Strategia di mandato e progetti Federmanager Bologna - Ravenna
Un insieme di iniziative che hanno in comune le sinergie fra imprese, istituzioni e manager per sviluppare relazioni di valore per il sistema economico e sociale.
Andrea Molza
Presidente Federmanager Bologna – Ravenna
Nel momento in cui è tempo di lavorare su un nuovo editoriale passo alcuni giorni a riflettere su cosa per Voi possa scrivere di interessante. Ripasso ciò che è stato fatto e su cui vi ho tenuti informati, e quanto tra le cose che sto/stiamo realizzando possa maggiormente destare il vostro interesse: le righe sono poche e devo dare delle priorità. Dopo qualche giorno faccio chiarezza e inizio a scrivere.
Percepisco che in questa “fumosa complessità” che ci circonda a tutti i livelli si ricerchi stabilità e coerenza di pensiero e azione. Come dico spesso, la nostra bellissima associazione rappresenta il cosiddetto corpo intermedio che deve rappresentare - per politica e istituzioni - una voce autorevole e riconosciuta. Questo editoriale ha pertanto lo scopo di riprendere (anche per chi non avesse avuto modo di approfondirla nel momento del mio insediamento) la strategia del mio mandato e quanto stiamo realizzando con tutti i limiti (soprattutto di tempo) miei, dei miei consiglieri e dei dipendenti. La Visione che ho comunicato è quella di aggiungere ad una consolidata base di consulenze professionali per gli associati (che vanno dall’assistenza sanitaria, al sindacale, alla previdenza), anche una visibilità di Federmanager Bologna – Ravenna nei confronti di istituzioni locali e nazionali che ci permetta di essere percepiti come utili interlocutori. Utili in quanto promotori di idee e soluzioni che avvantaggino sia gli stakeholder sia la nostra realtà. Per riuscirci non dobbiamo, a mio modo di vedere, accodarci ad altri, magari più conosciuti, ai loro modelli, ma attuare un agire professionale e innovativo per cogliere e valorizzare opportunità di azione da protagonisti. Solo così potremo essere apprezzati e riconosciuti. Potrei riportare alcuni esempi:
- La realizzazione di una sede bella ed efficiente sposa un interesse specifico di risparmio di costi, ma anche un interesse di immagine che si rifletta sulla percezione esterna.
- La partecipazione e la sponsorizzazione del Progetto UNI.CO.RE, che coinvolge anche Università – Curia – Manageritalia e Associazioni di Rifugiati, di cui trovate informazioni sul nostro sito e che mi porterà come Presidente di commissione in Etiopia - a mie spese- per selezionare studenti rifugiati, sviluppando così un concetto virtuoso di accoglienza che prevede il rientro nel proprio paese dopo aver sviluppato relazioni con PMI del territorio, ha portato Federmanager ad essere visibile e presente sui media del nostro territorio.
- La proposizione del progetto Seneca, ha lo scopo di realizzare consulenze a PMI del territorio da parte di manager inoccupati nostri iscritti e che ci vede capo progetto per Mantova, Emilia Romagna e Umbria e rafforza la nostra azione di sistema anche verso le aziende del territorio. • La precedente attività di Eliana Grossi con la Regione, la costante presenza di eventi organizzati e gestiti sia a livello locale che Nazionale (come ad esempio il Premio Giovani Manager a Bologna) ci hanno fatto rientrare tra i quatto Hub riconosciuti dalla Federazione e al contempo assistiamo ad una costante crescita degli iscritti, che ad oggi compensano ampiamente i dimessi.
- Lo sviluppo del CRM, che ci vede pilota tra le associazioni Federmanager, ed il lancio di una strategia di comunicazione integrata, anche con i nostri canali social.
Tutto questo chiaramente è merito soprattutto di alcuni Consiglieri e dei nostri collaboratori che, come me, sono ripagati soprattutto da un costruttivo gioco di squadra. È con questo spirito, operativo e proiettato al fare, che ho spinto nel 2019 le varie Commissioni a lavorare in autonomia, con un budget definito, per realizzare specifici progetti e iniziative, tenendo a mente il duplice obiettivo di proselitismo “efficace” e visibilità istituzionale. A volte alcune opportunità devono essere colte al volo, come ad esempio la collaborazione con la Fondazione Carlo Cattaneo per uno studio sull’evoluzione del Mercato del Lavoro nel nostro territorio. Concludo dicendo che il bello di fare associazionismo è, a mio avviso, godere del riconoscimento che ci viene tributato e fare “cose belle che fanno bene”. Il compenso che ne traiamo, in un mondo così poco generoso e spaventato, non è sicuramente da sottovalutare.
01 marzo 2019