Più cessioni e acquisizioni, ma con regole più strette
Un convegno organizzato da Federmanager Treviso e Belluno fa il punto sulle modifiche all’art. 47 in tema di cessione ed acquisizione di rami d’azienda
Cambiano le norme per le cessioni ed acquisizioni
delle aziende, con vincoli che rischiano di irrigidire il
sistema economico.
A questo tema è stato dedicato
un convegno organizzato da Federmanager Treviso e
Belluno, l’associazione che raggruppa 1200 dirigenti
d’azienda delle due province, che ha delineato da una
parte un fenomeno in crescita negli ultimi anni nel nostro paese – con oltre 23.000 aziende fortemente indebitate e incapaci di ripagare gli interessi sul debito
attraversi i propri utili e tenute “artificialmente” in vita
tramite prestiti e sussidi – dall’altro ha raccontato come, in seguito ad una sentenza della comunitaria, sia
oggi più complicata la gestione delle trattative di mergers and acquisitions.
“È prevedibile una crescita delle operazioni di mergers
and acquisitions da parte delle imprese – ha spiegato
l’onorevole Maurizio Castro – perché la caduta delle catene di fornitura globale determina la necessità
di aumentare significativamente la dimensione delle
imprese italiane, il che vuol dire, inevitabilmente acquisizioni.
La sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea potrebbe però rendere più difficile il
processo, dato che impone che ogniqualvolta si abbia un trasferimento di ramo d’impresa tutti gli addetti
debbano essere in automatico traslati all’acquirente,
mentre la vecchia legge italiana precedentemente in
vigore dell’art. 47 prevedeva che l’accordo sindacale
stipulato a conclusione della procedura d’informazione e consultazione potesse disporre la traslazione solo d’una parte degli addetti. Ora, salvo casi residuali
legati a condizioni fallimentari o para-fallimentari, ciò
non è più possibile”.
“Tutto questo – ha continuato Castro – impone un
cambiamento di paradigma, ovvero di aumentare
l’intensità e la qualità della consultazione sindacale a
tutti i livelli. C’è quindi un grosso lavoro da fare, sia di
concertazione sia di negoziazione sindacale, e forse
anche di riforma normativa, per non perdere un’occasione, quella della crescita delle imprese, che sarebbe cruciale”.
“La modifica dell’articolo 47 – ha detto Annalisa Cappiello, partner di Fieldfisher Italia in materia di diritto
del lavoro – nasce dal Codice della crisi e dell’insolvenza entrato in vigore il 15 luglio del 2022.
Tale modifica
ha riscritto la disciplina del trasferimento d’azienda, in
particolare per le aziende in crisi, con ricadute operative che hanno fortemente irrigidito le negoziazioni
sindacali. Anche se ad oggi, essendo trascorso solo un anno, non abbiamo ancora le interpretazioni dei
giudici c’è il rischio che quest’irrigidimento della normativa possa incidere nella volontà degli imprenditori,
che magari sono portatori di innovazione, di acquisire
aziende in crisi perché si troveranno di fronte a un tavolo negoziale più faticoso”.
“C’è un forte divario – ha confermato Mattia Losego,
dirigente dell’Unità Crisi Aziendali della Regione del
Veneto e coordinatore della Struttura Crisi di Impresa
presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy –
tra chi teorizza le situazioni di crisi e chi invece le deve poi affrontare concretamente.
Ed è un tema ancora poco dibattuto, ma centrale anche per la gestione
delle crisi nella nostra Regione. Serve quindi migliorare
la capacità della parte pubblica, che sino ad oggi ha
operato con forme di discontinuità, di trovare soluzioni
alternative che aumentino le opportunità di ristrutturazione e riqualificazione per le aziende, a vantaggio anche degli stessi lavoratori”.
Paolo Colombo
Ufficio Stampa Federmanager Treviso e Belluno
23 novembre 2023