Anticipare il futuro con i nuovi talenti

“Anticipare il futuro: nuovi paradigmi, nuove tecnologie, nuove competenze

Claudio Barbina  

Referente Politiche attive e Formazione
Il giorno 30 settembre 2022 si è tenuta all’Hotel Resort Villa Verde di Fagagna (UD) la tavola rotonda “Attrarre, trattenere e motivare i talenti: le strategie dell’employee retention”. L’evento, che rappresenta il secondo step dell’iniziativa strategica di Fondirigenti “Anticipare il futuro: nuovi paradigmi, nuove tecnologie, nuove competenze”, ha visto a confronto visioni, esperienze ed aspettative di più di sessanta manager, imprenditori e studenti della nostra Regione. La giornata è stata introdotta da Francesco Venier, Dean for Executive Education of MIB Trieste School of Management, e condotta da Guido Bortoluzzi, Core Faculty Member del MIB stesso. 

Per Federmanager FVG erano presenti il Vice Presidente Vicario Alessandro Pellis Manager di Electrolux e Marco Olivotto, rappresentante dei Quadri nel Consiglio della stessa Federmanager FVG e Direttore generale di LEF – Lean Experience Factory di San Vito al Tagliamento (PN) che è parte attiva di questo percorso assieme al MIB, a Federmanager FVG ed ai Cluster MAREFVG, COMET e DITEDI. Il pomeriggio ha visto emergere, in un libero e vibrante brainstorming, le esigenze di giovani e imprenditori: non contrapposte, ma anzi tutte orientate allo sviluppo positivo delle aziende, in un contesto di progresso sociale. 

Le imprese sono ben consapevoli dell’importanza di saper riconoscere, attrarre e sviluppare quei talenti da cui dipende il loro stesso futuro; il talento in fuga è un evento destabilizzante, inquietante e possibilmente da evitare. In tale ottica ci siamo interrogati su quali siano le migliori leve per assicurare retention e coinvolgimento dei collaboratori e quindi c’è stato un attento ascolto delle testimonianze dei giovani e brillanti “YOLO” presenti in aula, che hanno perfettamente rappresentato la loro essenza umana e professionale e la loro brama di crescere vivendo bene. 

YOLO è acronimo di “You Once Live Only” ovvero: si vive una volta sola. Questo è un detto che conosciamo bene, ma che è diventato uno slogan identitario di molti giovani che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro e che così esprimono il loro stile di vita. 
Le esigenze di giovani, manager ed imprenditori sono state espresse dunque “in competizione” ma nel senso etimologico del CUM PETERE, ovvero dell’andare nella stessa direzione, del mirare allo stesso obiettivo.
Il dibattito è stato infatti caratterizzato dall’interazione di menti brillanti che hanno rappresentato visioni diverse ed emozioni espresse francamente ma sempre rivolte alla ricerca del cum petere, del trovare soluzioni, sbocchi e aperture sul futuro. 
Il concetto di Work balance degli YOLO si è evoluto e si esprime nell’esigenza di star bene al lavoro come nella vita privata. In quest’ottica sono richiesti progetti di formazione continua e di sviluppo rapido di carriera, partecipazione ai processi decisionali di cambiamento aziendale, flessibilità nella modalità di espressione lavorativa e tanto ascolto attivo e non giudicante. 

Il denaro è importante, certo, ma non quanto il tempo, il welfare aziendale e soprattutto il benessere nell’ambiente di lavoro. La frutta fresca al mattino ed il caffè offerti dall’azienda, la spesa aziendale consegnata sul posto di lavoro, le assicurazioni sanitarie estese ai propri familiari e l’aiuto del “maggiordomo aziendale” per il disbrigo di incombenze personali, amministrative e sanitarie sono segnali concreti di quel “mi prendo cura di te” che può fare la differenza tra il restare o praticare il “job hopping”, cioè saltare da un lavoro all’altro cercando opportunità migliori e clima di lavoro più soddisfacente. Un istant poll organizzato durante la discussione rivela che l’87% delle aziende presenti si ritiene capace di attrarre i nuovi talenti e mette in atto strategie e politiche a tal fine orientate. 

Le testimonianze rese da imprenditori e manager evidenziano come l’unicità valoriale dell’impresa, l’attenzione alla sostenibilità, l’attitudine all’inclusione delle diversità e soprattutto l’attenzione alla persona facciano la differenza. Ritrovare il senso del lavoro, riconoscersi nell’organizzazione e condividerne gli scopi è essenziale per i giovani… ma non solo per loro: vi è infatti una positiva contaminazione intergenerazionale con uno scambio tra visioni ed esperienze, che generano identità e condivisione dei valori. La vera sfida è quella del significato del lavoro e del coinvolgimento dei giovani nella crescita aziendale realizzata attraverso la crescita delle persone. Questo richiede uno sforzo di adattamento profondo da parte delle aziende che stanno riconfigurandosi secondo l’idea stessa del prendersi cura dei propri collaboratori. 

Libertà, autonomia decisionale, cultura dell’errore (possibilità di sbagliare), ascolto e coinvolgimento nei processi decisionali sono le nuove linee guida dello sviluppo dell’impresa, che può crescere solo assieme alle proprie persone, nel tessuto sociale in cui è inserita. Tutto questo va offerto e promesso ai giovani talenti e va mantenuto: solo così si limita il turn over selvaggio; si cambia vincendo e si vince cambiando.