il pensiero del Ns. referente finanziario Dario Viganò
ll mese di maggio si è
aperto con le riunioni delle Banche Centrali, mercoledì 3 la FED ha
deciso all’unanimità di alzare per la decima volta consecutiva il costo del
denaro dello 0,25%, portando i tassi in un corridoio di riferimento compreso
tra 5-5.25%, a livelli che non si vedevano dal 2007.
Il percorso di rialzo dei tassi sembra essere giunto ai passi finali e nel
comunicato ufficiale non c’è più il riferimento ad un ulteriore irrigidimento
della politica monetaria. Ciò premesso, il processo decisionale rimarrà
saldamente influenzato dai dati macroeconomici che verranno via via pubblicati
e si continuerà a decidere mese per mese.
Interrogato sulla situazione del sistema bancario statunitense, il governatore
della banca centrale americana J. Powell, ha ribadito che le condizioni
sembrano essere “ampiamente migliorate”. Parlando dell’inflazione, il
presidente Powell ha tenuto a ricordare che le pressioni sui prezzi continuano
ad essere elevate e il percorso per convergere verso l’obiettivo del 2% è
ancora lungo.
Anche
il Consiglio Direttivo della BCE giovedì 4 maggio ha alzato
dello 0,25% i tassi di riferimento, portandoli al 3.75% e annunciando che i
reinvestimenti dei titoli giunti a scadenza verranno interrotti a partire da
luglio.
Nel corso della conferenza stampa, C. Lagarde ha tenuto a precisare chiaramente
che una pausa non è prevista in quanto c’è ancora molta strada da percorrere ed
è importante portare e mantenere per il tempo necessario i tassi di interesse a
livelli sufficientemente restrittivi, tali da garantire un rapido ritorno
dell’inflazione al target del 2% nel medio termine.
In
linea con la Fed, anche la BCE continuerò a prendere ogni decisione sulla base
di un approccio graduale in funzione dei dati in arrivo.
A
livello globale i PMI (indice dei direttori di acquisto) di Aprile
hanno mostrato un’economia tutto sommato in salute, sostenuta principalmente
dai servizi che riaccelerano.
Sempre dal sondaggio, sono risultate piuttosto positive le prospettive, grazie
all’attenuazione delle preoccupazioni in materia di energia, al miglioramento
delle catene di approvvigionamento e nella speranza che l’inflazione abbia
superato il suo picco.
Ci
sono poi i rischi geopolitici, come la guerra tra Russia e Ucraina,
l'impatto della riapertura post-Covid e la centralizzazione del potere in Cina,
la polarizzazione politica negli Stati Uniti in vista delle elezioni
presidenziali del prossimo anno. Inoltre, le recenti difficoltà del settore
bancario statunitense ed europeo continueranno ad avere un forte impatto sulla
direzione dei mercati, aumentando l'incertezza.
Tutti questi cambiamenti comportano la possibilità che la volatilità rimanga
elevata, con rischi e opportunità.
La
recente crisi bancaria ha reso più complicato l'obiettivo
delle banche centrali globali di combattere l'inflazione, dovendo ora
affrontare l'ulteriore compito di mantenere la stabilità finanziaria.
Questa dimensione aggiuntiva, non fa che rendere più complesso il mandato delle
banche centrali, data la già limitata visibilità sugli effetti ritardati delle
loro misure di inasprimento.
Gli
investitori in azioni bancarie europee sono stati scossi dalle recenti
turbolenze del settore, ma diverse banche sono più solide di quanto si pensi e
il settore è soggetto a una regolamentazione molto più rigorosa di quella
statunitense.
I fallimenti
bancari negli Stati Uniti e in Svizzera hanno messo in allarme i mercati.
Silicon Valley Bank, Signature Bank e Credit Suisse erano affette da problemi
diversi, ma con un denominatore comune: tutti e tre gli istituti hanno ceduto
sotto il peso dei rischi causati dall'aumento dei tassi di interesse.
Queste vicende sono state per certi versi sorprendenti, perché l'aumento dei
tassi di interesse è generalmente favorevole per le banche.
Naturalmente,
l'attività bancaria si basa essenzialmente sulla fiducia. Gli eventi degli
ultimi tempi ci ricordano che nessuna banca può sopravvivere a una corsa agli
sportelli, che nell'era di Internet può avvenire con estrema rapidità.
Sappiamo anche che la concessione di prestiti a tassi estremamente bassi, come
accaduto negli ultimi anni, può condurre nel tempo a un problema di crediti
deteriorati, poiché all'aumentare dei tassi i mutuatari più deboli non riescono
a onorare i loro obblighi nei confronti delle banche.
Le banche europee
hanno in genere una base di depositi al dettaglio molto più ampia rispetto agli
istituti operanti in USA. Di conseguenza, molti istituti di credito europei
ottengono una quota maggiore della propria raccolta dai depositi di milioni di famiglie
e imprese. Questa clientela rappresenta una base altamente diversificata e
stabile, che riduce il rischio di concentrazione, ossia il pericolo che un
numero relativamente ridotto di grandi clienti prelevi simultaneamente i propri
fondi.
Dario Viganò
Referente Federmanager Como per il Servizio Finanziario
Impressionante rally dell'Euro.
Da settembre 2022 a fine aprile 2023 l'Euro si è rafforzato del 10% ca (da 0,98
a 1,10) rispetto al dollaro. Periodi di durata analoga con guadagni più
consistenti sono stati registrati solo due volte negli ultimi 20 anni (fine
giugno 2009 e ottobre 2020). Ciò dimostra non solo la forza dei titoli europei,
ma anche i benefici derivanti dal calo dei prezzi del gas naturale.
Balzo dell'India in cima alla classifica.
Per la prima volta dal 1950, la Cina perderà il primo posto nella classifica
dei paesi più popolosi del mondo. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite,
quest'anno la popolazione indiana raggiungerà i 2,9 miliardi di persone, superando
la Cina. L'India ha anche la demografia dalla sua parte: il 9% della
popolazione ha un'età compresa tra i 15 e i 24 anni mentre l'età media della
Cina è aumentata.