Che Dio ce la mandi buona
Due milioni di manager del privato e del pubblico hanno colto il momento elettorale per dare un segnale di responsabilità sociale per impegnare il Paese al rigore morale e finanziario, generando risorse, dalla riduzione dell’evasione fiscale e contributiva, alla riduzione della spesa. Risorse da investire per: mettere in sicurezza le finanze pubbliche; ridurre la tassazione per favorire la competitività per creare lavoro e non solo difenderlo.
Romano Ambrogi
Presidente ALDAI
Scrivere un editoriale durante la campagna elettorale, sapendo che sarà letto dopo il risultato delle elezioni del 4 marzo, non è certo facile.
La generosità delle proposte e lo scambio di responsabilità ha caratterizzato una campagna elettorale dai risultati incerti: ci auguriamo che il voto degli Italiani e dei Lombardi possa premiare proposte responsabili, che possano garantire reali prospettive di stabilità e sviluppo per la nostra economia e la nostra società.
ALDAI, come Federmanager, è apolitica per statuto e per definizione: i nostri associati non hanno certamente bisogno di indicazioni elettorali, ma rappresentando uno dei “motori” d’innovazione e sviluppo della società civile abbiamo sentito la necessità di promuovere un confronto sui principi di responsabilità, impegno sociale e partecipazione attiva alla vita del Paese con i candidati. Abbiamo quindi voluto condividere, come altre rappresentanze sociali, le prospettive che tutti auspichiamo, affinché i figli abbiano una qualità di vita migliore di noi genitori.
Abbiamo scelto di scendere in campo come Confederazione CIDA, che rappresenta due milioni di manager del privato e del pubblico a livello nazionale ed oltre 250mila in Lombardia; sostenendo e promuovendo gli incontri con tutti i candidati alla Presidenza della Regione Lombardia e con i principali rappresentanti nazionali nei collegi lombardi. Abbiamo inteso condividere visioni e proposte utili con tutti i dirigenti per dare un messaggio forte della nostra capacità di portare avanti concrete prospettive di sviluppo sostenibile per il nostro territorio e per il Paese.
Abbiamo chiesto ai politici di fornire una visione al Paese, di stimolarne le potenzialità che traggano risorse dal nostro patrimonio culturale e dal genio italico, creando un contesto favorevole per la realizzazione delle ambizioni e passioni di una società con grandi possibilità.
Abbiamo chiesto di concentrare l’impegno per fare ciò che spetta alla “cosa pubblica” e nessun altro può fare: le regole, le infrastrutture, il buon governo, per dare alle nuove generazioni molto più del debito pubblico che portiamo in eredità.
Abbiamo chiesto di dare dignità lavorativa ad un maggior numero di persone, perché il lavoro è oggi più che mai alla base delle società evolute; garanzia di benessere, qualità della vita, sicurezza sociale e riduzione delle disuguaglianze.
Molti hanno dato la vita per la libertà e le pari opportunità, per voltar pagina rispetto alle tirannie e alla povertà dei secoli passati, per dare maggior fiducia, autonomia e responsabilità alle persone. Confidiamo che la politica rispetti la dignità delle persone e si concentri sulle priorità della “cosa pubblica”, con l’obiettivo di ridurre il peso della tassazione riducendo evasione fiscale, sprechi e organizzazioni vetuste, per liberare energie e opportunità di sviluppo a imprenditori, professionisti e manager, facendo un passo indietro nei settori non strategici.
Confidiamo nel senso di responsabilità di tutti gli eletti a livello nazionale e lombardo affinché si sviluppi un dialogo costruttivo con le nostre rappresentanze nell’interesse del Paese e del territorio, mettendo in secondo piano gli interessi di parte per contribuire insieme responsabilmente al bene comune. Mettiamo in secondo piano i “campanilismi”, la “difesa delle posizioni” e le “ideologie”, per contribuire concretamente al benessere collettivo, per non perdere il treno dell’Europa e non solo farne parte a pieno merito, ma anche esercitare una funzione di leadership.
Impegniamoci per un Paese migliore: meno vulnerabile, più autorevole, più meritocratico, più dinamico, più equo.
Due milioni di manager e professionisti del privato e del pubblico hanno colto il momento elettorale per dare un segnale di responsabilità sociale e rispetto dei cittadini. Un rinascimento ambizioso che impegni concretamente il Paese al rigore morale e finanziario per generare risorse, dalla riduzione dell’evasione fiscale e contributiva, dalla riduzione della spesa e dalla privatizzazione di attività non strategiche. Risorse da investire per: mettere in sicurezza le finanze pubbliche; ridurre la tassazione per favorire la competitività; promuovere iniziative strategiche per il lavoro; ridurre il debito pubblico ... Per dimostrare
nei fatti che "ce la possiamo fare".
01 marzo 2018