Il superamento del mismatch fra le competenze richieste e quelle disponibili

Sintesi del discorso di apertura di Valentina Aprea al convegno "Il superamento del mismatch per l’occupazione e la competitività attraverso l’apprendimento permanente", tenuto presso la Camera dei Deputati il 22 giugno 2023.

A cura della redazione


I recenti Rapporti di Unioncamere, della Banca d’Italia e dell’ISTAT, sia pur da angolature diverse, segnalano all’opinione pubblica, ai decisori politici, alle Istituzioni e al mondo imprenditoriale che c’è ancora molto lavoro da fare nel sistema formativo e nel raccordo tra questo ed il mondo del lavoro.

In particolare, con riferimento al tema del mismatch tra domanda e offerta di lavoro,  scelto per questo secondo Convegno di accompagnamento e preparazione all’Edizione 2023 di EXPOTRAINING del 7-8 novembre, è sicuramente indicativo il recente Rapporto di Unioncamere che dimostra come l’Italia resta la patria del mismatch e dei NEET.

Infatti, pur avendo ancora la terza disoccupazione giovanile d’Europa e il record di 3 milioni di NEET continuiamo ad avere ogni anno oltre 140 mila posti di lavoro, riservati a diplomati e laureati, che non vengono occupati perché non si trovano giovani in possesso delle competenze richieste.

Sempre secondo il Rapporto Excelsior, mentre il mercato del lavoro ricerca profili qualificati per affrontare le rivoluzioni in atto, dal 5.0 al Green, nei prossimi anni non ci saranno tutti i tecnici richiesti dal mondo del lavoro. Dunque, il lavoro c’è ma, sempre per rimanere nell’ambito delle professioni tecnologiche, a fronte di una necessità di poco più di 355 mila periti l’anno, ce ne saranno a stento 221 mila.

Stiamo preparando 50 mila liceali in più dei fabbisogni occupazionali e 130 mila periti in meno.

C’è il rischio, come ha bene evidenziato il recente Rapporto della Banca d’Italia, che i 300 mila posti ad alto valore aggiunto, che verranno creati dal PNRR nel solo 2024, per accompagnare le transizioni digitali, ambientali ed energetiche, non siano coperti da tecnologi per mancanza di profili professionali adeguati.

Né si può trascurare uno dei richiami della Banca d’Italia all’occupazione femminile. Il divario di genere, sebbene inferiore rispetto al passato, è ancora elevato e colloca il nostro Paese in una posizione arretrata rispetto alle principali economie del continente.

Secondo Banca d'Italia nei prossimi anni occorrerà accrescere la capacità di impiegare le donne come i giovani anche perché, se è vero che è cresciuta l’occupazione in Italia, è altrettanto vero che il lavoro è cresciuto perché costa poco ed è in larga parte sottopagato.

E’ quanto ha certificato anche l’ISTAT che ha confermato la crescita dell’occupazione, salita ai massimi dell’inizio delle serie storiche nel 2004 con quota 61%, prevalentemente concentrata sul lavoro femminile, pur affermando che la domanda di lavoratori viene soddisfatta da personale non qualificato.

Da questo punto di vista il PNRR ha sostanzialmente ammesso che non ci potrà essere nessuna modernizzazione del nostro Paese se non si provvederà, in tempi brevi, a creare una nuova generazione di tecnologi che abbiano le competenze per trasformare con le tecnologie più avanzate (dall’intelligenza artificiale alla robotica) i settori della vita pubblica e privata. Questa consapevolezza ha ispirato tre interventi pubblici, indicati nel Piano, che sono in via di attuazione e che dovrebbero essere in grado di portare, appunto, l’Italia a compiere progressi verso una maggiore e più diffusa competitività. Le riforme riguardano i percorsi degli Istituti Tecnici e Professionali e quelli del sistema degli ITS Academy con un investimento di 1,5 miliardi.

Va colta, ora, questa occasione per ripensare l’intera filiera tecnologico professionale, soprattutto superando la separazione tra istruzione tecnico-tecnologica e quella professionale, attraverso percorsi che siano sempre più integrati, modulari, graduali e continui.

Ma soprattutto, e su questo sta lavorando attraverso una sperimentazione il Ministero dell’Istruzione e del Merito, il nuovo assetto ordinamentale dovrà risultare, appunto, integrato e a più uscite, attraverso moduli formativi che rilascino titoli personalizzanti EQF 3 e 4 dell’Istruzione secondaria e 5 e 6 del segmento terziario dell’Istruzione tecnologica superiore.

In questo senso, la quadriennalità dei percorsi dell’Istruzione secondaria superiore può rappresentare una modalità vincente per rendere più agili e proficue le specializzazioni professionalizzanti. Insomma, un modello integrato di formazione di 4 anni più 2 più 1 porterebbe sicuramente ad un numero maggiore di operatori, se provenienti dai percorsi professionali, di tecnici/quadri, se provenienti dai percorsi dell’istruzione tecnica e tecnologici in uscita dagli ITS Academy dopo due o tre anni.

Ma non c’è solo questo lavoro istituzionale da compiere e anche tempestivamente, c’è da superare un altro gap di tipo culturale che rimanda allo scarso appeal dei percorsi professionalizzanti da parte delle famiglie e degli studenti. 

Siamo il secondo Paese manifatturiero in Europa, ma 7 giovani su 10 dell’attuale Istruzione tecnica, istruzione professionale statale e IEFP regionale, non sembrano interessati e non scelgono dopo il diploma percorsi di specializzazione terziaria come gli ITS Academy che garantirebbero loro una formazione on the job di alta qualità e che in 8 casi su 10 consentirebbe loro di entrare stabilmente e con buone remunerazioni in un mercato del lavoro sempre più competitivo.

I dati ci dicono che in Germania il 44% degli iscritti ai percorsi terziari frequenta istituzioni professionalizzanti, mentre da noi a frequentare corsi terziari professionalizzanti è solo lo 0,4% degli studenti. Non si tratta, ovviamente, di importare soluzioni che altrove nascono da assetti istituzionali diversi dal nostro, visto che la competenza scolastica in Germania è dei Länder. Si tratta, però, di battersi a favore di un sistema essenziale per la difesa e allo sviluppo della seconda potenza manifatturiera in Europa e coerente con una politica industriale per il medium tech, che è il cuore della nostra specializzazione industriale.

Senza un capitale umano ben formato e ben performante, lo sviluppo industriale è praticamente impossibile. Dobbiamo allora pensare e favorire nuove forme di collaborazione: le scuole sono costrette a diventare fabbriche di competenze, e non solo di cittadinanza; le imprese fabbriche di conoscenza e non solo di prodotto.
E’ l’unico modo per gestire il cambiamento in atto.

In un mondo globalizzato, in cui la competizione economica si gioca tra grandi aree metropolitane e territoriali, il sistema formativo e quello imprenditoriale devono, insomma, trasformarsi in laboratori di innovazione per vincere le sfide con le aree più avanzate del mondo ed offrire strumenti e buone pratiche di modernizzazione dell’uno e dell’altro.

Ecco perché l’edizione di EXPOTRAINING del 7-8 novembre 2023 intende farsi carico, da una parte della presentazione e formalizzazione dei nuovi percorsi afferenti alle filiere tecnologico-professionali, attraverso modellizzazioni e workshop per docenti e studenti e dall’altra favorire attività di orientamento e di formazione, anche certificata per la personalizzazione dei percorsi per gli studenti e per il supporto formativo ai docenti tutor e orientatori.

Molto ci aspettiamo anche dalla partecipazione di aziende interessate al cambiamento e alla ricerca di personale qualificato per presentare in Fiera le nuove produzioni e soprattutto la ricchezza e la molteplicità dei profili professionali emergenti.

In particolare, gli stand dei Ministeri che hanno aderito alla manifestazione (Ministero dell’Istruzione e del Merito e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali), delle Regioni e del Parlamento e delle Scuole Innovative, delle Reti degli Istituti di secondo grado impegnati nell’innovazione didattica e nella transizione digitale, degli Enti dell’Istruzione e Formazione regionale e della Rete lombarda degli ITS Academy, riserveranno spazi dedicati alle proposte formative delle filiere più innovative e professionalizzanti per favorire una reale alternativa formativa allo schema tradizionale e perdurante di formazione liceo + Università.

Si tratta di far conoscere e far appassionare i giovani, i docenti e le famiglie a percorsi più avanzati e più propriamente del Made in Italy che necessitano di essere alimentati e rivitalizzati con le migliori intelligenze del Paese. 

Intendiamo far sì che EXPOTRAINING diventi un luogo di incontro e di dibattito sul tema del mismatch destinato ai giovani, valorizzando proprio il rapporto tra pari con la partecipazione di “allenatori” e “testimoni” in grado di contagiare le nuove generazioni verso scelte innovative e alternative rispetto al loro futuro.

Tra gli allenatori e testimoni intendiamo coinvolgere innanzitutto quei ragazzi che hanno già frequentato con successo Istituti Tecnici e gli ITS Academy, ma anche giovani imprenditori, giovani ricercatori, consulenti del lavoro, docenti e dirigenti scolastici con consolidata esperienza nell’innovazione didattica, nel cooperative learning, nell’apprendimento in contesti applicativi tecnologicamente avanzati.

L’obiettivo è quello di creare una comunità intorno all’innovazione e alle sfide del futuro per invertire la tendenza prevalente nel nostro sistema formativo di gerarchizzazione dei percorsi ed aumentare la sensibilità verso una formazione sempre più qualificata e tecnologicamente avanzata che non si esaurisca soltanto nell’istruzione formale, liceale e universitaria, ma che rimandi piuttosto ai nuovi percorsi tecnologici, professionali, secondari e terziari.

Molti studenti impegnati, proprio in questi giorni negli esami di Stato, infatti, ignorano queste opportunità formative e prediligono l’iscrizione ai percorsi universitari. Dovremmo essere in grado, al contrario, di mettere in atto politiche nazionali e regionali per coinvolgere questi giovani in scelte di specializzazione come gli ITS Academy di immediata spendibilità nel mercato del lavoro. 

L’Italia ha bisogno ora, in questi anni, da qui al 2026, di tecnologi, fermo restando che, ulteriori specializzazioni e acquisizioni di titoli superiori dall’EQF6 ai Master, saranno sempre possibili e anzi auspicabili all’interno del processo di apprendimento permanente cui saranno chiamati i lavoratori del nostro tempo anche e soprattutto per attività di upskilling e reskilling. 

Da queste premesse, partiamo oggi per avviare il dibattito sulla sfida del superamento del mismatch tra domande e offerta di lavoro e l’esigenza, al contrario, di individuare insieme al MIM, all’INDIRE e all’INVALSI e alla RETE ITS ITALY, nuovi modelli di incrocio tra formazione e mercato del lavoro e favorire le relazioni della filiera delle competenze promuovendo, appunto, quella fertilità che deriva dalla reciprocità tra gli ecosistemi dell’educazione, del lavoro, della formazione e della salute e sicurezza che si sono sviluppati finora nel nostro Paese, ma più in un’ottica di autoreferenzialità che di integrazione sussidiaria orizzontale, verticale ma soprattutto circolare.

A breve partiranno i moduli di iscrizione degli Istituti scolastici, dei Dirigenti e dei Docenti ad EXPOTRAINING e ci auguriamo di raggiungere il maggior numero di realtà scolastiche e di aziende interessate a vincere la sfida del cambiamento e della competitività, puntando sulla New Generation EU.
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