5G. Tra notizie, proteste e fake news

Le scoperte tecnologiche e le innovazioni sono sovente accompagnate da movimenti conservatori e dal protagonismo di persone che cercano di trarre vantaggio dalla iniziale scarsa conoscenza e dal timore del “nuovo”.

Emilio Locatelli 

Socio ALDAI-Federmanager, editorialista IA rivista  “Dirigenti Industria” e vicecoordinatore del Gruppo Progetto Innovazione
Quando si parla di 5G è utile sapere da dove veniamo per verificare i progressi compiuti dalla tecnologia delle telecomunicazioni senza che l’umanità si sia ammalata o abbia rischiato l’estinzione.

Cliccando il documento .pdf seguente è possibile scaricare la presentazione utilizzata in occasione dell'incontro del Gruppo Progetto Innovazione del 24 giugno 2020.

5g e le fake news

5g-e-le-fake-news.pdf

Innovazione della telefonia

La telefonia mobile è iniziata nel lontano 1991 con: 
  • l’1G con segnali radio trasmessi in forma analogica (il vecchio “Tacs”)
  • poi il 2G, sviluppato per migliorare la qualità della telefonia mobile (GSM)
  • con il 3G arrivò la connettività dati in mobilità e la possibilità di vedere anche i programmi TV (Umts) 
  • il 4G infine è stato sviluppato per migliorare la telefonia via IP (VoIP) e il cloud computing (LTE, long term evolution) su bande di frequenza “basse”.
  • Il 5G è lo standard comunicativo pensato per IoT (l’Internet delle Cose), per la smart home, per l’industria 4.0 e soprattutto per l’Intelligenza Artificiale senza dimenticare i grandi vantaggi per la medicina soprattutto remota e più in generale per i tutti consumatori.

Quali frequenze saranno riservate al 5G nell’UE

Con l’aumentare della velocità dei dispositivi collegati e delle loro applicazioni, le risorse dello spettro e i suoi usi devono essere definiti e armonizzati in tutta Europa. In questo modo, le diverse tecnologie non potranno interferire tra loro e le infrastrutture saranno interoperabili oltre confine. Per l’introduzione del 5G, la Commissione lavora per armonizzare l’uso di tre frequenze pionieristiche in tutta l’UE:
  • La banda da 700 MHz, assegnata agli operatori mobili per l’uso della banda larga wireless. Consentirà un’ampia copertura territoriale, comprese le zone rurali;
  • La banda da 3,6 GHz, per una maggiore capacità di dati e portata moderata;
  • La banda da 26 GHz, per una capacità di dati molto elevata in aree dense, come le città.
Gli Stati membri hanno concordato un piano europeo che autorizzerà l’uso di queste tre bande, o intervalli di frequenza, entro la fine del 2020 (pandemia permettendo). 

Le reti 5G useranno antenne più piccole rispetto ai sistemi attuali. Allo stesso tempo, le nuove antenne garantiranno una migliore copertura ed una velocità di connessione più elevate. Inoltre saranno anche meno visibili e produrranno minori emissioni elettromagnetiche ed il tutto potrebbe essere paragonato alle installazioni Wi-Fi (like).

Le frequenze più alte create dalle reti 5G sono pericolose?

Questa è la prima domanda nella mente delle persone, ma l’esposizione a campi elettromagnetici delle reti 5G, anche attraverso l’uso di nuove bande di frequenza, rimane al di sotto dei limiti raccomandati, proprio come avviene per le reti 2G, 3G e 4G.

Le nuove linee guida ICNIRP (International Commissione on Non-Ionizing Radiation Protection), rilasciate nel marzo 2020, incorporano anche l’esposizione a campi elettromagnetici per frequenze superiori a 6 GHz, dove opereranno le future tecnologie 5G; tutto ciò comporterà la riduzione dell’entità massima dell’esposizione localizzata che una persona può ricevere.

I limiti per l’esposizione ai campi elettromagnetici, attualmente raccomandati a livello internazionale e dall’UE sono stati inseriti, dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dell’Organizzazione mondiale della sanità, al terzo posto in una scala di cinque livelli legata al rischio di potenzialità “cancerogena”. Nella stessa categoria si trovano anche le verdure in salamoia ed è pertanto evidente che tali limiti di esposizione siano considerati meno rischiosi del consumo delle stesse.

Collegamenti tra 5G e Covid-19

Ora passiamo agli aspetti di potenziali collegamenti tra 5G ed il Covid19 che “masse di guastatori incompetenti” stanno imperversando sui social, tv ed internet. È troppa la disinformazione sul coronavirus e la teoria secondo la quale l’epidemia avrebbe legami col 5G è una delle tante notizie false.
 
Per questo la GSMA (l’ente mondiale delle società di Telefonia mobile) ha rivolto un appello ai governi di tutto il mondo perché potenzino le misure contro la diffusione di fake news e contro gli atti di vandalismo, come quelli verificatisi in Gran Bretagna, dove sono stati danneggiati/abbattuti impianti di reti mobili con rischi per la sicurezza degli operatori e per le medesime reti. Inoltre la stessa Gsma ha anche chiesto ai colossi di Internet, ai social media e ai fornitori di contenuti di aumentare i loro sforzi per bloccare e rimuovere le fake news che collegano la pandemia di Covid-19 allo standard mobile di nuova generazione.

L’imperativo è unirci nella lotta globale contro il Covid-19, combattere le fake news e gli atti di violenza che collegano la tecnologia di comunicazione 5G alla diffusione del virus. Questa è una vera e propria campagna di disinformazione che genera paura e purtroppo incita anche all’aggressione e al vandalismo contro le infrastrutture e i lavoratori del settore. 

Coronavirus e 5G, campagna studiata ad arte?

La teoria complottista che sostiene un legame tra 5G e diffusione del coronavirus potrebbe essere non solo una delle tante notizie false che compaiono su Internet e i social media, ma una manovra di destabilizzazione creata ad hoc. Marc Owen Jones, ricercatore della Hamad Bin Khalifa University, specialista in reti di disinformazione online, ha analizzato 22.000 recenti interazioni su Twitter che menzionavano sia “5G” e “corona” e ha trovato un gran numero di account che mostravano quello che si può intendere come “attività non autentica”. Secondo Jones, questa campagna che associa 5G e coronavirus ha tutte le caratteristiche di un’azione mirata orchestrata da qualche Stato; magari (ma non si hanno prove certe) da qualcuno che è arretrato nello sviluppo/introduzione del 5G.

In un recente articolo del Sole 24 ore, la società americana Blackbird.AI che traccia campagne di disinformazione su Internet ha osservato oltre 50.000 post su Twitter and Reddit sulla teoria complottista sul 5G. La società ha parlato di “impennata di amplificazione non autentica” di post sui social media che collegano 5G e coronavirus e ha ipotizzato ancora una volta una campagna coordinata, anche con l’ausilio di account bot (abbreviazione di robot), che manipola le conversazioni online.

Quattro chiacchiere con la scienza 

Dopo tante informazioni, illazioni e supposizioni la cosa più logica e sensata è quella di fare riferimento alle dichiarazioni della scienza vera ed a tal proposito vorrei riportare alcuni stralci di una intervista sulla tematica 
Covid-19 con il Prof. Massimo Clementi, Direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'ospedale San Raffaele di Milano.
Prof. Clementi, quanto c'è di vero sulla correlazione tra le onde elettromagnetiche del 5G ed il Covid 19?
"Così come ha anche detto il Prof. Silvestri, è zero. Anzi, forse meno di zero, perché se c'è una cosa di cui non si sente bisogno in questo momento, è proprio di queste notizie così false. Questa è totalmente inventata".
Come è nata e come ha fatto a diffondersi la diceria sul 5G?
"Non lo so. Allo stesso modo di chi dice che la Terra è piatta ... ormai si scrive di tutto su Internet, ma questa è proprio una “balla” colossale. Non c'è nessun fondamento scientifico, di nessun tipo. Non esiste. Abbiamo già parecchi problemi perché stiamo combattendo contro un virus nuovo che ci ha dato da fare e da pensare".
Cosa si sente di aggiungere al riguardo?
"La comunità scientifica ha dovuto fare un bello sforzo e c'è stato anche qualche dissidio scientifico tra le persone che si sono occupate del virus, come sempre avviene quando ci sono opinioni diverse e poi tutto si chiarisce. Non serve che ci siano notizie di questo tipo per confondere ancora di più la gente; chi ci rimette sono le persone che sono influenzate negativamente dall'avere questa massa di notizie, tra cui una come questa del tutto inventata".

Insomma, anche il prof. Clementi smonta totalmente la “fake news” delle onde 5G che aiuterebbero a diffondere il Covid-19 affermando che non è necessario distruggere i ripetitori (come ipotizzato da qualcuno), tranquillizzando sulle onde elettromagnetiche che non trasportano alcun tipo di virus.

Un caloroso invito a tutte le persone di continuare pure a parlare allo smartphone tanto il virus non entra nelle orecchie, passa non passa nel naso e nella gola per finire nei polmoni (ultimissima fake new); pertanto possiamo dichiarare senza ombra di dubbio che la tecnologia non ha alcun ruolo sulla diffusione della pandemia a livello mondiale.

“Pillole di Ottimismo”

Concludo queste brevi note riportando quanto scritto dal virologo Prof. Guido Silvestri, docente negli Usa alla Emory University di Atlanta su una sua rubrica social chiamata appunto “Pillole di Ottimismo” che commenta tra il serio ed il faceto: 
“Pare che le menti eccelse secondo cui i vaccini sono pieni di metalli pesanti, il cancro si cura con l'urinoterapia, Elvis Presley è vivo e naturalmente la Terra è piatta, ora si sono convinte che le torri 5G diffondono Sars-Cov-2. Ogni preoccupazione che il mondo possa presto rimanere a corto di imbecilli sembra francamente infondata".

Mai sentenza fu più veritiera!

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