Dialoghi sul clima tra emergenza e conoscenza

Recensione del libro che rimette in discussione i fondamenti scientifici basati su “modelli climatici” che hanno dominato la narrativa catastrofista degli ultimi anni ma che hanno dimostrato nei decenni l’insostenibilità dell’idea di un clima CO2-dipendente

A cura di  Alberto Prestininzi
Edizioni: Rubbettino 2022
Pagine 368 - Prezzo 22,00 € - Ebook 9,99 €
Disponibile nelle migliori librerie e in versione ebook

Recensione a cura di Giuliano Ceradelli - Socio ALDAI Federmanager
Un libro sui cambiamenti climatici non fa notizia, sebbene telegiornali e media di ogni genere continuino da anni a trattare quotidianamente l’argomento certamente importante, ma alla lunga c’è da chiedersi se non sarebbe il caso di rivolgere il “lavaggio del cervello” al vero  problema dei nostri tempi e cioè al tema dell’inquinamento di cieli, acque e suoli che con il cambiamento climatico ha poco o nulla a che vedere. 

Una pubblicazione che cerchi di riportare il dialogo sul piano scientifico oggettivo, diventa quindi la vera notizia e consiglio di leggere il recente libro promosso e curato da Alberto Prestininzi, Professore Ordinario presso L’Università "La Sapienza" di Roma, dal titolo “Dialoghi sul clima tra emergenza e conoscenza”, al quale ho avuto il privilegio di contribuire insieme ad una nutrita compagine di accademici, scienziati e studiosi esperti di clima. 

Il commento in quarta di copertina evidenzia la necessità di un rigoroso dialogo scientifico.

“Il dibattito sul clima ha assunto una nuova dimensione legata, soprattutto, a quanto è avvenuto negli ultimi 40 anni, ovvero da quando il tema clima è stato “ribattezzato” Global Warming, passando da prevalente argomento di interesse scientifico a dibattito politico-finanziario. 
La costituzione dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) nel 1988, sotto l’egida dell'ONU, come organo indirizzato a fornire una chiara visione scientifica del potenziale impatto sociale ed economico del Cambiamento climatico antropico, ha sottratto definitivamente alla scienza il confronto e il dibattito, spostandolo verso i media e il sistema di comunicazione, assumendo quindi una esclusiva dimensione politico-finanziaria“.

Il libro nasce quindi con il preciso obiettivo di riaprire un dibattito attraverso un confronto aperto, libero e plurale. L'idea di fornire informazioni razionali, corredate di dati e riferimenti scientifici, necessari per trattare la complessa tematica ambientale da molteplici punti di vista, con il necessario rigore scientifico e allo stesso sfatare così molti dei luoghi comuni “mainstream” basati su congetture ed opinioni non provate e non validate in modo rigorosamente scientifico.

Tutti riconoscono, nessuno escluso, che il clima è cambiato, ma sappiamo anche che lo ha sempre fatto, visto che il clima attuale non è differente da periodi caldi già occorsi nel passato sia storico che geologico e che eventi meteorologici estremi, come siccità, inondazioni, frane, smottamenti, sono sempre esistiti e vanno combattuti con la prevenzione e l’adattamento, cioè con la cura e pianificazione del territorio e col governo delle acque.

Le varie tesi illustrate nel libro chiariscono come sia dannoso, intraprendere azioni di messa al bando dei combustibili fossili con l’illusione di governare il clima. I combustibili fossili forniscono tuttora le risorse per l’85% del fabbisogno energetico che ha permesso all’umanità di godere del benessere materiale oggi raggiunto e la minore disponibilità d’energia invocata con l’accelerazione della transizione energetica significa, di fatto, ridurre quel benessere e impoverirsi.

Le tesi del libro in sostanza sono volte a far emergere le anomalie scientifiche, informando le persone che pagheranno a caro prezzo scelte politiche basate su ideologie prive di fondamento scientifico.

Gli autori si limitano a presentarsi con la sola carta d'identità di uomini di scienza, pronti al confronto delle ipotesi per far emergere i fatti, ovvero le "verità scientifiche", contro la (dis)informazione e il conseguente isterismo catastrofista, che hanno fatto emergere figure come quella di Greta e alle provocazioni delle giovani manifestanti che hanno imbrattato il vetro che copriva i “Girasoli” di Van Gogh. Gesti di una regia che ha interesse a mettere l’argomento sul piano della rissa mediatica piuttosto che proporre iniziative concrete per fronteggiare razionalmente e consapevolmente le sfide climatiche con veri accordi mondiali ed efficaci iniziative di salvaguardia territoriali. 

Sarebbe auspicabile quindi un "pubblico confronto scientifico" tra scienziati 'catastrofisti' e 'anti-catastrofisti', e ALDAI Federmanager sarebbe un ottimo contesto per diffondere e pubblicizzare le diverse opinioni alla ricerca della verità.
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