Il mondo della produzione di beni, e più marginalmente di servizi, è attraversato in questi ultimissimi anni dai venti di una rivoluzione, che è stata battezzata 4.0. La quarta rivoluzione industriale, quindi, dopo l’avvento del vapore (1.0), della elettricità (2.0) e dell’informatica (3.0), con impatti, sulle metodologie e sugli attori della produzione, ancora tutti da scoprire. Fiumi di inchiostro, nella maggioranza dei casi virtuale, naturalmente, sono stati e sono versati su questo argomento, che affascina e coinvolge un po’ tutti coloro che vivono nel mondo dell’industria: dagli imprenditori ai managers, dagli ingegneri agli operai. È un fatto indubbio che la rivoluzione battezzata Industria 4.0, e tutto quanto comporta in termini di processi, tecnologie, professionalità, potrà favorire uno sviluppo economico di grandi proporzioni, se colta in tempo e con i giusti mezzi, o potrà affossare definitivamente chi ne ha sottovalutato l’importanza ed è rimasto indietro. Paesi più avveduti del nostro hanno da alcuni anni avviato progetti, piani strategici, investimenti (sovvenzionati) per affrontare questa nuova realtà, che promette forti evoluzioni in termini di innovazione e produttività, e quindi di ricchezza generata. Noi, in Italia, siamo un po’ indietro, a parte alcune realtà industriali di grandi proporzioni: solo da un paio di anni si sono avviate riflessioni concrete sull’argomento, riprese e incentivate a livello Governativo, che ha varato infine un vasto e ambizioso piano per riguadagnare il tempo perduto. In Italia se ne parla moltissimo, da un po’ di tempo a questa parte: l’azione del Governo ha sollecitato riflessioni e iniziative a tutti il livelli, coinvolgendo anche realtà che per dimensioni, cultura, mercati ne avevano fin ad ora solo sentito parlare (e magari neanche questo). Pensiamo alla relazione della Commissione Produttiva della Camera, che ha raccolto e poi messo in circolo le esperienze altrui e le linee fondamentali di Industria 4.0, ma pensiamo anche agli innumerevoli articoli anche sui media generalisti, ai Convegni che ormai dappertutto raccontano, discutono, propongono idee, azioni concrete, proposte per mettere in pratica le nuove metodologie del produrre. 

Anche Federmanager ha affrontato la nuova sfida, avviando tra i primi il tema: è del 2015 la costituzione di una Commissione federale che avrebbe dovuto, come ha poi fatto, analizzare i nuovi paradigmi e proporre soluzioni. La Commissione ha dato il proprio contributo ai lavori della Camera e continua a lavorare per affrontare le problematiche che nascono da Industria 4.0, in primo piano la formazione dei Managers, per permettere loro di gestire al meglio il futuro. Siamo quindi arrivati al perché Federmanager ASDAI Liguria, in stretta comunione di intenti con Confindustria Liguria, ha voluto un incontro sul tema Industria 4.0 calato sul nostro territorio. La Liguria è da sempre terra di industrie: da quelle pesanti, ormai in calo, a quelle ad alta tecnologia e poco impatto ambientale, sempre più numerose e importanti. È anche noto a tutti che la crisi del sistema industriale in Italia ha colpito severamente la nostra Regione, con grave impatto sul suo stesso tessuto sociale. Le ricette salvifiche, che alcuni avevano predisposto, hanno poco funzionato, in generale: siamo così spinti a trovare altre soluzioni e altri stimoli. L’occasione offerta da Industria 4.0 è quindi assai ghiotta: occorre sfruttarla al meglio. Abbiamo la spinta del Governo, con il suo piano di incentivazioni fiscali e non solo. Abbiamo le conoscenze tecnologiche, con Università e IIT. Abbiamo una classe manageriale pronta ad affrontare la sfida. Abbiamo infine le Aziende, molte delle quali hanno compreso che senza innovazione e un forte recupero di produttività non vanno da nessuna parte. Ecco allora il passo successivo: immaginare come Industria 4.0 possa (e debba) costituire un momento, e un’occasione epocale, per il rilancio dell’industria ligure che parte dalle Istituzioni e dalle Aziende e a cui Federmanager può dare un forte contributo attraverso i suoi managers, sia quelli già attivi nelle realtà produttive, sia quelli liberi da altri impegni per diverse ragioni. A loro dedicheremo un progetto ambizioso che abbiamo battezzato Manager 4.0, con non grande fantasia invero, ma che ben si rifà al tema generale. Progetto che parte dall’informazione, per arrivare alla formazione vera e propria, e ha l’obiettivo finale di “fare rete”, per crescere tutti assieme.