Uno sguardo “Finanziario” sul 2025
Sintesi del Nostro consulente finanziario
Outlook 2025
Il 2025 si
presenta come un anno di incertezza e cambiamento rispetto al 2024, l’effetto
Trump è ancora tutto da dimostrare e le aspettative elevate di crescita pongono
rischi di volatilità sui mercati finanziari.
Stati Uniti
Con una
crescita del PIL prevista al 2,1%, l’economia statunitense resta un motore
globale, sostenuta da un mercato del lavoro solido e da investimenti
strategici. Il ritorno di Donald Trump alla presidenza segna un punto di
svolta, con un’agenda economica basata su:
• Tariffe alle
importazioni: Trump ha promesso tariffe universali dal 10% al 20% su tutte le
importazioni, e fino al 60% sui beni provenienti dalla Cina. Queste misure
potrebbero avere effetti inflattivi nel breve termine e frenare la crescita
globale nel lungo periodo. L'introduzione di tali dazi mira a proteggere i
lavoratori e le industrie americane, ma potrebbe anche portare a un aumento dei
prezzi per i consumatori, aggravando le disuguaglianze economiche;
• Corporate
Tax: la nuova amministrazione intende estendere le riduzioni fiscali già
implementate nel 2017, ma l'approvazione del Congresso è necessaria. Le stime
suggeriscono che tali tagli potrebbero aumentare il deficit federale in maniera
considerevole nei prossimi anni, complicando ulteriormente la situazione
fiscale del paese;
•
Deregolamentazione: Trump prevede una forte deregolamentazione, soprattutto nei
settori strategici come quello energetico e della difesa. Questa strategia
potrebbe stimolare gli investimenti e favorire la reindustrializzazione degli
Stati Uniti, ma comporta anche rischi legati alla sicurezza nazionale e alla
sostenibilità ambientale;
• Immigrazione:
sebbene non siano stati forniti dettagli specifici, si prevede che
l'amministrazione Trump riprenderà politiche restrittive sull'immigrazione.
Queste misure potrebbero influenzare il mercato del lavoro e l'economia in
generale, contribuendo a una maggiore polarizzazione sociale.
Eurozona
L’Eurozona
affronta una crescita economica contenuta, con il PIL previsto in crescita
dello 0,5%, a causa di problemi strutturali, in particolare nella Germania
manifatturiera. La mancanza di una strategia politica e industriale comune
aggrava la vulnerabilità del continente, specialmente alla luce di un possibile
atteggiamento aggressivo dell’amministrazione Trump, che potrebbe:
• Introdurre
nuove tariffe;
• Aumentare le
pressioni per maggiori acquisti di gas e petrolio statunitensi;
• Sollecitare
una crescita delle spese per la difesa.
La BCE, con politiche
monetarie accomodanti, mira a stimolare la domanda interna, ma l’assenza di un
piano strutturale rischia di limitare la ripresa.
L'Europa deve
affrontare sfide che richiedono una risposta unitaria. Le priorità includono:
• Rafforzare le
catene di valore interne per ridurre la dipendenza da Paesi esterni;
• Accelerare la
transizione energetica per aumentare la resilienza alle pressioni geopolitiche;
Cina
La Cina mostra
segnali di stabilizzazione, con una crescita del PIL prevista al 4,5%. Misure
di stimolo fiscale e monetario cercano di rilanciare il mercato immobiliare e i
consumi interni, ma problematiche strutturali come il debito elevato e
l’eccesso di capacità produttiva limitano l’efficacia di queste politiche.
Nonostante il
tentativo di stabilizzare il mercato immobiliare attraverso incentivi fiscali e
misure di credito, il settore rimane debole. Questo è particolarmente
significativo dato che l'immobiliare rappresenta una porzione rilevante del PIL
cinese e un importante motore per i consumi interni.
In risposta
alle tariffe statunitensi, Pechino potrebbe ricorrere a un indebolimento dello
yuan per favorire le esportazioni, dato che l’economia cinese rimane
strettamente legata al commercio estero. Tuttavia, la mancanza di stimoli
diretti ai consumatori, combinata a dinamiche demografiche sfavorevoli, pone
rischi significativi per la ripresa. Un altro fattore critico per la ripresa
cinese è il rapido invecchiamento della popolazione e il declino della forza
lavoro. La riduzione del tasso di natalità e l'aumento della popolazione
anziana rappresentano sfide significative per la crescita economica a lungo
termine. Queste dinamiche demografiche potrebbero ridurre la domanda interna e
incrementare la pressione fiscale per sostenere il sistema pensionistico e
sanitario.
India
In contrasto
con la Cina, l’India si distingue come una delle economie più dinamiche, con
una crescita del PIL sopra il 6%. Il paese beneficia di un ciclo di
investimenti infrastrutturali senza precedenti, sostenuto da riforme ambiziose
e da una domanda interna in espansione. I settori chiave includono:
• Tecnologia,
con un ruolo crescente nei processi di digitalizzazione globale;
Conclusioni
Gli Stati Uniti
continuano a rappresentare un terreno fertile per gli investitori, sostenuti
dalla resilienza economica e da politiche fiscali e monetarie strategiche. In
Europa, le fragilità strutturali richiedono interventi urgenti per scongiurare
il rischio di marginalizzazione politica ed economica, mentre la Cina affronta
le sfide di una ripresa economica debole.
Tuttavia, i
mercati finanziari non rispondono tanto alle tendenze di lungo termine quanto
alle aspettative immediate, mostrando una forte reattività ai dati
macroeconomici e agli sviluppi contingenti. Questa dinamica, intrinsecamente
volatile, potrebbe innescare nel corso dell’anno repricing degli asset,
riflettendo un costante adattamento delle valutazioni alle percezioni di breve
periodo piuttosto che ai fondamentali di lungo termine.
I primi mesi
del nuovo mandato di Trump saranno decisivi per osservare le reazioni degli
altri Paesi e identificare le aree verso cui si indirizzerà la liquidità degli
investitori. In questo contesto di incertezza, è prudente adottare un approccio
neutrale al mercato, mantenendo una ripartizione bilanciata tra asset class,
aree geografiche, settori e valute.
Sarà quindi
fondamentale monitorare attentamente l'evoluzione dei dati macroeconomici e
geopolitici eventualmente modificando il piano di investimento nel corso
dell'anno per adattarsi ai nuovi scenari e alle opportunità emergenti che
attualmente non si è in grado di prevedere.