Buon viaggio ingegnere

Ricordo di Maurizio Pini Presidente Federmanager Vicenza dal 2007 al 2015

Maurizio Pini ci ha lasciato il 25 luglio. 
Per molti anni è stato il nostro Presidente e davvero tanto ha fatto per la Federazione, per tutti noi. Un vulcano di idee, un mare di entusiasmo e di calore che avvolgeva e travolgeva. 
Un grande cuore e un carattere vivace, impulsivo e sempre pronto al confronto. 

Così ho conosciuto e apprezzato Maurizio in anni di collaborazione e amicizia. E la passione. Nel senso più genuino e luminoso, questa è la parola più adatta a identificare l’umanità di Maurizio. 

Passione nella e per la vita, nel lavoro, nell’impegno e nei rapporti con le persone. Una passione, appunto, talmente sincera e cristallina che perfino coloro con cui entrava in contrasto non potevano evitare di riconoscere e rispettare profondamente. 

Perché il carattere, la determinazione non gli mancavano di certo e un temperamento forte talvolta entra in collisione con altre idee e altre impostazioni. 

Combattere per qualcosa in cui si crede è sempre difficile, ma chi lo fa limpidamente e senza infingimenti si guadagna sempre il rispetto e spesso anche l’amicizia perfino degli avversari. 

La sua storia personale e professionale, raccontata con semplicità e grande partecipazione nel suo libro “Buongiorno Ingegnere” è quella di un uomo che è riuscito a raggiungere livelli importanti partendo da un piccolo paese dell’Abruzzo con la determinazione e la positività che gli erano proprie. 

Le condizioni del mondo del lavoro e della società erano diverse, ma sinceramente non credo fossero più facili. I sogni per il futuro, i sacrifici per realizzarli, la capacità di impegnarsi e il senso del dovere verso se stessi e gli altri emergono da ogni riga. 

Maurizio fa parte (uso di proposito il presente perché ciò che ha fatto resta) di quella generazione di manager che ha consolidato il ruolo del nostro Paese nel mondo, senza clamori e esposizioni mediatiche, senza proclami o estremismi ideologici. Ha studiato, lavorato e vissuto, semplicemente. 

Storie di altri tempi? Forse sì, ma mi piacerebbe che i colleghi più giovani, che non lo hanno conosciuto di persona, lo facessero attraverso i suoi scritti. Scoprirebbero un uomo di un’altra generazione, ma sono certa che capirebbero che uomini come lui non hanno età. 

Il senso di appartenenza alla nostra Associazione era per Maurizio un punto fermo e fondamentale, che andava oltre la semplice comunanza professionale e si manifestava in amicizia, condivisione e iniziative intelligenti, innovative a volte perfino utopistiche. 

Vorrei che l’intelligenza emotiva, la continua voglia di crescere e di creare, la determinazione fantasiosa e caparbia di Maurizio “contaminasse” le nuove generazioni di manager, in particolare per mantenere unita la collettività dei manager che sono e devono continuare a sentirsi un gruppo che sempre di più deve assumere un ruolo fondamentale per il futuro del nostro Paese. 

Grazie Maurizio, e parafrasando il titolo del tuo libro, da tutti noi di Federmanager, buon viaggio ingegnere! 

Serena Giuli 
Federmanager Vicenza