Eventi climatici estremi: per fronteggiarli serve approccio integrato

A promuovere l’incontro Federmanager e Ordini degli Ingegneri di Bologna, Ferrara e Ravenna. Rendicontazione di sostenibilità, prevenzione e tutela del territorio, approcci win-win, tutele assicurative.

di Monica Dall'Olio

Il raggiungimento della sicurezza contro le manifestazioni climatiche estreme e della prosperità sostenibile delle comunità locali, cui ci si riferisce spesso come “del territorio” richiede un approccio concreto, integrato e trasparente, nell’utilizzo degli strumenti derivanti dalla rinnovata sensibilità nei confronti dello Sviluppo Sostenibile. Ogni territorio presenta caratteristiche uniche – risorse, sfide e opportunità – che non possono essere ignorate in nome di modelli generici. Per rispondere a queste specificità, strumenti come la rendicontazione di sostenibilità si rivelano essenziali, offrendo una mappa chiara degli impatti sociali, ambientali ed economici delle attività locali.

Sono le tematiche affrontate a Bologna il 20 novembre dal convegno “Eventi climatici estremi, competitività del territorio e regole per la sostenibilità: spunti per approcci win-win”, organizzato dalla Commissione Sostenibilità di Federmanager Bologna – Ferrara – Ravenna e dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bologna, con il patrocinio degli Ordini degli Ingegneri delle province di Ferrara e Ravenna.

“L’applicazione delle nuove regole di reporting non finanziario – sottolineano Sara Cirone e Roberto Pettinari, Commissione Sostenibilità e Infrastrutture per Ambiente, Territorio, Energia di Federmanager Bologna-Ferrara-Ravenna e moderatori del convegno - permette di costruire percorsi virtuosi in cui imprese, istituzioni e cittadini collaborano per creare valore condiviso. Investire in soluzioni che coniughino crescita economica e tutela dell’ambiente non solo garantisce un miglioramento della qualità della vita ma rafforza la resilienza del territorio. In tale scenario, si inserisce anche il tema del prospettato obbligo, a carico delle imprese, di assicurarsi contro i rischi di calamità naturale la cui entrata in vigore è prevista dal 1° gennaio 2025.”

“La collocazione del nostro Paese nell'area del Mediterraneo – proseguono - ci deve far pensare. Secondo il Rapporto speciale MedECC (Mediterranean Experts on Climate and environmental Change) sui rischi costieri climatici e ambientali nel Mediterraneo, presentato nei giorni scorsi alla Cop 29, il Mediterraneo è un punto focale del cambiamento climatico in cui sia le società umane che gli ecosistemi sono fortemente esposti e vulnerabili. Basti pensare che entro il 2100 fino a 20 milioni di persone potrebbero subire uno spostamento permanente a causa dell'innalzamento del livello del mare.”

Ruolo delle organizzazioni determinante per gestione e mitigazione rischi ambientali dei territori

La rendicontazione di sostenibilità, per la sua stessa natura, rappresenta un passo importante per la consapevolezza di imprese, enti ed organizzazioni riguardo alla gestione dei rischi connessi all’ambiente. A sostenerlo è stato Andrea Ragazzini, Sustainability & ESG Advisor, Consigliere Fondazione Hub del Territorio ER ETS: “Le organizzazioni ricoprono un ruolo sempre più determinante per la gestione e mitigazione dei rischi di tipo ambientale, sociale, economico e di governance dei territori. A loro è richiesta in modo crescente la capacità di saper indirizzare le proprie strategie in tal senso e di rispettare i principi della sostenibilità durante tutto il ciclo economico e di creazione di valore.”

“L’UE, nel voler favorire l’emergere di una economia basata sulla mitigazione degli impatti negativi prodotti dalle imprese, ha avviato un processo normativo in tal senso, di cui la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) fa parte. Attraverso l’obbligo rendicontativo per le grandi imprese, la Direttiva porta le imprese ad approcciarsi a impatti, rischi e opportunità legati ai fenomeni di sostenibilità, il cosiddetto “modello IRO”, in modo integrato e soprattutto interessato a collegare gli impatti prodotti da un soggetto economico ai rischi che da esso derivano e alle opportunità di miglioramento che l’impresa stessa può mettere in atto ed è chiamata a porre in essere.”

Polizze assicurative obbligatorie passo avanti e allineamento a livello internazionale

Di assicurazioni obbligatorie ha parlato l’avvocato Simone Arcangeli, docente Università di Pavia ed esperto di questioni legali e assicurative: “I recenti eventi climatici estremi in Italia e in Europa, sono caratterizzati da una potenza distruttiva e da una frequenza preoccupante. La Legge 30 dicembre 2023 n. 213 (Legge di Bilancio per il 2024), rappresenta una risposta opportuna e di carattere sistematico alle problematiche di vario genere, che tali eventi avversi provocano.”

“Le Polizze assicurative obbligatorie per danni catastrofali, segnerebbero un passo in avanti molto significativo per mutualizzare alcuni rischi e allineare l’Italia non solo a diversi Paesi Europei ma la prospettiva è più ampia, considerando che sono scelte legislative e best practices che vengono da tempo utilizzate (con soluzioni anche diverse da Paese a Paese) a livello internazionale, per esempio Stati Uniti. Quello che si dovrebbe sottolineare è che mentre sull’impianto legislativo ESG di derivazione comunitaria (Direttive e Regolamenti, molto corposo e legato a tecniche legislative alcune volte discutibili), si possono avere posizioni critiche, la genesi di questo diverso comparto di norme, rappresenta una iniziativa di non stretta derivazione comunitaria, ma il recepimento di istanze e best practices internazionali e quindi anche extra UE.”

Il punto di vista delle aziende: tra problemi concreti e soluzioni attese

Michele Ruo, Direttore Risorse Umane e Organizzazione di Alpi SpA, azienda situata in uno dei territori più colpiti da fenomeni avversi, con sede a Modigliana, in provincia di Forlì Cesena, ha fornito il suo punto di vista circa le aspettative delle organizzazioni.

“I recenti eventi meteorologici hanno evidenziato la fragilità dei territori e causato ulteriore fragilità, mettendo a rischio intere comunità e la sopravvivenza di aziende e attività di ogni tipo. Urge una nuova politica e nuovi strumenti operativi per la gestione del territorio. Una nuova programmazione di breve, medio e lungo periodo nella gestione del territorio, la veloce realizzazione degli interventi necessari e deliberati, il superamento dei ritardi burocratici con lo snellimento delle procedure senza venir meno l’efficacia della tutela del bene pubblico sono elementi indifferibili ed essenziali da mettere in campo a fronte dei mutamenti climatici che possono provocare danni irreversibili allo sviluppo di intere comunità.”

“I ritardi nella predisposizione degli interventi necessari alla tutela del territorio e delle comunità di Modigliana e Tredozio – ha poi sottolineato Ruo - a fronte dei danni provocati dall’alluvione del 2023 e poi dal 2024 sono un esempio clamoroso di ritardi e sottovalutazioni non più ammissibili.”

Per la riduzione del rischio idraulico servono interventi mirati con approccio win-win

Riccardo Galassi, Segretario Ordine Geologi Emilia-Romagna, è intervenuto sulla riduzione del rischio idraulico dei territori di pianura mediante interventi mirati con approccio win-win.

“Certamente gli interventi futuri, che in gran parte riguarderanno le aree che hanno subito ingenti danni, terranno conto della possibilità di delocalizzare, parola da qualche giorno abusata e che era già contenuta nei PAI/PSAI (piano assetto idrogeologico) a partire dal 2002, ma cui nessuno aveva dato peso. D’ora in avanti è più che probabile che gli interventi del tipo win – win, termine in uso già da qualche anno e che indica una sorta di conciliazione nelle situazioni a maggior rischio individuate da almeno 30 anni, prenderanno sempre più piede”.

“Soluzioni win win – ha concluso Galassi - sono già state attuate in qualche porzione di territorio della Romagna (Marecchia) e prevedono interventi di aggiustamento della realtà esistente, che possano “accontentare” la natura senza scontentare la popolazione che vive nelle aree a rischio e gli amministratori che, fino ad oggi, hanno ignorato quei problemi, ponendo mano alle situazioni più critiche solo quando il danno è ormai conclamato.”