Smart city: Milano al top in Europa

Transizione digitale, ecologica e inclusione sociale, i 3 pilastri che identificano la smart city, anzi la human smart city

Emilio Locatelli 

Socio e Senior Executive Tutor ALDAI-Federmanager
Spesso noi italiani siamo esterofili e tutto ciò che abbiamo in casa non ci sembra all’altezza degli altri Paesi, in particolare per molti aspetti della vita digitale e del futuro “green”. In questo caso ci sbagliamo “di grosso”!

Infatti, queste sono le principali evidenze della quinta edizione del Booklet Smart City, a cura del Centro Studi di Assolombarda in collaborazione con EY, che indicano il capoluogo lombardo in linea con le più moderne città europee come Berlino, Monaco, Amsterdam, Barcellona e Parigi per le infrastrutture di rete digitali. Siamo al top per la rete wi-fi pubblica con la miglior capillarità, mentre siamo al quarto posto nel ranking sulla performance della rete fissa. 

Esplorando e quantificando il posizionamento di Milano abbiamo una copertura broadband estesa al 100% e nella rete wi-fi pubblica per ogni hotspot vengono serviti ben 2.302 abitanti. 
Con questo scenario Milano fa “bingo” in comparazione con le stesse Berlino, Monaco, Amsterdam, Barcellona e Parigi relativamente agli aspetti delle città intelligenti e soprattutto a misura di cittadino. 
Fonte: EY su dati Osservatorio Ultrabroadband EY

Fonte: EY su dati Osservatorio Ultrabroadband EY

Analizziamo brevemente alcuni aspetti importanti che concorrono a designare il nostro scenario.

Infrastrutture digitali per la resilienza

C’è stata una significativa crescita di sensori nell’ambito della sicurezza in generale (stradale, sociale, ecc) e, contemporaneamente, nella gestione dei rifiuti differenziati. Purtroppo, riscontriamo lacune nelle performance sia della rete fissa sia di quella mobile, posizionando Milano a metà classifica nei benchmark per velocità di download, upload e latenza; inoltre abbiamo lo stesso livello europeo per i livelli di interazione con i servizi digitali della PA.  Milano si posiziona come una smart city in virtù della forte copertura broadband e della capillarità di rete wi-fi. 
Dobbiamo altresì rilevare un notevole gap con le principali città europee relativamente a:
  • reti energetiche: la rete di teleriscaldamento è il 20% di quella di Berlino; 
  • la potenza dei pannelli fotovoltaici installati: la più bassa nel benchmark;
  • le infrastrutture per l’elettrico (quadruplicate dal 2017): 183 le colonne di ricarica per milione di abitanti, meno del 50% di Monaco e solo un 10% rispetto ad Amsterdam.

Collaborazione pubblico-privato

Storicamente il motore che da sempre ha spinto Milano a primeggiare nella competitività deriva dalla sua capacità di gestire e cavalcare i cambiamenti in atto, sia dal punto di vista energetico/climatico sia da quello socioeconomico. Si nota un fermento che risponde concretamente a queste sfide cercando di coinvolgere tutti i settori industriali, servizi e terziario, con azioni molto efficaci. La chiave di volta necessaria - direi indispensabile - è “far leva” sempre più su modelli di collaborazione tra pubblico e privato: il tallone di Achille nazionale
Dobbiamo assolutamente fare rete per lavorare in modo sinergico nella gestione delle straordinarie sfide che incontreremo prossimamente.

Le prestazioni della PA digitale

Nella fornitura dei servizi e prestazioni della PA, Milano mostra un approccio digitale e un trend sempre più positivo. Ai cittadini e alle imprese vengono forniti servizi di buon livello e si registrano positivi standard di innovazione (leggi pagamenti digitali in ambito turismo e mobilità)
Per i processi di comunicazione i Comuni dell’area Metropolitana  privilegiano piattaforme social come Facebook e Twitter (il più utilizzato a Milano) con una notevole mole di contenuti amministrativi,  mentre per quelli marketing il più seguito è Instagram.

La sostenibilità urbana

Il capoluogo lombardo ha dedicato molto impegno e molta attenzione alla sostenibilità urbana.
La mobilità in città è un tema molto caldo specialmente per gli autoveicoli più inquinanti; a tal proposito diverse dati indicano che le auto circolanti a Milano a basse emissioni sono il 10%.
Crescono - anche se lentamente - le colonnine di ricarica per auto full electric (183 per milione di abitanti nel 2022), raddoppiate le piste ciclabili rispetto al 2017. Crescono le biciclette condivise 12.316 per milione (il doppio di Parigi), e anche gli scooter condivisi; è chiaro che un inverno “vecchio stile” freddo e piovoso/nevoso impatterebbe pesantemente sull’utilizzo dei mezzi.
In ottica energia e ambiente esiste un'elevata quota di rifiuti riciclati con ben il 63%, (+7% rispetto a Monaco seconda nel benchmark e +15% rispetto ad Amsterdam, terza) . 
Come tutti possono immaginare le criticità maggiori riguardano la qualità dell’aria e le aree verdi (i nostri competitor sono molto più avanti). 

Smart working e smart mobility

Facendo riferimento ai valori di giugno 2022, i movimenti per motivi lavorativi nelle città prese a campione sono il 20% in meno rispetto ai dati pre-Covid con una sola eccezione che risulta essere Monaco con un delta del 10%. Chiaramente su questo pesa notevolmente la modalità smart working ancora in uso presso molte aziende. 
Nella stessa città di Milano - nel primo quadrimestre 2022 - oltre il 90% delle aziende continua a proporre lo smart working ai propri dipendenti in modalità differenti (2-3, 3-2, 1-4  giorni casa-ufficio). Conseguentemente i movimenti delle persone sono quasi un 30% inferiori al pre-pandemia e lo stesso delta risulta uguale a Berlino e Amsterdam mentre di gran lunga maggiore a Monaco, Barcellona e Parigi. Osservando più in dettaglio le abitudini della città cresce la strategia smart delle aree analizzate.
Nella stessa misura anche Milano si sta allineando a questo schema e incomincia a inserire sotto la nota formula “15 minuti” una serie di iniziative normative e di bandi per riconsiderare la mobilità e il co-working sostenendo tutte quelle iniziative che potrebbero avere un notevole impatto sociale.

In sintesi transizione digitale, ecologica e inclusione sociale: sono questi i 3 pilastri che identificano la smart city, anzi la human smart city (come definita dello EY Human smart city index 2022).

Emerge prepotentemente anche in Italia questa caratteristica come prioritaria nell’era post-Covid, e diventa sempre più l’elemento rilevante per le aziende che vogliono attrarre talenti. Si devono comprendere sempre più le esigenze dei lavoratori tra smart working, ricerca di maggior equilibrio tra vita professionale e privata e richiesta di mobilità sostenibile. Occorre ripensare completamente lo schema dei “vecchi benefit” e muoversi verso un work life balance differente e sostenibile, in una parola più umano.



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