Vertenza Wärtsilä: finalmente si apre uno spiraglio di luce

Dopo un anno si apre la possibilità di una svolta

Carlo Minisini  

Consigliere Direttivo Federmanager Friuli Venezia Giulia
Esattamente un anno fa condivisi con voi, in un mio precedente articolo, le mie preoccupazioni come ex dirigente Wärtsilä, ma anche espressione di un intero territorio, sulla scelta della multinazionale finlandese di cessare la produzione dei grandi motori nello storico sito di Bagnoli della Rosandra per centralizzare il tutto a Vaasa, in Finlandia: con conseguenti 451 esuberi, sul totale dei 973 dipendenti di Trieste. Una decisione che avrebbe portato inevitabilmente alla cessazione totale della fase produttiva dei motori diesel di grande dimensione in Italia. 

Federmanager FVG, sin dal primo giorno, non ha esitato a schierarsi a supporto dei lavoratori e delle lavoratrici ponendosi a fianco delle Istituzioni per trovare una soluzione alla crisi, prodigandosi, per quanto possibile, su tutti i tavoli istituzionali con l’intento di cercare la soluzione più idonea a questa inaspettata crisi sociale ed economica. Il 3 settembre 2022, al culmine di una serie di presidi e manifestazioni, scesero in piazza in un lungo corteo per le vie cittadine 15.000 persone: cittadinanza, sindacati, tutta la rappresentanza “politica” e le associazione degli industriali; ovviamente anche Federmanager FVG era presente “a sostegno dei lavoratori e lavoratrici della Wärtsilä, così come dell’indotto ad essa connesso, ma più in generale a difesa dello sviluppo industriale del nostro territorio” così come dichiarato dal presidente Daniele Damele. 

In quello stesso settembre il Tribunale del lavoro condannò Wärtsilä per condotta antisindacale, annullando così la procedura di licenziamento e garantendo, in questo modo, più tempo per la conduzione del contenzioso. 

La crisi della Wärtsilä Italia è ormai divenuta una vertenza simbolo anche in campo nazionale: “Il paradigma con cui affrontare gli ulteriori casi di cessazione delle attività sul nostro territorio da parte di multinazionali straniere”, come ha sottolineato il presidente nazionale di Federmanager, Stefano Cuzzilla. 

Nel piano della reindustrializzazione il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) ha convocato a Roma più volte le varie parti interessate per convergere verso una soluzione comune, tuttavia la Wärtsilä ha presentato solo un esiguo numero di manifestazioni di interesse da parte di soggetti industriali relativamente al sito di Bagnoli della Rosandra, che ad oggi, non hanno mai presentato piani industriali dettagliati e credibili. Il 16 marzo 2023, una delegazione di Federmanager FVG, intervenne in audizione alle Commissioni riunite Lavoro e Attività Produttive della Camera dei deputati, illustrando, alle forze parlamentari, alcune proprie proposte per tentare di salvare la capacità produttiva del sito di Trieste puntando sulla generazione di energia, per il settore terrestre, marittimo e militare. 

In particolare ci si soffermò su due possibili ipotesi alternative di sinergia e di sviluppo strategico verso cui il nuovo soggetto subentrante all’attuale proprietà avrebbe potuto indirizzarsi: il possibile collegamento con il progetto della “Valle dell’idrogeno”, sostenuto dai governi di Croazia, Slovenia e dalle autorità locali del Friuli Venezia Giulia al fine di accelerare la diffusione delle tecnologie dell’idrogeno per le industrie ad alta intensità di energia ed i trasporti; la sinergia con l’Interporto di Bagnoli della Rosandra, nell’area divenuta “porto franco” attigua allo stabilimento Wärtsilä, che offre al mercato strutture per attività di logistica, stoccaggio, packaging e manifatturiere. 

Finalmente a fine luglio, dopo mesi di incontri e tavoli di lavoro predisposti dalle Istituzioni locali e dal Ministero, la vertenza Wärtsilä è giunta ad una possibile svolta. La multinazionale giapponese Mitsubishi e la genovese Ansaldo Energia hanno sottoscritto alla Wärtsilä il loro l’impegno per una “due diligence” manifestando il loro interesse per il sito di Trieste. 

Una comunicazione che si attendeva da molto tempo. I giapponesi considerati, in questi ultimi mesi, il “convitato di pietra”, non erano mai usciti ufficialmente allo scoperto. 
Inoltre, si è aggiunta la novità della sottoscrizione anche da parte di Ansaldo Energia, società controllata da Cassa depositi e prestiti. Attualmente nella lettera firmata dalle due società non ci sono offerte, ma l’impegno formale a condurre gli approfondimenti e le stime sul valore dello stabilimento di Bagnoli e dei macchinari in esso contenuti, in modo da poter passare alla trattativa economica con Wärtsilä per rilevare l’impianto nel caso in cui si realizzino condizioni favorevoli per le parti. È il passaggio che lavoratori, sindacati e istituzioni attendevano, frutto dell’opera di mediazione diretta condotta dal Ministero delle Imprese e dalla Regione Friuli Venezia Giulia con la società giapponese interessata al sito triestino per realizzare un “parco dell’idrogeno”. 

La partecipazione della genovese Ansaldo Energia segnerebbe il coinvolgimento dello Stato italiano e dunque il sostegno economico del pubblico all’operazione. È molto probabile che alla cordata si unisca la startup H2Energy, che, fin da principio, presentò a Wärtsilä l’unica vera manifestazione di interesse relativa ad un progetto legato all’idrogeno. 

L’idea generale è quella di creare un comprensorio dedicato alla realizzazione di elettrolizzatori e di turbine capaci di usare l’idrogeno per produrre energia. Da questa possibile e auspicabile riconversione dello stabilimento produttivo di Wärtsilä possono nascere i presupposti per l’attuazione di un progetto forte di natura industriale in Friuli Venezia Giulia. 

Questa, come detto, era anche una delle possibili ipotesi che noi di Federmanager FVG avevamo esposto durante l’audizione alle Commissioni Lavoro e Attività Produttive della Camera dei deputati: la sinergia con la “Valle dell’idrogeno” anche su scala transfrontaliera. Un’opportunità per Trieste di valorizzare le sue eccellenze nel mondo della ricerca scientifica in sinergia con il sistema imprenditoriale. Una prospettiva che ha fatto superare, almeno per il momento, lo stallo sugli ammortizzatori sociali. 

Infatti, al Mimit la multinazionale finlandese, le parti sociali e le istituzioni locali, hanno trovato un nuovo accordo che proroga quello sottoscritto lo scorso 29 novembre del 2022 e che riconferma l’impegno a sostenere il percorso di reindustrializzazione per il sito di Bagnoli e congela i licenziamenti dei 299 lavoratori rimasti. (Inizialmente erano 451!). In cambio, Wärtsilä incasserà sin da subito il “contratto di solidarietà” al massimo consentito dalla legge, l’80%: i dipendenti lavoreranno per il 20% del proprio orario contrattuale. Wärtsilä ha bisogno dell’ammortizzatore sociale per ridurre il costo del lavoro. 

L’ultimo motore è stato ormai consegnato da qualche settimana e, quindi, l’azienda sta pagando i 299 addetti della produzione in esubero al 100%. Al tempo stesso gli stessi ammortizzatori sociali sono finalizzati alla facilitazione del raggiungimento dell’obiettivo di accompagnare alla positiva conclusione questo lungo e sofferto contenzioso. Secondo il nuovo “addendum” sottoscritto all’accordo iniziale, i sindacati saranno informati entro fine settembre sullo stato della trattativa per la compravendita del sito di Bagnoli della Rosandra. 

Nel frattempo, da qualche settimana, è stata impostata una “road map” in cui si incontrano su vari tavoli di lavoro rappresentanti di Wärtsilä, Mitsubishi e Ansaldo Energia al fine di vagliare tutte le condizioni economiche e giuridiche necessarie per arrivare, come tutti ci auguriamo, a garantire la vocazione industriale della fabbrica di Bagnoli della Rosandra, che deve continuare a essere adibita a produzioni di elevato valore aggiunto, adeguate a valorizzare il qualificato livello professionale dei lavoratori e a riprodurre ricadute positive sul territorio di riferimento. 

Non ci resta che incrociare le dita, considerando che l’accordo attualmente raggiunto è certamente un primo passo nella direzione giusta, al quale devono seguire velocemente altri. Sarà anche necessario che Regione e Governo vigilino su questo negoziato “apparentemente” tra privati: Mitsubishi, Ansaldo Energia e Wärtsilä. 
È fondamentale che il fronte battutosi fin qui rimanga compatto; è una delle garanzie di tenuta rispetto a questo complicato negoziato. L’Italia sta facendo sistema, dimostrando che tanti soggetti, che di solito hanno posizioni diverse, possono stare insieme per combattere per un interesse comune. 

Carlo Minisini 
Consigliere Direttivo Federmanager FVG