Il punto sull'economia spinta dal digitale
In apertura del 137° incontro del Gruppo Progetto Innovazione del 20 settembre 2017, Giancarlo Magnaghi ha condiviso con i colleghi una sintesi dei dati sul contributo delle tecnologie digitali al miglioramento della situazione economica presentati il giorno prima a Roma da 4 ministri del Governo.
Giancarlo Magnaghi
Socio ALDAI, componente del Gruppo Progetto Innovazione e della commissione Industy 4.0 Federmanager
giancarlo.magnaghi@cherryconsulting.it
I risultati del piano Industria 4.0 sono stati presentati da Carlo Calenda, ministro per lo sviluppo economico, Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia e delle finanze, e i componenti del Governo a cui spetterà il compito di sviluppare le strategie per far crescere l’Italia dal punto di vista delle competenze: il ministro del lavoro Giuliano Poletti e dell’istruzione, dell’università e della ricerca, Valeria Fedeli. Quella che fino ad oggi è stata chiamata “industria 4.0” dovrà trasformarsi nel 2018 in “impresa 4.0”, “Lavoro 4.0” e “Formazione 4.0”.
I risultati economici contenuti nella presentazione scaricabile in calce all’articolo sono finalmente orientati allo sviluppo sebbene permanga un gap rispetto i Paesi europei più competitivi.
Dati incoraggianti
I ministri hanno presentato una serie di dati finalmente positivi:
- Incremento ordinativi mercato interno beni strumentali con picchi del +11,6% per macchinari e altri apparecchi. Aspettative su ordinativi ai massimi livelli dal 2010;
- Dati positivi sia su numero di imprese che aumenteranno spesa in Ricerca&Sviluppo sia su percentuale di crescita della spesa (da indagine campionaria +10%/+15%);
- Stanziati interventi pubblici pari a 3,5 Mld € per infrastrutture e per incentivi alla domanda di famiglie e imprese al fine di raggiungere gli obiettivi di copertura al 2020;
- Fondo di Garanzia: +10,7 % importo garantito nei primi 8 mesi 2017;
- Contratti di Sviluppo: concesse agevolazioni per ~1,9 Mld € e creati/salvaguardati più di 53.000 posti di lavoro.
Il commento dei Ministri
Il Ministro Calenda è convinto che: “Finora ammortamento, superammortamento e iperammortamento hanno funzionato e anche il credito d'imposta per gli investimenti in ricerca e innovazione”.
Da migliorare la diffusione della conoscenza di Industria 4.0: “L'anno scorso solo il 10% delle imprese sapeva di cosa si stava parlando e proseguono le attività con le associazioni di categoria, Confindustria, Unioncamere, rete impresa italia, che hanno aperto digital innovation hub per entrare in contatto con il territorio”. Per inciso il Digital Innovation Hub Lombardo è stato costituito a fine luglio e sarà operativo in autunno.
Il ministro Fedeli punta sulla necessità di “riallineare complessivamente, tutti insieme, le competenze e la formazione, mantenendo un rapporto più diretto con le innovazioni che vengono dal sistema delle imprese. Giuliano Poletti ha sottolineato l’importanza di trasformare in misura strutturale l’apprendistato duale per essere allineati al lavoro che cambia e dobbiamo rivolgere la nostra attenzione ai neet, alle persone cioè che rimangono fuori dai percorsi formativi e dal mondo del lavoro con progetti come ‘Crescere in digitale’, per costruire un’occupabilità il più possibile immediata”.
Il punto di vista scientifico
Marco Taisch, docente della School of Management del Politecnico di Milano e co-responsabile scientifico dell'Osservatorio Industria 4.0 ha fornito una lettura delle misure annunciate dal governo che ritiene molto positive perché, dopo i buoni risultati del primo anno del Piano Nazionale, vanno nella direzione richiesta dal sistema economico–industriale per offrire nuove opportunità di investimento alle imprese. E con azioni significative di sostegno alle competenze 4.0, si allarga il campo del programma a sostegno della quarta rivoluzione industriale, che oggi è apprezzato ed è importante l'intenzione annunciata dal Governo di rinnovare i bonus di iper e superammortamento del Piano Nazionale Industria 4.0: che hanno riscosso notevole successo tra le imprese. La ripresa di competitività del sistema industriale italiano non dipenderà tuttavia solo dagli investimenti in tecnologia, anche dalla disponibilità di competenze da acquisire attraverso una formazione dedicata e in questo momento l’Italia sconta uno skill gap, con la situazione paradossale di un'alta disoccupazione giovanile e imprese che faticano a trovare le persone giuste. Oltre a macchine di ultima generazione, in fabbrica è necessario avere personale qualificato in grado di saperle usare. Per questa ragione, è un'ottima notizia l'annunciata riforma degli Its: abbiamo bisogno di tecnici per cogliere le opportunità della quarta rivoluzione industriale. E altrettanto giusta è la misura del credito di imposta sulla formazione: un incentivo per lo sviluppo di competenze è quello che serve a completare il Piano Nazionale, che prevede già incentivi agli investimenti tecnologici.
Cliccare "impresa-quattro-punto-zero-19-09-2017" per scaricare la presentazione.
28 settembre 2017