L’economia che riparte

La via della ripresa con “luce in fondo al tunnel”. Radiografia di Banca D’Italia sulle Economie regionali della Lombardia.

Gianni Fossati  

Giornalista, saggista e socio ALDAI
Il rapporto di Bankitalia in Lombardia è stato presentato dal  neo Presidente di Assolombarda Carlo Bonomi e dal Direttore della sede di Milano Giuseppe Sopranzetti alla presenza, tra gli altri del vice Direttore Generale Luigi Federico Signorini che ha ricordato come la doppia recessione sia stata  la peggiore  d’Italia in tempo di pace.
Nel corso del 2016 l’economia lombarda ha proseguito nel percorso di moderata crescita già avviato nel biennio precedente . Gli investimenti sono aumentati, la redditività è migliorata per il 75% delle imprese.
Il PIL della regione sarebbe aumentato del 1,1% secondo le stime di Prometeia grazie all’attività che ha continuato ad espandersi nell’industria e nei servizi, sostenuta dall’incremento delle esportazioni e dei consumi delle famiglie. Un incremento superiore a quelli registrati nel 2014 e nel 2015 ( 0,7 e 0,9 % ), prossimo alla crescita che aveva caratterizzato i primi otto anni Duemila. 
La chiave interpretativa consente di rilevare il miglioramento del mercato del lavoro e l’aumento dei redditi che hanno favorito i consumi. Tuttavia, il calo del prodotto durante le due recessioni che si sono succedute tra il 2008 e il 2013 è stato talmente intenso da non consentire di recuperare i livelli pre-crisi.
Negli ultimi quindici anni la Lombardia ha perso molte posizioni rispetto alle regioni europee a essa simili per grado di sviluppo e struttura produttiva, in termini di reddito pro capite e di capacità innovativa delle imprese. La buona notizia è che le indicazioni per l’anno in corso sono favorevoli. Il miglioramento dell’attività si è intensificato nel primo trimestre e nei programmi delle imprese l’accumulazione di capitale dovrebbe consolidarsi grazie alle agevolazioni fiscali previste per gli investimenti nelle nuove tecnologie digitali e, infatti, buona parte delle start up innovative italiane sono lombarde. 
Le condizioni di accesso al credito, generalmente distese, sosterrebbero il recupero dell’attività e degli investimenti.
Gianni Fossati e Giuseppe Sopranzetti Dir Banca D'Italia Milano - Lombardia

Gianni Fossati e Giuseppe Sopranzetti Dir Banca D'Italia Milano - Lombardia

Nel 2016 è migliorata la percezione delle famiglie circa la propria situazione economica. I redditi e i consumi sono aumentati per il terzo anno consecutivo. La distribuzione del reddito nella regione è rimasta leggermente meno sperequata rispetto alla media nazionale, grazie alla minore presenza di persone appartenenti alle fasce più disagiate della popolazione. Le  erogazioni di nuovi mutui per l’acquisto di abitazioni sono cresciute in un contesto di condizioni distese di accesso ai finanziamenti, che hanno anche favorito operazioni di rinegoziazione dei prestiti in essere. La domanda di credito al consumo si è rafforzata, sospinta dall’aumento degli acquisti di beni durevoli. Sotto il profilo del risparmio finanziario, in presenza di tassi di interesse storicamente molto bassi, le famiglie si sono indirizzate verso forme di investimento prontamente liquidabili, come i depositi in conto corrente, e verso i fondi comuni.
Le banche hanno proseguito il processo di ristrutturazione volto a recuperare efficienza, con il ridimensionamento della presenza sul territorio, la riduzione del personale e il maggior ricorso ai canali digitali. La riorganizzazione ha coinvolto soprattutto gli intermediari di maggiori dimensioni interessati da operazioni di fusione e di acquisizione la cui quota di mercato si è ridotta a favore delle altre banche. Il sistema sconta tuttavia il lascito della lunga crisi, con un peso ancora elevato delle insolvenze, sebbene il flusso di nuove posizioni con difficoltà di rimborso si sia fortemente ridimensionato. 
Il report è stato anche l’occasione per il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi di lanciare una proposta nazionale intesa a convocare a Milano gli Stati Generali del credito in una operazione “ trasparenza” che consenta di svoltare affinché non si ripresentino certe situazioni che rischiano di mettere in crisi tutto il sistema.
Banche, imprese e istituzioni devono infatti lavorare insieme, trasformandosi in uno “scafo unico”-come lo ha definito Giuseppe Sopranzetti - con cui attraversare i mari piuttosto ondosi dei mercati.

Le Imprese

Gli  andamenti settoriali dell’industria registrano il recupero dell’attività sugli stessi ritmi del 2015 con un segno più dell’1,3% e una crescita significativa nei primi tre mesi del 2017 anche se l’indice della produzione industriale è rimasto su un livello inferiore di 6,5 punti percentuali al picco pre-crisi.
L’incremento della produzione è stato maggiore per le imprese medio-grandi e per quelle operanti nel comparto dei beni di investimento che hanno beneficiato di una dinamica più favorevole della  domanda, in particolare di quella estera. Vi sono stati incrementi superiori alla media nei settori della siderurgia ( +2,7%) della meccanica ( +2,1) ma decrementi nel tessile (-0,2%), nel calzaturiero (-3,3%) e nell’alimentare (-0,2%. La Lombardia cresce più della media nazionale e il valore degli ordini a prezzi correnti è salito del 2,9% rispetto all’anno precedente sostenuto sia dalla componente interna che da quella estera ma senza raggiungere i livelli delle aree europee con cui compete. La Lombardia  non sta sfruttando tutto il suo potenziale e l’effetto dovuto all’Expo e alle operazioni post-Brexit va cavalcato  ha aggiunto il direttore Sopranzetti.
Dal canto suo, l’ex rettore dell’Università Bocconi e attuale presidente di Borsa Italiana Andrea Sironi, ha sottolineato il focus sulle aziende lombarde mettendo in luce  gli aspetti negativi riconducibili al divario di crescita e al ritardo in ricerca e sviluppo unitamente al tema dei laureati rispetto alle altre realtà. Analogamente ho posto l’accento sul tema del finanziamento delle università e degli studenti scorrelato dalle condizioni di famiglia e il ruolo importante giocato dalle borse di studio.

Il Lavoro

Passaggio articolato sul mercato del lavoro con un incremento dell’1,7% e  tasso di disoccupazione in calo del 7,4% un valore inferiore a quello medio nazionale dell’11,7% ma ancora più che doppio rispetto al minimo del 2007. La dinamica positiva del mercato del lavoro è confermata anche  dall’aumento delle ore settimanali lavorate (3,7%) e dalla progressiva diminuzione del ricorso alla Cassa integrazione guadagni. La contrazione delle ore autorizzate, del 30% circa rispetto all’anno precedente, ha interessato tutte le componenti.
Quasi la metà dei lavoratori dipendenti che hanno perso l’impiego lo ha ritrovato entro 3 anni, anche se purtroppo meno qualificato e con salari più bassi. La criticità maggiore è rappresentata dal dato anagrafico. Infatti, rispetto al 2008 vi sono 54.000 occupati in più ma tutti grazie alla fascia di età 45/64. Tra i giovani, 25/44 si sono perse 404.000 posizioni e, anche la quota dei giovani laureati è al di sotto degli obiettivi  UE.
Il miglioramento delle prospettive occupazionali  ha favorito  una maggiore partecipazione al mercato del lavoro. Nel 2016 l’offerta di lavoro è cresciuta dell’1,2% non solo grazie all’aumento degli occupati ma anche al calo degli inattivi. Tra questi ultimi si sono ridotti in maniera significativa coloro che non hanno cercato un impiego perché convinti di non riuscire a trovarlo, mentre è rimasto sostanzialmente stabile il numero di coloro che non hanno cercato lavoro per motivi di studio o di formazione professionale. Il tasso di attività, più elevato rispetto a quello nazionale, è salito al 71,6%.
La sfida è quindi con il nuovo rapporto Lombardia e con l’orizzonte 2030 dell’ONU.

E' possibile scaricare il rapporto della Banca D'Italia sull'economia 2016 della Lombardia cliccando il titolo indicato di seguito.

Rapporto banca d italia 2016 25 lombardia

rapporto-banca-d-italia---2016-25-lombardia.pdf

Archivio storico dei numeri di DIRIGENTI INDUSTRIA in pdf da scaricare, a partire da Gennaio 2013.