La connessione scuola-lavoro è un argomento dibattuto da molti anni che trova nel “matching” tra la formazione scolastica e la formazione richiesta dalle aziende l’argomento più trattato e non ancora risolto. La preparazione dei giovani alla introduzione nel mondo del lavoro rimane un motivo di riflessione sia per le scuole sia per le aziende, su come poter agire per diminuire il gap tra quello che si impara e quello che le aziende cercano.

Le aziende di una certa dimensione hanno la capacità di investire nella formazione dei neo assunti, ad esempio con proprie Academy o simili iniziative, ma non tutte le aziende PMI lo possono fare e ricercano giovani formati sufficientemente per un rapido inserimento. La conoscenza a priori delle organizzazioni aziendali, sia di aziende di servizi o manifatturiere, i ruoli e le responsabilità delle varie funzioni rivestono un plus per i giovani candidati.

Questa conoscenza non sempre viene fornita durante il percorso scolastico, o perlomeno non viene sempre fornita da un punto di vista pratico o dettato da esperienza riportata da managers aziendali che hanno coperto ruoli apicali e sono in grado di trasferire in maniera pragmatica queste loro esperienze, integrando quello che viene insegnato nelle scuole.

La valutazione del candidato da parte delle aziende o per loro spesso da “head hunters” non verte ormai da anni solo a riguardo le competenze acquisite durante il percorso scolastico, sia con formazione di scuola superiore sia di formazione universitaria (le cosiddette “hard skills”), ma riveste sempre più rilevanza la valutazione delle competenze trasversali(le cosiddette “soft skills”) del candidato, le sue caratteristiche comportamentali che possono rendere possibile una proficua ed efficiente convivenza nell’ambito lavorativo, dove il giovane deve relazionarsi con colleghi e superiori di generazioni talvolta profondamente eterogenee e distanti dalle sue.

Ecco allora che il primo colloquio di lavoro, normalmente con le risorse umane che valuta principalmente solo le competenze trasversali, assume una rilevanza fondamentale per il prosieguo dei colloqui di assunzione. Un giovane ben preparato tecnicamente ma incapace di relazionarsi in ambito aziendale probabilmente non verrà tenuto in considerazione con una perdita di opportunità sia per il candidato stesso sia per l’azienda stessa che necessitava di quella figura professionale.

La consapevolezza di queste problematiche ben note ma non sempre facilmente affrontabili ha indotto Federmanager FVG a concepire delle iniziative che possano contribuire non certo alla loro soluzione ma a ridurre quel gap in termini di preparazione preventiva prima della introduzione nel mondo di lavoro.

Federmanager FVG ha consolidato nel tempo, ma rivitalizzato principalmente dopo la pandemia, 3 iniziative mirate alle scuole superiori, quali istituti tecnici, commerciali e professionali, che maggiormente permettono ai diplomanti di scegliere il percorso lavorativo invece che proseguire negli studi universitari.

Tali iniziative solo per ora:

La prima tipologia di interventi viene condotta da managers di provata esperienza a riguardo sia l’organizzazione o ad una o più funzione aziendale.

Le particolari esigenze delle scuole di indirizzo tecnico-commerciale hanno portato allo sviluppo di specifici interventi riguardanti la funzione degli Acquisti strategici, del Marketing, della Finanza, della Ricerca e Sviluppo, dello Sviluppo di nuovi prodotti. Gli interventi, come da richiesta dalle scuole, sono in lingua inglese per contribuire anche alla padronanza dell’ascolto della lingua straniera.