La qualità di vita è una competenza da senior manager

L'attitudine a star bene e il benessere professionale ed equilibrio vita/lavoro dei collaboratori

Giorgio Paladin  

Federmanager Treviso e Belluno
Donne e uomini che hanno calcato la scena aziendale per molti anni possono chiedersi come hanno distribuito la loro energia vitale nel lavoro, nella famiglia, nelle relazioni, nella cura fisica ed interiore di sé. 

Valutando quando e in quali ambiti hanno incontrato maggiore o minore realizzazione, possono trovare ispirazione per calibrare meglio l’attitudine a star bene, tanto nell’ambito lavorativo quanto nell’ambito privato e in quello sociale e ambientale. 

Pongo l’accento in particolare sulla figura del dirigente d’azienda in età di adulto maturo. Oltre a pensare alla rivalutazione e allo slancio dei propri asset di buona vita per le stagioni che hanno davanti, la donna e l’uomo manager hanno anche ruolo per guardare la cosa in chiave di benessere professionale ed equilibrio vita/ lavoro dei collaboratori

Per tutti i lavoratori, in effetti senza distinzione di livello professionale, è interessante saper ricavare le misure di sé dal proprio vissuto, meglio se con riflessioni guidate, con la prospettiva dell’impostazione ad ampio respiro e sul lungo termine di un piano personale per il buon vivere. 

Si tratta di aprire il campo all’allargamento del significato del termine “carriera” che, travalicando i confini dell’attività lavorativa, comprende lo sviluppo dei tanti possibili collegamenti tra i valori esistenziali (autocoscienza, realizzazione, intimità, creatività, significato, solidarietà) e i sistemi umani (identità personale, coppia, famiglia, società, lavoro, tempo libero, ambiente), con vista sia sul tempo dei rapporti di lavoro strutturati che su quello di una vita attiva in pensione. 

Per il manager senior, in particolare, sapersi immedesimare e accompagnare altri in questa ampia visione della crescita qualitativa continua vuol dire possedere la competenza in “qualità e stile di vita” che penso di poter legittimamente posizionare in parallelo alle competenze verticali e a quelle trasversali riferite alla managerialità aziendale e sociale. 

Le tre categorie di competenze, ben integrate tra loro, producono il miglior connubio tra professionalità/produttività e buon vivere personale, familiare, sociale. Grazie a questa competenza infatti si possono portare avanti, nello scorrere del tempo, progressivi rinnovamenti verso equilibri di vita crescenti, con rimodulazione di impegni e comportamenti che fanno migliorare la prosperosità e il buon vivere quando ancora in carriera, e che poi alimentano lo slancio verso nuove fasi di vitalità e longevità generativa in una lunga prospettiva di “carriera della vita”

È dunque anche una competenza verso la quale i manager possono orientare i collaboratori di tutte le età, offrendo loro (anche con spirito di welfare aziendale) un analogo percorso di riflessione e di disegno di loro progetti di vita aziendale e personale, basati sul costruttivo rinnovamento individuale e sull’apertura a positive contaminazioni tra colleghi che producono buone armonie interpersonali ed intergenerazionali. 

Il risultato complessivo della focalizzazione del manager su questo know-how in qualità di vita e sulla sua diffusione in azienda ha due ordini di vantaggi. Uno è quello di dare alla popolazione aziendale la possibilità di cercare e auspicabilmente trovare il bilanciamento dell’energia dedicata al lavoro in sé con quella dedicata alle relazioni interne ed esterne all’azienda, ad onore e valorizzazione del ruolo e del senso di scopo di ciascuno nel proprio intimo e nel mondo in cui vive ed agisce. 

L’altro ordine di vantaggi è quello che ricavano l’azienda e la comunità aziendale da un innovativo approccio al benessere professionale e personale dei lavoratori, che consiste nel coinvolgerli in momenti seminariali in cui possano essere protagonisti della ricerca di armonia tra le aspettative dell’azienda dalle sue persone e le aspettative delle persone stesse dall’azienda e dalla vita. 

Questo vuol dire offrire ai collaboratori la possibilità di impegnarsi con cognizione per avere successo nella produzione di maggior valore per sé, per l’azienda, per i colleghi più giovani

In chiave gestionale ed organizzativa questo vuol dire far nascere basi di dialogo e accordo con cui manager, collaboratori e direzione aziendale arrivano congiuntamente a ridefinire ruoli e compiti con programmi di breve-medio-lungo respiro. 

Questo produce crescite professionali e personali con attitudine ai cambiamenti, armonie e scambi interpersonali ed intergenerazionali a favore del reciproco potenziamento e della produttività, staffette generazionali efficaci ai fini della continuità d’impresa e di valori aziendali e ai fini dell’adeguamento continuo dell’organico all’evoluzione degli obiettivi aziendali. 

Ed infine, nella favorevole congiuntura di alti standard di salute e longevità del nostro tempo, la competenza in qualità di vita agevola la preparazione e la transizione delle persone verso il miglior mix tra impegno e leggerezza nel tempo della pensione.