In crociera con gli angeli custodi

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Kasos

di Fernando Ferrari  

Associato Federmanager Venezia

“Chi, se io gridassi, mi udirebbe mai dalle schiere degli angeli?”
Iniziano così le Elegie Duinesi di Rainer Maria Rilke. Una risposta prova a darcela Fernando Ferrari, descrivendo un viaggio curioso e “stranamente protetto” che si è svolto per mare. 

Alcuni momenti critici si sono risolti positivamente grazie all’imprevisto intervento di personaggi che assumono sembianze misteriosamente “angeliche”. Attendiamo dai lettori, che desiderino condividere momenti di viaggio particolarmente interessanti, altre testimonianze scritte contornate delle relative immagini, da far pervenire a gianni.soleni@tin.it per la pubblicazione. 

Unico paletto, come storica consuetudine, è che riguardino Viaggi “Fai da Te”.
Fernando Ferrari
Federmanager Venezia

Fernando Ferrari Federmanager Venezia

Maggio 2011. Dopo la sosta invernale a terra, Shalimar, la mia imbarcazione a vela, viene messa in acqua ad Aghios Nikolaos (Creta) per iniziare la crociera estiva. 

Siamo pronti: carena pulita, vele a posto, motore ausiliario in ordine, equipaggio al completo (mia moglie Ida). 

Dopo una sosta a Sitia raggiungiamo l’isola di Kasos dopo una impegnativa navigazione: forte vento dai settori poppieri, mare formato, nuvoloni scuri in cielo. 

Il porticciolo dell’isola è praticamente deserto: solo un grosso motoscafo ed un paio di pescherecci. Troviamo facilmente un posto in banchina nei pressi di due pescatori intenti a riparare le proprie reti. Il giorno successivo il vuoto è ancora più assoluto: non c’è nessuno in giro ed il maltempo persiste. 

Dobbiamo decidere se proseguire o prolungare la sosta. Decidiamo di partire e indossiamo abbigliamento pesante, cerata, giubbini salvagente, cinture di sicurezza. Siamo pronti a mollare gli ormeggi ma a questo punto si materializza vicino a noi un tizio che con voce stentorea proclama: “stay here, stay here, weather terrible!” (state qui, state qui, tempo terribile!). Ciò detto, se ne va. Ci guardiamo un pò perplessi. 

E se avesse ragione “lui”? Ma poi… Chi era costui

Tra il serio ed il faceto dico che da bambini ci raccontavano che esistono gli ANGELI CUSTODI

i due protagonisti

i due protagonisti

Comunque sia, decidiamo di rimanere e mestamente ci liberiamo dell’abbigliamento “da battaglia” che baldanzosamente avevamo indossato poco prima. Il giorno seguente Ida avverte un pò di mal di denti. Mi reco in Capitaneria per chiedere se esista un dentista nei paraggi. 

C’è, ma ha l’ambulatorio ad un paio di km dal paese. Gli telefonano e lui dice che dopo una mezz’oretta si sarebbe presentato al porto. In effetti il dentista arriva su una motoretta, carica la “paziente” e la porta in ambulatorio. Diagnostica una infiammazione gengivale e fornisce pure gli antibiotici del caso. 

Costo? Nulla, dice che è “un dovere che fa parte dell’ospitalità”. Ma dove siamo capitati? 

Credevamo che gli angeli custodi si muovessero con due ali ma non con due ruote motorizzate! La crociera prosegue il giorno seguente. Ci fermiamo nell’isola di Karpathos e mi reco in Capitaneria per le formalità di rito. 

Mi viene chiesto di esibire la dichiarazione di messa in acqua dell’imbarcazione prima della ripresa della navigazione. In tanti anni nei mari della Grecia è la prima volta che mi viene richiesta e comunque non ce l’ho. 

Multa di cento euro che devo pagare in un apposito ufficio in città, tra l’altro difficilmente rintracciabile. 

Prima di ripartire devo esibire la ricevuta di avvenuto pagamento e sottoscrivere una dichiarazione precompilata in lingua greca. 
Chiedo di sintetizzarmi in inglese il contenuto del testo. Risposta: “Chiedo perdono alle autorità greche per avere commesso questa infrazione e prometto di non commetterla più in futuro”. Mah! Mi viene da sorridere al pensiero che forse l’isola di Karpathos è sconosciuta agli angeli custodi.
Karpatos

Karpatos

La crociera prosegue con soste a Rodi, Tilos, Leros, Patmos, Donoussa, Tinos, Mikonos, Delos e altre isole del Mare Egeo. Giunti lungo la costa occidentale dell’isola di Andros decido di fare sosta nel porticciolo di Batsi

Prima di ammainare le vele per entrare in porto avvio il motore, ma il rumore metallico dello scarico mi fa capire che si è interrotto il flusso dell’acqua di raffreddamento del motore. Una rapida ispezione non evidenzia alcunché di anomalo per cui ho bisogno di una competente assistenza meccanica. 

Il posto più vicino dove sono sicuro di ottenerla è il porto di Karystos (isola di Eubea), ad una decina di miglia. Sono le quattro del pomeriggio, il vento è favorevole e conto di arrivare a vela a destinazione in un paio di ore o poco più. Alle sei del pomeriggio mi trovo lungo la costa Sud di Eubea ed il vento cessa completamente. Siamo fermi ed in lungo ed in largo non si vedono altre imbarcazioni. Che fare? Nessun problema: presto o tardi il vento arriverà, magari già la consueta brezza serale. Intanto ammaino le vele e a questo punto vedo che dal largo, dove prima c’era il vuoto totale, una imbarcazione si dirige verso di noi. 

Inutile dire che ancora una volta… ma sì, pensiamo che si tratti del solito angelo custode, o magari di un altro. Tornando con i piedi per terra, l’imbarcazione di cui trattasi (che poi è un peschereccio) si avvicina ed il pescatore, pensando che siamo rimasti senza gasolio, ci mostra una tanica con l’intenzione di offrircene. 

Io invece gli mostro con una mano un cavo per il rimorchio e con l’altra una banconota da 50 euro. 

Capisce al volo ed in men che non si dica la “strana coppia” – il peschereccio davanti e la barca a vela rimorchiata dietro – si avvia verso il porto di Karystos. Ivi giunti, il cavo viene mollato e Shalimar, con il residuo moto inerziale, si adagia morbidamente lungo un tratto libero di banchina.
Tilos

Tilos

Da un peschereccio egiziano ormeggiato davanti a noi esce un omone grande e grosso in tuta blu e si avvicina. 
Parla solo arabo, ma a gesti ci fa capire che volentieri darebbe un’occhiata al nostro motore per aiutarci a capire quale sia il problema. 
Lo faccio salire a bordo affinché possa constatare che non viene aspirata l’acqua di mare che dovrebbe raffreddare il motore durante il funzionamento. 

Vede che le tubolature dell’acqua sono a posto e, giustamente, ritiene che “qualcosa” impedisca all’acqua di mare di entrare nei tubi. Ne scollega uno e comincia a soffiarci dentro con quanta forza ha in petto. Lui è un gigante e quando soffia sembra un poderoso mantice ma il percorso dell’acqua non si sblocca. 

Dopo numerosi inutili tentativi è esausto e sta per rinunciare. Sosta per un pò, raccoglie le residue forze, riempie i polmoni, soffia ancora una volta e… di colpo l’acqua comincia a scorrere! 

Evviva! L’angelo custode, stavolta “islamico”, ha colpito ancora una volta!