Per una crescita digitale

Per crescere sotto il profilo economico e reputazionale, il nostro Paese deve essere in grado di salire “la scala del digitale” e ottimizzare i processi di innovazione. Ai manager il compito di guidare il cambiamento

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Stefano Cuzzilla 

Presidente Federmanager
Il progresso tecnologico sta raggiungendo risultati inimmaginabili fino a poco tempo fa. Spesso così straordinari da assumere immediato rilievo nella nostra quotidianità.

Destano clamore le potenzialità dell’intelligenza artificiale, che viene interpretata quale incredibile opportunità o minaccia incombente, a seconda che si voglia aderire ad approcci interpretativi diversi, ma accomunati da un manicheismo di fondo.

La realtà brucia sul tempo le premonizioni e così ci ritroviamo già a dialogare, sui diversi device, con interlocutori artificiali sempre più affidabili e affascinanti.

La Presidente della Commissione europea von der Leyen ha sottolineato che circa un quarto delle aziende europee presume di utilizzare strumenti di IA per supportare, ad esempio, i propri processi di assunzione. E noi, parallelamente, ci interroghiamo su quali saranno le professionalità che il mondo del lavoro richiederà.

Da manager dobbiamo essere in grado di interpretare l’evoluzione del sistema produttivo e capire che tutto sta cambiando velocemente. Ci è richiesto di esprimere una visione, un indirizzo compiuto di ciò che possiamo realizzare grazie alle nuove tecnologie.

Per far ciò servono le competenze giuste, idonee a guidare la twin revolution, digitale e ambientale, che sul piano internazionale si intende realizzare. Competenze di pensiero, potremmo chiamarle, avendo in mente scopi e strategie.
Autorevoli osservatori dicono che una progressiva digitalizzazione delle PMI potrebbe portare miliardi di euro di contributo al PIL nazionale e favorire la creazione di centinaia di migliaia di posti di lavoro. Bisogna però ripensare i paradigmi esistenti.

Su questo e su molti altri temi riguardanti l’innovazione, ho voluto riflettere nel libro che ho scritto con il Professor Maurizio Pimpinella, dal titolo “La scala del digitale. Percorso di crescita per l’economia e la reputazione del sistema Italia”.

Abbiamo immaginato il percorso di digitalizzazione come una scala che il nostro Paese deve salire con rapidità ed efficacia. Ci sono esempi concreti, come le nuove frontiere di gestione di Big Data e le piattaforme di rete che realtà come Fasi, Iws, Praesidium, Assidai – solo per citarne alcune – hanno adottato.

Ci sono anche numeri e statistiche che testimoniano che la digitalizzazione dei processi economici, amministrativi e sociali rappresenta una speranza per la rinascita di una società più equa e sostenibile.

In conclusione, dobbiamo saper utilizzare le migliori tecnologie perché siano funzionali al benessere e alla realizzazione di una crescita il più possibile omogenea.

Articolo tratto da Progetto Manager

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