Zacinto con un pizzico di Cefalonia e di Caretta Caretta
L’amico socio Renato Ganeo ci anticipa le vacanze con questa bella proposta relativamente vicina, che associa bellezza fisica a nostalgiche ed altrettanto belle reminiscenze scolastiche. Chi tra i lettori desidera cimentarsi e “mettere a terra” (proporre) un ricordo di viaggio, una esperienza, una sensazione vissuta con la condizione del “Viaggiatore fai da Te” lo può mettere nero su bianco ed inviare il risultato a gianni.soleni@tin.it con l’accompagnamento di qualche immagine. Verrà pubblicato nei prossimi numeri della rivista.
di Renato Ganeo
Kyria Maria usci dalla “Taverna Gianoulis” e
venne ad accoglierci con uno squillante Kalimèra sotto l’albero, alla cui ombra avevamo parcheggiato il piccolo fuoristrada con
il quale stavamo facendo il giro di Zacinto.
Eravamo sulla strada verso Anafonitria, a
nord dell’isola. Con un misto di inglese e
italiano ci fece accomodare e propose il
coniglio al forno, sua specialità con materia prima allevata da lei. Stavamo per accettare quando fummo circondati da una
mezza dozzina di gatti; Gianna mi guardò
perplessa, entrambi ricordavamo le leggende vicentine sui felini e con un sorriso decidemmo per “pollo allo spiedo con insalata
greca”. Avevamo scelto Zacinto (o Zante)
per la nostra vacanza perché colpiti, meno
di un anno prima, dalla bellezza della vicina
Corfù ed un poco anche per ricordi scolastici; Zacinto dette infatti i natali a Ugo Foscolo
del quale avevamo imparato a memoria “Nè
più mai toccherò le sacre sponde, ove il mio
corpo fanciulletto giacque, Zacinto mia…”.
La sua superficie è circa il doppio di quella
della nostra Isola d’Elba e ben cinque volte
quella della notissima sorella Santorini (questa è però nel Mare Egeo), con paesaggi
collinari che ricordano quelli toscani e numerose spiagge, sia di sabbia che di ciottoli. Per il nostro soggiorno avevamo scelto
la baia di Tsilivi, sabbiosa, relativamente
piccola, un tantino elegante e riconosciuta
come “per famiglie” rispetto alla vicina Laganas, considerata una sorta di dominio
british, meta trasgressiva di nottambuli, saccopelisti, discotecari e via di seguito.
Nota positiva di Laganas è che una parte della sua baia è, dalla notte dei tempi, luogo di deposizione e schiusa delle uova della tartaruga Caretta-Caretta, la più diffusa del Mediterraneo; souvenir di tartarughe si trovano dappertutto, di ceramica, legno, pelouche, dipinte su stoffa, stampate su asciugamani e non c’è visitatore che non ne porti a casa una. Il nostro albergo non poteva essere più fronte-mare di così, separato dalla spiaggia solo dalla piscina e dal grande terrazzo godevamo di una vista senza confini. Manos, il bagnino, oltre che a livellare la sabbia, stendere teli da bagno sui lettini, aprire e chiudere ombrelloni si occupava di mille altri piccoli servizi e sempre con il sorriso. Verso l’ora di pranzo arrivava con un bicchiere di ouzo e acqua ghiacciata ed io accoglievo con piacere quell’aperitivo che costituiva anche un modo di esprimere simpatia verso la Grecia che ci stava ospitando. Sia per il pranzo che per la cena la nostra preferenza andava però ad una delle tante trattorie-taverne raggiungibili in pochi minuti a piedi. Cambiavamo quasi ogni giorno, conoscevamo ambienti nuovi, incontravamo persone diverse, simpatizzavamo con i proprietari. Le proposte gastronomiche erano ovunque numerose, sia di terra che di mare, ma abbiamo quasi sempre privilegiato quest’ultimo e dunque il protagonista è stato il pesce, grigliato o fritto che fosse. Squisite anche le insalate, ma va da sé che quella “greca” è stata quasi sempre la prescelta.
Come scritto più sopra avevamo scelto Zacinto anche per il bel ricordo che avevamo di Corfù ed alcune somiglianze tra le due isole le abbiamo poi riscontrate, non però per quanto riguarda il capoluogo. Corfù città è bella, storica, quasi maestosa ed elegante mentre non lo è Zacinto città, molto più piccola e di fatto costituita dal lungomare “Strada Marina” con una fila di portici e dalla parallela più interna “Via Roma”, pomposamente definita “via dello shopping”.
Va doverosamente ricordato che Zacinto fu quasi rasa al suolo dal terremoto del 1953 e la successiva ricostruzione non sembra avere seguito uno stile architettonico ben preciso, mettendo insieme un poco del vecchio recuperato con del nuovo indefinito. È stato comunque gradevole gustare un gelato seduti ad un bar del porto guardando il via vai dei traghetti e delle barche da turismo. La casa natale di Ugo Foscolo ci si è presentata più piccola e modesta di quanto avevamo immaginato, peraltro recentemente bene restaurata e ubicata lungo la via che porta il suo nome; qualche foto scattata ci ricorderà la visita. Assodato che a Zacinto non ci si dovrebbe andare se si cerca la movida direi che il soggiorno può essere ottimamente ripartito tra sole-mare ed eventuali escursioni sia all’isola stessa che alle vicine Cefalonia, Itaca e Leucade. Alla conoscenza dell’isola abbiamo dedicato una intera giornata, definendo il percorso e le varie tappe con l’assistenza di Athina, la segretaria dell’hotel che ha provveduto anche a metterci a disposizione una piccola Suzuki 4x4 che, oltre ad una maggiore sicurezza su qualche tratto sterrato, tolta la cappotta ci ha permesso di goderci il sole.
La lunghezza del giro è stata di circa 120 km. toccando i punti più noti ovvero splendidi panorami dall’alto di scogliere sul mare con densità e sfumature di colore incredibili. L’attrazione maggiore è certamente la “baia del Navagio” (naufragio), una insenatura di spiaggia bianchissima sulla quale è adagiato il relitto di una vecchia nave. Ci si accede solo dal mare oppure, come nel nostro caso, la si ammira dall’alto della scogliera. Ma abbiamo voluto fare anche qualche puntata nell’interno, salendo pendii attraverso strade strette per arrivare a minuscoli villaggi dove sono ancora presenti i segni del terremoto del 1953. Il periodo molto caldo stava causando numerosi incendi ed abbiamo più volte dovuto modificare l’itinerario su indicazione dei Vigili del Fuoco impegnati in gran numero e dotati di mezzi moderni, compresi gli aerei Canadair dei quali abbiamo ammirato le operazioni di carico d’acqua sul mare e poi il lancio sulle zone interessate.
La vicina Cefalonia ci ha stimolati verso un’altra escursione, motivata anche dalla conoscenza del tragico evento storico quale fu l’eccidio della nostra Divisione “Acqui” da parte delle truppe naziste nel settembre 1943 che ha ispirato il libro “Il mandolino del capitano Corelli” di Louis de Bernières e poi l’omonimo film di John Madden con Nicolas Cage e Penelope Cruz. Vi sono parecchi traghetti al giorno verso e da Cefalonia ed il tragitto dura un’ora e mezza, poi per visitare l’isola il modo più pratico è di rivolgersi ad agenzie di viaggio locali. L’isola è vasta quasi il doppio di Zacinto, è montagnosa, aspra e più “selvaggia”, con spiagge prevalentemente di ciottoli. I centri principali sono Argostòli (il capoluogo) e Lixouri, la dirimpettaia sull’altro lato del golfo-canale. L’escursione è fattibile in una giornata, ma alla fine può risultare un po’ faticosa. Io non amo stendermi al sole e non mi interessa l’abbronzatura, ma con le camminate, i giretti in bicicletta o in quad e le escursioni di cui ho scritto, alla fine sono rientrato con una discreta tintarella, oltre ad avere conosciuto nuovi luoghi, che alla fine è ciò che più amo.
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30 giugno 2023