Milano Cortina 2026: il ruolo strategico del management tra opportunità e coordinamento

Intervista a Pier Francesco Caria, Sales Director Fondazione Milano Cortina 2026

Chiara Tiraboschi

Giornalista e Responsabile Servizio Comunicazione e Marketing ALDAI-Federmanager

Quali opportunità concrete offrirà Milano Cortina 2026 alle imprese locali, in particolare alle PMI lombarde?

I Giochi non sono solo un evento sportivo: attivano filiere, connessioni e una visibilità internazionale senza paragoni. Le PMI lombarde non diventano partner ufficiali dei Giochi, ma possono trarre grande beneficio dall’indotto generato dai partner e dal forte posizionamento del territorio.
La vera opportunità è la creazione di filiere: i Partner dei Giochi e i principali contractor attivano reti di fornitura che coinvolgono servizi professionali, tecnologia, produzione, comunicazione, progettazione e allestimenti. Le PMI possono inserirsi con competenze specializzate e capacità operative spesso superiori alla loro dimensione.
Un secondo elemento è la visibilità globale. Un evento olimpico porta in Lombardia media internazionali, investitori e milioni di visitatori. L’effetto volano interessa turismo, servizi, mobilità, ristorazione e tutti i comparti che intercettano una domanda ampliata. L’Olimpiade cambia la percezione del territorio e rafforza la competitività dell’ecosistema locale.
Infine, la legacy. I Giochi lasciano infrastrutture riqualificate, nuove competenze, reti di relazioni e una maggiore attrattività strutturale. Per le PMI questa è spesso la parte più rilevante: ciò che rimane dopo il 2026 può generare opportunità per molti anni.
 

In che modo la Fondazione garantisce che la legacy sia sostenibile e generi valore nel lungo periodo?

La legacy è un pilastro della visione di Milano Cortina 2026 e guida le scelte fin dall’inizio. Il primo elemento riguarda il modello infrastrutturale: massima valorizzazione degli impianti esistenti, interventi mirati e pochissime nuove costruzioni. Questo approccio riduce l’impatto ambientale, contiene i costi e lascia strutture davvero utili ai territori.
Il secondo asse è la legacy sociale e di competenze. I Giochi generano professionalità nuove, capacità organizzative e formazione per migliaia di volontari e operatori. È un patrimonio immateriale che rafforza la competitività del sistema Lombardia.
Il terzo elemento riguarda la legacy economica e di posizionamento. L’Olimpiade offre una vetrina globale che può consolidare il ruolo di Milano e della Lombardia come hub internazionale per sport, turismo, innovazione ed eventi. La Fondazione lavora con istituzioni e imprese affinché questa visibilità si trasformi in attrattività permanente e nuovi investimenti.
La legacy è un processo condiviso: la Fondazione la costruisce insieme ai territori, ai partner e alle istituzioni. L’obiettivo comune è che il 2026 sia un punto di partenza, non di arrivo.

Pier Francesco Caria, Sales Director
Fondazione Milano Cortina 2026

Pier Francesco Caria, Sales Director Fondazione Milano Cortina 2026

Quali sono le principali sfide di management nel coordinare un evento così complesso?

Coordinare Milano Cortina 2026 significa gestire un livello di complessità unico in Italia. Le sfide riguardano soprattutto il numero e la diversità degli attori coinvolti: istituzioni nazionali e locali, territori con esigenze differenti, federazioni internazionali, partner commerciali, comunità, media globali.
La prima sfida è la governance multilivello: le decisioni devono essere rapide, ma allo stesso tempo condivise e coerenti con gli standard del CIO. La seconda riguarda la gestione dei territori: Milano, Cortina, la Valtellina, la Val di Fiemme e le altre sedi hanno identità e priorità diverse, che vanno integrate in una visione unica.
Un altro elemento chiave è la capacità di integrare attori pubblici e privati, richiedendo ascolto, negoziazione e allineamento degli obiettivi. Fondamentale anche la cultura organizzativa: servono comunicazione chiara, trasparenza e una forte attitudine al problem solving. In definitiva, la gestione dei Giochi richiede una leadership capace di unire visione, pragmatismo e collaborazione, mantenendo coesione interna e credibilità esterna.
 

Come coniugate innovazione e tradizione nella gestione commerciale e nel brand Milano Cortina 2026?

Per noi innovazione e tradizione non sono opposti, ma elementi complementari. Lavoriamo per valorizzare ciò che i territori rappresentano – cultura, accoglienza, storia sportiva, capacità produttiva – utilizzando strumenti e linguaggi contemporanei.
La Lombardia è il contesto ideale per questa sintesi: dinamica, internazionale, orientata all’innovazione ma con una forte identità. Innovazione significa digitalizzazione, dati, misurabilità e nuovi format di attivazione; tradizione significa autenticità, radicamento e narrazione culturale. Dal punto di vista commerciale, questo si traduce in un modello che unisce i valori olimpici – universalità, eccellenza, inclusione –con esperienze moderne e ad alto coinvolgimento. I partner globali trovano nel nostro ecosistema un terreno naturale per sperimentare e dialogare con il territorio.
Il brand Milano Cortina 2026 nasce proprio da questo equilibrio: moderno ma riconoscibile, internazionale ma radicato, innovativo ma fedele all’identità che rappresenta.

Qual è il ruolo chiave di un manager in un progetto come Milano Cortina 2026?

Il ruolo di un manager è creare coesione nella complessità, dando visione e stabilità ai team e agli stakeholder. In un contesto olimpico la leadership consiste nel tenere insieme la strategia di lungo periodo e la gestione quotidiana.
La visione orienta decisioni e priorità; l’ascolto permette di comprendere prospettive diverse e trasformarle in scelte operative; la capacità decisionale consente di agire con rapidità in un contesto dove il tempo è un fattore critico.
Accanto a queste competenze servono gestione delle relazioni, comunicazione efficace e problem solving strutturato. Ma soprattutto serve la capacità di generare fiducia: nei team, nelle istituzioni, nei partner.
In definitiva, il manager diventa un abilitatore del sistema, capace di dare equilibrio, continuità e responsabilità condivisa a un progetto che coinvolge molte anime diverse.
 

Come sfrutterete la vocazione internazionale di Milano per massimizzare l’impatto economico dei Giochi?

Milano è già un hub internazionale per eventi, business e innovazione. I Giochi amplificano questa vocazione, offrendo una piattaforma di visibilità globale.
L’obiettivo è connettere la macchina olimpica con le eccellenze del territorio: hospitality, moda e design, food, tecnologia, servizi professionali, mobilità sostenibile, produzione di contenuti. I partner globali attivano un indotto che può diventare un valore rilevante per le filiere locali, offrendo opportunità anche alle PMI.
Un elemento decisivo è il coordinamento pubblico-privato: solo un ecosistema coeso può massimizzare l’impatto economico dei Giochi. Milano parte avvantaggiata perché è abituata alla collaborazione.
La sfida principale è il post-2026: trasformare la visibilità olimpica in crescita stabile, nuovi flussi turistici qualificati, attrazione di eventi globali e investimenti durevoli. Milano non deve reinventarsi: deve usare il 2026 come acceleratore della propria vocazione internazionale