Perché il manager si deve occupare di etica

Federmanager Trento ha elaborato una Carta dei valori, volutamente sintetica e pragmatica, alla quale ritiene debba ispirarsi il manager di oggi

Alessandro Monti

Federmanager Trento
Il valore morale è il principio ideale che le singole persone, i gruppi, le organizzazioni e le collettività considerano nel regolare i propri comportamenti. Il tema dell’etica è una questione legata alla visione del rapporto tra persona e ambiente sociale, politico e fisico di riferimento. La regola etica assume un valore più esteso rispetto alla regola giuridica, perché vi si ricorre proprio quando ci si trova di fronte a spazi di interpretazione oppure di fronte a situazioni non normate. 

Nella vita quotidiana ci troviamo spesso di fronte a scelte che non sono condizionate da regole giuridiche, come per esempio quando decidiamo di far passare una persona fragile davanti a noi in una fila. In quel momento il nostro comportamento non è condizionato da una norma giuridica, bensì da una valutazione di carattere morale dettata esclusivamente dalla nostra coscienza (pur non essendo obbligato, faccio passare prima chi ha più bisogno di me). L’esempio negativo è quello in cui siamo noi a scegliere di saltare la fila, ricorrendo a qualche furbesco stratagemma. 

Nessuno ci farà causa per questo, ma che ne sarà della nostra reputazione? Perché il manager dovrebbe interessarsi all’etica? 

Perché anche le organizzazioni, come le persone fisiche, pongono quotidianamente in essere azioni che, escludendo in questa sede l’ipotesi dell’illegalità, possono rivelarsi non etiche. Anzi, per le dimensioni ed il sistema di relazioni più esteso che l’impresa in genere ha rispetto alla singola persona fisica, l’impatto negativo di un’azione non etica assunta dall’impresa (o nell’impresa) sarà ben più significativo e visibile, così come il danno conseguente. Ed il manager di questo si deve interessare

Molte organizzazioni adottano codici etici, carte dei valori, documenti di politica per la qualità, la sicurezza, l’ambiente ecc. In queste carte (sovente sovrabbondanti ed autoreferenziali) sono espressi concetti solitamente chiari, ma spesso poco conosciuti ed ancora meno applicati, se non per eventuali risvolti burocratici che ne derivano. 

Crediamo che sia compito in particolare dei manager fare propri i principi espressi in quelle carte, capirne profondamente l’essenza e la portata, e tradurli in prassi operative quotidiane. In tal modo contribuendo alla crescita della cultura aziendale, al suo orientamento verso interessi più alti e più lungimiranti rispetto a quelli legati al ritorno nel breve periodo. Con un ritorno, nel lungo periodo, in termini di reputazione ed, in ultima analisi, di performance economica

Federmanager Trento ha elaborato una Carta dei valori, volutamente sintetica e pragmatica, alla quale ritiene debba ispirarsi il manager di oggi. I principi in essa espressi possono essere tradotti in azioni pratiche e quotidiane, ma di significativo impatto nei termini sopra detti. Riportiamo di seguito in corsivo il testo della Carta dei valori e in tondo le didascalie. 

1. Competenza 

Il manager mette a disposizione dell’impresa di appartenenza il massimo delle proprie competenze e si impegna per la formazione continua propria e di tutti i collaboratori. Riteniamo che la formazione sottragga tempo alla produttività? 

2. Correttezza, lealtà e trasparenza 

Il manager rispetta i ruoli dell’imprenditore, dei collaboratori e dei terzi che si relazionano con l’impresa. Si adopera affinché nell’impresa non vengano compiute discriminazioni né favoritismi di sorta. Tratta con rispetto tutte le persone con cui interagisce in nome dell’impresa. Mantiene la parola data, a tutti i livelli. È leale nei confronti dell’impresa di appartenenza. Adotta decisioni chiare, logiche, motivate e coerenti con i valori e gli obiettivi dell’impresa. Fornisce feedback trasparenti ai collaboratori e partners. Rispettare gli altri, interni o esterni all’impresa, in ogni situazione può non essere agevole. Ma l’impatto del mancato rispetto (non mantenere la parola data, per esempio, anche se non formalizzata), può rivelarsi devastante per l’organizzazione. Motivare sempre le proprie decisioni significa far comprendere il punto di vista dell’azienda e la coerenza delle nostre azioni, ciò di cui i nostri interlocutori terranno conto in futuro. 

3. Legalità 

Il manager rispetta tutte le norme di diritto e ne promuove il rispetto presso l’impresa di appartenenza.
Rispetta e fa rispettare i contratti e gli impegni assunti. Laddove necessario, ne interpreta i contenuti con spirito di lealtà e collaborazione nei confronti della controparte. Rispetta e fa rispettare la puntualità dei pagamenti dovuti. Non abusa delle proprie ragioni di diritto per arrecare danno agli altri o per ritorsione, né per ottenere vantaggi ingiustificati. Ritardare i pagamenti verso fornitori o lavoratori può portare un vantaggio immediato e minimale all’azienda, ma per contro può risultare devastante per i propri partner. Approfittarsi di una clausola poco chiara o interpretabile per “sbilanciare” il sinallagma contrattuale a proprio favore può essere legale, ma non etico. Approfittare della normativa COVID per mettere in cassa integrazione i dipendenti oppure per ottenere un ristoro o bonus pubblico, in assenza di una reale necessità, può essere legale, ma non etico. Approfittarsi del fatto che la controparte “sicuramente non ci farà causa” per via della propria debolezza economica, può essere legale, ma non etico. 

4. Interessi collettivi 

Il manager è consapevole e sa rappresentare l’impatto delle attività della propria impresa sulla collettività di riferimento. Orienta le proprie azioni all’obiettivo di massimizzare le esternalità positive e di minimizzare quelle negative. Valutiamo le esternalità (positive e negative) dell’impresa e ne teniamo conto prima di assumere le nostre decisioni? Non è certo richiesto dalla legge, ma l’etica lo impone. 

5. Gioco di squadra 

Il manager promuove e valorizza il gioco di squadra all’interno dell’impresa di appartenenza. Favorisce la diffusione delle informazioni, degli obiettivi, delle politiche e delle motivazioni che supportano le scelte aziendali. Siamo certi di avere impostato in azienda una comunicazione interna efficace, trasparente, completa ed obiettiva? 

6. Ascolto 

Il manager si impegna ad ascoltare tutti gli interlocutori con la dovuta attenzione, mettendoli in condizione di esprimere liberamente e senza timori le loro idee ed opinioni. Accetta il confronto e la critica costruttivi. Tiene in considerazione le opinioni altrui. 
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Articolo Dirigenti nordest