Un nuovo rinascimento italiano partendo dal modello lombardo

Il 6 aprile scorso a Milano si è tenuto il convegno “Lombardia è ricerca e innovazione” per condividere in modo partecipato il Programma Strategico Triennale della Regione e proporre alcune domande all’Assessore all'Università, Ricerca e Open Innovation, Luca Del Gobbo.

 

Franco Del Vecchio 

Consigliere ALDAI Federmanager e Segretario CIDA Lombardia - lombardia@cida.it

La legge regionale “Lombardia è ricerca e innovazione”, presentata lo scorso novembre ha l’obiettivo di accelerare gli investimenti delle imprese, in collaborazione con enti di ricerca e Università, per favorire la competitività del sistema industriale lombardo.
Nonostante “The EU Regional Competitiveness Index 2016” posizioni la Lombardia al 149 posto su 250 regioni europee, molti fattori ne distinguono il ruolo fra i protagonisti europei:
  • produzione del 2,5% del PIL dei 28 Paesi dell’Unione Europea, compresa la Gran Bretagna;
  • terza tra le Regioni Leader europee per valore aggiunto industriale;
  • la più alta percentuale (48%) di imprese a media ed alta tecnologia che fanno Ricerca e Sviluppo, rispetto al 45% della Baviera e del Rhones-Alpes, il 41,5% del Baden-Wuttemberg e il 21% della Catalunia;
Molteplici indicatori confermano la Lombardia, come prima regione italiana:
  • per investimenti in ricerca e innovazione, con 7,2 miliardi investiti dalle imprese e 1,4 miliardi da istituzioni pubbliche, Università e organismi no profit, che rappresentano complessivamente il 2,4% del PIL regionale;
  • per numero di start up innovative, ben 1.436, pari al 22% del totale nazionale;
  • per numero di brevetti, 1.000 l’anno, pari al 29% di quelli italiani;
  • per investimenti in venture capital e private equity, sebbene 1,6 miliardi di €, pari al 46% del totale nazionale, siano di gran lunga inferiori ad altre regioni europee tradizionalmente più orientare a tali forme di finanziamento.
Con la Legge Regionale 2016 “Lombardia è Ricerca e Innovazione”, che fa seguito alle leggi: “Manifattura 4.0” del 2015 e “Impresa Lombardia” del 2014, si vuole promuovere l’aggregazione fra imprese e centri di ricerca per favorire l’innovazione e la competitività del sistema industriale.
L’iniziativa ha l’obiettivo di: guidare e coordinare le politiche di sviluppo della Ricerca & Innovazione; delineare la “Smart Specialisation Strategy” cioè la “Strategia regionale di specializzazione intelligente per la ricerca e l’innovazione” (per brevità, S3), dare certezza sulle risorse, interventi, tempi e risultati attesi; coinvolgere la società civile, garantire la trasparenza e valutare i mutamenti generati dai progressi scientifici; fare di Regione Lombardia il primo acquirente di innovazione ed estendere il mercato dei prodotti della ricerca; trasferire i risultati della ricerca tecnico-scientifica al mercato, attraverso una procedura negoziale con tempi certi e risorse adeguate.
L’obiettivo e il programma proposto è ambizioso: disegnare insieme il percorso e le azioni che porteranno alla Lombardia di domani. Un confronto aperto con cittadini, imprese e attori del sistema economico e sociale per costruire il Programma Strategico Triennale per la ricerca, l’innovazione e il trasferimento tecnologico in Lombardia.
L’appuntamento dello scorso 6 aprile in Palazzo Lombardia a Milano ha confermato la vocazione lombarda all’innovazione e a costruire in modo partecipato il proprio futuro.
I lavori di “Lombardia è ricerca e innovazione” hanno avuto inizio con l’assemblea plenaria e  l’intervento di Carlo Ratti, Direttore del Senseable City Lab all’MIT di Boston, protagonista di un intervento dal titolo “Il futuro è già presente. Le innovazioni che ci stanno cambiando la vita”, al quale sono seguite: la presentazione della neonata Cabina di regia regionale per la ricerca e l’innovazione e il racconto degli Accordi per la Ricerca previsti dalla Legge Regionale 29/2016.
Dopo la presentazione delle strategie per il futuro condotte dall’Assessore Luca Del Gobbo che ha annunciato “l’incremento da 40 a 100 milioni di investimenti nei progetti di ricerca” insieme al Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, che ritiene “Milano punto di riferimento per il futuro”, l’audience è stata divisa in gruppi, per dare vita a cinque workshop tematici condotti da esperti del mondo dell’università, della ricerca e delle aziende, per illustrare le nuove sfide in materia di Digital security compliance, Data driven innovation, Open economy, Responsible Research & Innovation e Lombardia Research & Innovation 2020.
Luca Del Gobbo Assessore all'Università, Ricerca e Open Innovation -

Luca Del Gobbo Assessore all'Università, Ricerca e Open Innovation - "Giunta Regione Lombardia"

All’assessore Del Gobbo ho chiesto come pensate di coinvolgere i manager allo sviluppo del progetto “Lombardia è ricerca e innovazione”?
Nella giornata del 6 aprile abbiamo insediato la Cabina di regia interassessorile, prevista dalla nostra legge “Lombardia è Ricerca e Innovazione”. Con questa avviamo il percorso per la stesura del Programma strategico che vedrà coinvolti tutti gli assessorati, ma anche gli stakeholder dell’ecosistema della ricerca, delle imprese e tutti i cittadini attraverso l’apertura di una consultazione pubblica sulla piattaforma www.openinnovation.regione.lombardia.it per definire le priorità d’intervento pubblico. L’intero processo di elaborazione della proposta sarà supportato da una pluralità di fonti facendo proprio il metodo delle tre “O” che accompagna le politiche comunitarie come annunciato dal commissario EU Carlos Moedas: 1. Open Innovation, 2. Open Science, 3. Open to the World. Una occasione senza precedenti per i manager che vogliano cogliere le sfide del futuro.

Quale ruolo avranno i manager nel piano di sviluppo lombardo?
Nella nostra visione i manager hanno già un ruolo pro-attivo. Pensiamo ai nostri Accordi per la ricerca, una vera e propria innovazione non solo in termini di risultati che si potranno ottenere, ma anche nel metodo che Regione ha sin qui seguito. Superiamo la vecchia logica del bando a progetto e come pubblica amministrazione chiediamo solo una cosa alle imprese: mettetevi insieme, fate rete con Università e centri di ricerca per sviluppare ricerche applicate che facciano fare un vero e proprio salto di qualità alla vostra produzione rendendovi sempre più competitivi sul mercato. Attraverso una procedura negoziale che ha tempi certi, Regione Lombardia garantisce un sostegno del 50% dei costi dimostrati, fino a un massimo di 4,5 milioni a progetto. Ad ottobre 2016 ha preso avvio la fase di valutazione con il coinvolgimento di esperti indipendenti, chiusasi, come annunciato, a fine gennaio 2017. Sono 51 i progetti che hanno superato la selezione e che sono quindi idonei a negoziare con Regione Lombardia. Si tratta di 311 soggetti, di cui 110 organismi di ricerca e 201 imprese (64 grandi imprese e 137 piccole e medie). Essi individuano le caratteristiche dell’innovazione proprio nelle aree di specializzazione S3: il manifatturiero avanzato (14); industria della salute (16); Eco-industria (10); agroalimentare (15); Smart cities and communities (1); industrie culturali (1); Aerospazio (1); mobilità sostenibile (3). Gli Accordi, relativi ai primi 40 milioni di stanziamento regionale, dovranno essere sottoscritti al massimo entro il 30 maggio 2017.

Le iniziative istituzionali lombarde sembrano alimentare le premesse per l’auspicato rinascimento industriale.

Guarda il video: Lombardia è ricerca e innovazione

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