Ridisegnare un futuro di sviluppo sostenibile

Proprio nei momenti di emergenza bisogna iniziare a progettare un futuro compatibile con il nuovo contesto caratterizzato dalla convivenza con l'imprevedibile.

Eros Andronaco 

Consigliere ALDAI e Vicepresidente Federmanager
Vivendo una situazione di “guerra(come qualcuno l’ha definita) ancorché “sanitaria” e dovendo pensare al “dopo guerra”, come Organizzazione di rappresentanza del Capitale umano, siamo chiamati a rilanciare le attività della politica industriale,  nelle quali i manager che ne fanno parte e spina dorsale del paese, si interroghino da subito e facciano proposte slegate da ideologie, che abbiano come finalità la riorganizzazione del sistema industriale nell’era digitale all’interno di una strategia di Paese. Proposte che sappiano proporre iniziative per superare le criticità di sistema che hanno portato all’attuale situazione di debito, con una immagine di instabilità e conseguente perdita di fiducia a livello internazionale. 

Il comportamento da parte di tutti gli italiani, rispettoso di regole rigide, ma necessarie per non soccombere, nonché le tante dichiarazioni intervenute che sottolineano la necessità di solidarietà, responsabilità, collaborazione …… hanno creato condizioni ottimali per poter stabilire nuove strategie e regole, diverse dal passato, che facciano risorgere il sistema sociale ed industriale operando così una selezione di quello che va tenuto, supportato ed incentivato.
 
Consapevoli delle potenzialità e dei problemi del nostro sistema industriale è auspicabile stabilire delle nuove regole che consentano, sotto la responsabilità, controllo e garanzia dello Stato, lo sviluppo del Paese: sostegno dello Stato (in termini di opportunità ed in termini economici e fiscali) per coloro che intendono intraprendere una attività imprenditoriale e per coloro che intendono sviluppare l’attività imprenditoriale all’interno di una strategia industriale del Paese e di un percorso virtuoso in un sistema industriale digitale.

Le testimonianze di imprese che in questo periodo hanno convertito parte delle loro attività in produzioni utili al sistema sociale mostrano la loro capacità di adattamento e di flessibilità, come dimostrano i casi emblematici di Armani, FCA, Ferrari, etc.

È  il momento di preparare la riorganizzazione del sistema industriale che mantenga legati fra di loro gli aspetti di investimento in tecnologia e in capitale umano tenendo conto che lo sviluppo di un Paese deve vedere tutte le sue componenti crescere in modo coerente: con il lavoro di squadra e di sistema.

È essenziale che le nuove regole non prescindano, ma incentivino e supportino la collaborazione delle componenti principali del sistema Paese (quasi come un obbligo – una chiamata alla coesione nazionale): politica ed istituzioni, imprese e capitale umano, mondo della conoscenza devono parlare la stessa lingua su questioni di criticità sociale ed industriale (evasione fiscale, … )

Per questo obiettivo ci vuole una forte leadership ed una squadra che non appartengano ad alcuna ideologia, persone competenti e responsabili, che abbiano carisma e consenso, che sappiano coinvolgere le componenti del sistema Paese, che abbiano la visione del “vantaggio comune” e non del “vantaggio particolare” e che per 10 anni sappiano mantenere fermo il timone della barca senza distrarsi. 
Al tempo stesso ci vuole una rappresentanza delle varie componenti del sistema Paese responsabile che sappia proporre, suggerire e condividere le strategie individuate e trasmettere i giusti messaggi ai loro referenti creando così una grande squadra con un unico e comune obiettivo: remare tutti insieme nella stessa direzione per risorgere tutti insieme.

La ricostruzione dell’Italia del dopo guerra ha visto operare uomini e donne in tal senso.

La “guerra mondiale” in atto contro la salute di tutti gli abitanti della terra ci deve portare a ragionare per i prossimi anni in modo diverso dal passato creando le basi per un nuovo sistema industriale che abbia come scopo lo sviluppo ed il rilancio del Paese tenendo conto dell’era tecnologica che stiamo vivendo: creando un sistema virtuoso e dimostrando così la capacità di esprimere persone capaci non solo di creare ricchezza ed eccellenze in tanti settori ma anche persone capaci di organizzarsi in modo sistemico per creare e sviluppare ricchezza nel Paese. Un’immagine diversa da quella percepita da alcuni paesi europei. È anche in gioco l’esistenza e le finalità dell’Europa. 

Quale modello di sviluppo sostenibile ?

Le dichiarazioni di illustri personaggi e le convinzioni che tutti noi ci siamo fatte ci portano a pensare a un futuro senz’altro diverso dal passato, non come evoluzione naturale, ma come evoluzione radicale. 

Nulla più sarà come prima. Quando ci siamo dovuti confrontare con il passaggio epocale all’era digitale è stato necessario modificare profondamente le abitudini e il modo di gestire le attività, ma senza alcun pericolo di rischio vita, come invece impone la pandemia.

Dovremo cambiare il nostro modo di vivere, lavorare, relazionarci … accelerando il cambiamento iniziato alcuni anni fa sulla nostra pelle (e lo stiamo ancora vivendo), però non in modo così psicologicamente traumatico perché non coinvolgeva direttamente la nostra salute, la nostra vita e non c’era alcuna limitazione di libertà. 

La situazione che stiamo vivendo oggi è senz’altro di cambiamento del modo di vivere, di lavorare e di relazionarci, ma con un elemento nuovo e pericoloso che non esisteva nel precedente e con cui dobbiamo confrontarci per chissà quanto tempo ancora: il rischio vita che ci porta ad essere/diventare più consapevoli e responsabili nonché ad accettare nuove regole per preservare la nostra vita. 

Condizioni ottimali per poter stabilire delle regole nuove e diverse dal passato per ri-fondare il mondo del lavoro in un contesto sociale ed industriale diverso operando così una selezione di quello che va tenuto, supportato ed incentivato dallo Stato sulla base di un piano strategico decennale che veda tutte le componenti del sistema paese muoversi con e verso un unico obiettivo: operare a vantaggio del Paese.

L’uso degli strumenti che la tecnologia oggi ci mette a disposizione diventa così un aspetto necessario, essenziale ed imprescindibile:
  • per poter operare, lavorare, relazionarci e quindi mantenere produttivo il sistema industriale e vivo il sistema sociale limitando al massimo il rischio vita delle persone. 
  • per poter controllare il rispetto delle regole da parte di tutti (evasione fiscale, ………..)
La competenza come pure la formazione diventano sempre più aspetti essenziali ed importanti per poter assicurare tali obiettivi da parte del capitale umano che dovrà mostrare flessibilità e capacità di adeguamento alle situazioni ordinarie e soprattutto straordinarie che il mondo del lavoro dovrà affrontare. Quando si parla di capitale umano si devono comprendere anche le persone che rientrano nel 3° Settore: il volontariato, (nella sua accezione più vasta compresi gli alpini), sempre pronto e disponibile ad intervenire nelle situazioni di emergenza che lo Stato deve affrontare sopperendo alle criticità di sistema. Anche il volontario, a costo zero per lo Stato, per poter operare in modo competente ed efficace e senza alcun rischio vita deve essere formato, aggiornato e tutelato in continuazione non fosse altro per il grande servizio che rende allo Stato e alla Società.

Trasmettere l’esperienza dei manager senior come pure l’aggiornamento continuo delle competenze sono fattori importanti per avere un sistema operativo coerente e all’altezza dei tempi evitando così che si verifichino criticità nel sistema a cui spesso assistiamo e che vede il volontario mettere a rischio la propria vita.  

Tutto questo richiede consapevolezza e responsabilità da parte di tutti. L’attuale situazione di crisi sanitaria ci sta rendendo consapevoli che se non modifichiamo il nostro comportamento il futuro non sarà scontato.

Il sistema federale dispone di competenze manageriali, di organizzazioni e di strumenti necessari al capitale umano per essere pronto e disponibile, sia su base volontaria che sulla base di un rapporto di lavoro temporaneo, ad interpretare i cambiamenti e le necessità del Paese affrontando e gestendo le criticità assicurando così la flessibilità di competenze necessarie, insita in ogni situazione di emergenza.

Tali strumenti unitamente agli strumenti delle altre componenti di sistema creano le sinergie necessarie per superare ogni criticità

Le testimonianze di aziende che hanno convertito la loro produzione grazie alla capacità del loro capitale umano di rimodulare le loro competenze per far fronte alle necessità contingenti del Paese ne sono una prova concreta.
Archivio storico dei numeri di DIRIGENTI INDUSTRIA in pdf da scaricare, a partire da Gennaio 2013.