Aristocrazia 2.0

Un libro che delinea in modo chiaro e radicale la visione, il ruolo determinante della meritocrazia e il percorso per il rinascimento del paese.

Di Roger Abravanel
Edizioni Solferino
Pagine 288 - Prezzo 17 € e 9,99 € formato Kindle 

Recensione a cura di Mario Garassino, Presidente Commissione Studi ALDAI-Federmanager

Scrive l’autore in copertina, 
Aristocrazia significa all’origine il governo dei migliori, ma la parola nei secoli è passata a indicare il potere dei privilegiati per nascita … Aristocrazia 2.0 è il progetto possibile di una nuova élite del talento che può portare il nostro paese fuori dalla palude di impoverimento e decadenza in cui… si trova. ……. Per vincere la sfida della rinascita l’Italia deve introdurre la “cultura del merito” a scapito del principio delle rendite”.

Serve, dunque, un profondo cambiamento dei valori fondamentali in Italia per portare il nostro paese a livello dei paesi anglosassoni e dei migliori paesi asiatici. È necessaria una “meritocrazia” veramente applicata e sostenuta da tutti che, sola, può produrre una “economia della conoscenza”, che si basa sul “capitale intellettuale capace di innovazione, scienza e tecnologia all’economia ed alle imprese”.
La trasformazione richiede un’unione di forze verso gli obiettivi per ottenere competenze sempre più elevate alle imprese (che non possono essere piccole o senza volontà innovativa), all’Università, allo Stato (che deve favorire il processo).

Per questo obiettivo servono persone (giovani) che abbiano la possibilità di agire in un mondo dove la volontà competitiva sia una spinta necessaria e gli sforzi vengano riconosciuti non solo da possibilità di impiego ma anche economicamente. Qui le industrie hanno una vera funzione di promotrici. Debbono però avere “fiducia” nei giovani cambiando il sistema di valutazione e valorizzazione. È il primo passo verso l’economia della conoscenza. Altri passi fondamentali sono quelli che deve fare lo Stato, che deve veramente capire cosa significa la parola imprenditore, dimenticandosi del suo passato. È poi necessaria una forte riforma del sistema universitario che porti alla rivelazione delle eccellenze, che non potranno che essere che poche, non certo a discapito dei molti ai quali non deve essere precluso un percorso normale.

Il Covid sta creando una serie infinita di problemi e indicando un futuro diverso dall’attuale. Il mondo cambierà specialmente negli aspetti industriali; il mondo dei servizi ha già fatto vedere quali siano le nuove esigenze. L’economia sarà sempre più basata su innovazioni e da qui la necessità di avere elementi in grado di crearne, come certamente sarà necessario, il capitale intellettuale base della economia della conoscenza, portato allo sviluppo e benessere economico della società.

Ricostruzione del capitale umano nelle aziende, con riconoscimento del merito per gli sforzi fatti e i risultati conseguiti, affidamento di leadership a chi può essere più efficace: questo è ciò che si chiede insieme alla volontà di supportare con giusti finanziamenti gli obiettivi che ci si pongono. In questo modo si costruirà una necessaria cultura aziendale. Ciò è importante per imprese private e pubbliche senza distinzione.

L’Italia non può ancora essere definito un paese per manager, sia perché il crearli non sembra essere il primo scopo, sia perché la presenza di molte piccole imprese famigliari, meglio familiste, non sente la necessità di avere veri manager al loro interno. Molte grandi ditte poi sono in vendita al migliore offerente. Si salvano solo quelle che hanno capito e si sono messe a comprendere e ad anticipare il futuro, dando libero sfogo all’eccellenza, con la convinzione che anche lo Stato potrà essere considerato tale se avrà la fiducia dei cittadini.

Ci si può chiedere ora quali siano gli avversari di questa economia della conoscenza. Tutti coloro che non la capiscono, non la condividono, non la vogliono. Potere politico, potere giudiziario. associazioni di imprese, sindacati e università (a parte alcune). Il loro volere è non destabilizzare lo stato attuale, non ammettere valore alla meritocrazia, che del progetto è la base. Per loro vale talvolta considerare la meritocrazia come ingiusta perché fa selezione accurata, mentre invece essa per le persone e per il paese deve soprattutto essere utile. E l’utilità per alcuni si deve trasformare in utilità per tutti. L’Aristocrazia 2.0, la selezione dei migliori deve portare al miglioramento del paese.

Alla fine del libro, l’autore fornisce alcune proposte per salvare l’economia del paese, realizzando l’Aristocrazia 2.0. Sono tre idee chiave per risolvere i problemi sociali ed economici.
  • “La nascita di un nuovo tipo di capitalismo, che consideri fondamentale le capacità e l’intelligenza.” Che possa rapportarsi alle società più evolute, che possa avere coraggio di cambiare.
  • La ristrutturazione del percorso universitario che porti gli studenti, con sistemi meritocratici, “all’altezza delle opportunità e delle sfide dell’economia della conoscenza”.
  • “Il riequilibrio dei poteri all’interno dello Stato per avere una giustizia nell’interesse di tutti e non solo di chi amministra.” 
All’interno del saggio si potranno trovare ulteriori delucidazioni con esempi molto dettagliati che giustificano quanto qui sintetizzato.
SAVE THE DATE

"Il ruolo dei manager per la rinascita"

Incontro-dibattito con Roger Abravanel (Presidente onorario Forum della Meritocrazia) 

L'evento si terrà in videoconferenza Zoom martedì 30 marzo 2021 alle ore 17.30
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2021 03 30 locandina incontro roger abravanel

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