Visita alla storica Coster Group di Calceranica al Lago

Azienda adagiata sulle rive del lago di Caldonazzo alle porte di Trento

Quasi certamente la valvola spray della tua schiuma da barba, del tuo profumo, dell’insetticida o del dispenser del tuo sapone è stato pensato e progettato in una bella azienda adagiata sulle rive del lago di Caldonazzo alle porte di Trento. Non solo, quella valvola è stata anche prodotta e assemblata proprio qui oppure in uno dei suoi 17 stabilimenti produttivi disseminati nel pianeta, con impianti pensati e progettati qui.

Stiamo parlando di Coster Group s.r.l., una azienda trentina totalmente sconosciuta ai più ma che ha come clienti i maggiori produttori mondiali di cosmetici, vernici, farmaci, detergenti, insetticidi, lubrificanti progettando e producendo qualcosa come 3 miliardi di valvole all’anno, solo un paio di aziende al mondo ne producono di più.

In un pomeriggio di fine novembre siamo stati ospitati dal direttore ing. Nicola Gretter che ci ha spiegato che questo è un mercato maturo, il prodotto è consolidato per cui per restare sul mercato occorre puntare su qualità, servizio impeccabile e volumi enormi.
E naturalmente l’ottimizzazione di ogni processo è l’ossessione del management: dopo una scrupolosa procedura di igienizzazione (le valvole non devono essere contaminate da batteri di alcun tipo) possiamo girare per lo stabilimento e vediamo una distesa di presse ad iniezione che stampano incessantemente, alimentate da una rete sotterranea di condotte di materie prime e assistite da solerti carrelli-robot che prendono e portano i semilavorati al momento giusto fino alla postazione giusta. E ci siamo ritrovati quasi soli nello stabilimento, presenza umana quasi nulla, solo il lavorio delle presse e il ronzio dei carrelli a guida laser.

La Coster nasce a Roma negli anni Cinquanta, fondata da due investitori con sede produttiva in provincia di Milano. Già allora si producevano valvole spray, ma su parziale licenza americana e le royalties da pagare per l’uso delle testine di riempimento erano piuttosto alte, non era ancora arrivato il tempo dei geniali brevetti che porteranno l’azienda al top in tutto il mondo.

L’azienda nei primi anni ’70 stava vivendo una profonda crisi, così Coster da Milano arrivò in Trentino grazie all’interessamento politico per occupare la forza lavoro rimasta disoccupata a seguito della chiusura di una miniera della Montecatini a Calceranica, dove all’epoca si estraeva la pirite utilizzata nella fabbricazione dell’acido solforico.

Così nella compagine sociale intervenne prima il Comune di Trento e poi la S.I.T., Società Industriale Trentina che con un energico piano di ristrutturazione chiuse l’attività produttiva valvole a Milano e trasferì il tutto in terra trentina. Grazie all’azione lungimirante dell’ing. Rolando Segatta, figura storica del management trentino (e anche past president di Federmanager Trento!) nel 1976 arriva il primo bilancio in pareggio. Da lì in poi la Coster si espande a dismisura: dai 300mila pezzi annui dei primordi si arriverà ai 3 miliardi attuali. Crebbero le assunzioni, soprattutto tra la gente del posto, e uno dopo l’altro sorsero gli altri stabilimenti: Costerplast, Coster 3, Tecnocoster e poi altri in Europa, America e Oriente. In tutto mille occupati di cui 400 solo a Calceranica.

L’ing Segatta era un imprenditore dal carattere tipicamente trentino: parlava in dialetto con i dipendenti, con loro agiva sempre con buonsenso, era schivo e umile, non aveva mai voluto ricoprire incarichi di visibilità preferendo il proprio ruolo all’interno degli stabilimenti sempre a diretto contatto con il personale. E questo spirito schivo e questa lungimiranza sono senz’altro rimasti tra le pareti della Coster, sempre impegnata nell’ottimizzazione dei processi attraverso investimenti – sempre con mezzi propri – nella ricerca e nell’impiego di tecnologie d’avanguardia, nella tutela dell’ambiente, nel rispetto del territorio, nella tutela dei diritti e della qualità del lavoro dei dipendenti.

Un vero esempio, insomma, di Industria 5.0.