L’opportunità e il talento

Affidarsi a persone competenti e volitive per utilizzare al meglio le risorse finanziarie messe a disposizione dal Patto per l’export e dall’Europa. Le raccomandazioni del presidente Federmanager per riconquistare i mercati stranieri

Stefano Cuzzilla 

Presidente Federmanager
Se c’è un appuntamento da seguire con attenzione a settembre, quando riprenderà l’attività politica, quell’appuntamento è il Patto per l’export. È stato annunciato e presentato dal ministro Luigi Di Maio in più di un’occasione, prefigurando l’apertura di una fase di investimenti cospicua su almeno sei pilastri. Oltre 1 miliardo e 300 milioni di euro andranno a sostenere azioni di comunicazione, promozione integrata, finanza agevolata, formazione, e-commerce e sistema fieristico.

L’obiettivo, per me chiaro e condivisibile, consiste nel sostenere il made in Italy nella competizione internazionale nel momento storico più complesso degli ultimi decenni. Gli effetti del Covid-19 sull’economia non solo sono di portata planetaria, ma sono anche molto volubili e difficili da misurare. Questa incertezza rischia di lasciare indietro le Pmi italiane di eccellenza che già faticavano ad aggredire nuovi mercati o a consolidare quelli già presenziati.

Dobbiamo riconoscere che il nostro sistema sconta il prezzo della scarsa capacità di internazionalizzazione del business che, nell’era del Covid-19, implica la capacità di innovazione dei modelli produttivi e organizzativi. Per questo, nelle ultime settimane sto dialogando con il ministero degli Affari esteri affinché possa prevedere incentivi a fondo perduto per spingere gli imprenditori a dotarsi, anche solo per un periodo di tempo determinato, di figure manageriali preparate allo scopo. Parlo dei Temporary export manager o dei Digital export manager a cui stiamo dedicando particolare attenzione in Federmanager. Perché esiste un deficit di competenze di alto profilo nelle nostre piccole e medie aziende, così come nella Pubblica amministrazione e nelle imprese strategiche. Ammettere questa carenza costituisce il primo passo per garantirci una ripresa più rapida.
Veniamo da una grande vittoria in sede europea, con ingenti risorse che dovremo gestire secondo un piano articolato che va scritto bene e, soprattutto, attuato con efficacia. L’execution è stata per anni la nostra spina nel fianco, è qui che dobbiamo recuperare il terreno perduto.

Gli stanziamenti del Recovery fund, lo scostamento di bilancio approvato dal Parlamento così come tutti gli investimenti deliberati in questi mesi devono essere orientati a far ripartire il sistema produttivo. Se riparte il mondo dell’impresa, sosteniamo l’occupazione, le famiglie e le casse pubbliche. Ma per far ripartire il mondo dell’impresa, altra soluzione non vedo che affidarci alle persone più capaci e più volitive.

Il nostro compito è quello di accompagnarle in questa sfida. Lavorare alacremente per trovare risposte nuove alla crisi, dato che la fortuna non esiste, come insegnava Seneca. Esiste solo il momento in cui il talento incontra l’opportunità.
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