metta. Josef Oskar  - Componente GdL Cultura ALDAI

Giuliano Ceradelli 


Parallelamente allo sviluppo storico dei vari linguaggi musicali del jazz dalle forme tradizionali come il blues, lo spiritual e il gospel e quindi il ragtime, e gli stili New Orleans e Dixieland. 
Fino all’evoluzione definitiva attraverso lo swing, il cool jazz, il bebop e l’hard bop, il latin e gli stili più avanzati del free jazz, del fusion e del jazz-rock, si è avuta anche una rapida evoluzione degli strumenti che sono serviti ad esprimere tali linguaggi. In alcuni casi, come per il piano, la tromba e la famiglia dei sassofoni si è trattato principalmente del perfezionamento di una tecnologia già esistente, se non altro come diretta eredità della grande tradizione classica europea.
Giuliano Ceradelli

Giuliano Ceradelli

In altri casi, e in particolar modo per contrabbasso e batteria, si è invece assistito ad una vera rivoluzione del ruolo stesso di questi due strumenti (definiti, con il piano, la “sezione ritmica”) che, da posizioni di retroguardia (confinati al semplice ruolo di accompagnamento) hanno raggiunto in seguito una collocazione in primo piano, giungendo a ricoprire anche il ruolo di solista.
La formazione canonica da piccolo combo jazz come la conosciamo oggi – in cui pianoforte, contrabbasso e batteria fanno da sezione ritmica, mentre la parte solista è svolta da strumenti a fiato, tipicamente tromba e sassofono – è passata attraverso quasi quarant’anni di evoluzioni prima di stabilizzarsi così.
Evoluzioni che, prima degli small combo, hanno interessato le big band: il clarinetto e la cornetta, popolarissimi nel jazz di New Orleans, hanno gradualmente lasciato il proprio posto ai sassofoni e alla tromba, mentre il contrabbasso ha potuto affrancarsi dall’appoggio ritmico della chitarra e assumere un ruolo di primo piano, come sopra detto, – anche solista – non solo grazie ai progressi dell’amplificazione, ma soprattutto grazie alle personalità di chi questo strumento lo ha reso protagonista.
Nei prossimi incontri parleremo quindi degli strumenti del jazz e li faremo suonare tutti! 
Dalla tromba al trombone, dal clarinetto ai sassofoni, dal flauto al vibrafono, dal pianoforte all’organo, dalle tastiere al sintetizzatore, dalla chitarra al contrabbasso, dal violino alla batteria e agli altri strumenti a percussione e attraverso questi suoni, metteremo in risalto l’evoluzione stilistica del jazz, che è avvenuta nel tempo con la consequenzialità, la logica, l’ineluttabilità e la compattezza che hanno caratterizzato l’evoluzione di un’arte autentica.
Un’ulteriore dimostrazione (se ce ne fosse bisogno) che nel jazz non può esistere alcun “scontro di civiltà” semplicemente perché il jazz è una musica che fin dall’inizio poggia sulla contaminazione che si esprime, anche attraverso l’adozione degli strumenti, musicali e in senso lato, più adatti. Nonostante le circostanze repressive e razziste in cui è nato, il jazz non arriva tanto dalla limitazione, quanto semmai dall’incontro e dalla reciproca influenza tra le differenti culture musicali africane ed europee, in primis, e asiatiche. In una sola parola da un dialogo, perché il jazz è meticcio e lo sarà per sempre e nel futuro ancor più di ora.
Il jazz è una musica di comunità, di unione, di condivisione, di compromesso e di abilità di comunicare. L’improvvisazione musicale si può trovare in tutto il mondo, ma è il jazz che insegna l’anticonformismo. 
L’impulso comunicativo che gli afroamericani trasformarono in jazz portò una nuova qualità all’interno della storia della musica: l’idea, poi diventata suono e ritmo, di individualismo, uguaglianza e dignità.

Si prega prenotare la partecipazione nella sezione EVENTI del sito www.aldai.it
Archivio storico dei numeri di DIRIGENTI INDUSTRIA in pdf da scaricare, a partire da Gennaio 2013.