Visita al POLIGOF di Mira e al Museo della Radio di Marghera

Gruppo Seniores

Il 14 giugno si è svolta una nuova uscita, pure questa interessante e ricca di contenuti, del Gruppo Seniores di Confindustria Veneto Est, al quale aderiscono numerosi soci di Federmanager Venezia. Due gli obiettivi posti ambedue nell’area veneziana, con una visita alla mattina alla POLIGOF di Mira ed al pomeriggio al Museo della RADIO a Marghera.
Alla POLIGOF i visitatori sono stati accolti dal Direttore dott. Giovanni Bonandini coadiuvato dalla Responsabile Risorse Umane dott.ssa Martina Trevisan e dal Responsabile Sicurezza, Prevenzione e Produzione p.i. Alberto Pellizzaro.
Lo stabilimento, erede della “storica” Pansac, è stato rilevato nel 2013 dalla Poligof SpA (LO), società attualmente detenuta dal fondo di investimento spagnolo Portobello Capital. 
La produzione è dedicata al Backsheet film, componente esterno dei pannolini per bambini e per incontinenza sia maschile che femminile. Il fatturato attuale raggiunge i 150 milioni di euro. La forza lavoro dello stabilimento di Mira si aggira attorno alle 250 unità e svolge la sua attività in modo totalmente continuativo (24 ore/giorno x 365 giorni/anno).
Gli stabilimenti di produzione sono 5 (con circa 450 dipendenti totali), due dei quali in Italia a Lodi (dove c’è anche la sede legale) ed appunto a Mira (che produce i due terzi del prodotto italiano); gli altri tre impianti sono in India, Messico e Russia.
I processi produttivi si riassumono in Estrusione, Stampa e Laminazione, con un riciclo certificato ad impatto zero sull’ambiente (certificazioni ISO 9001, ISO 1400, ISCC Plus, EN 1149, 13034, 13982, 14126, 13688). Nello stabilimento sono in fase di avvio un impianto fotovoltaico ed un tricogeneratore (alimentato a gas); entrambi i progetti sono indirizzati alla riduzione dei consumi energetici.
Esiste un depuratore per le acque civili, mentre non ci sono scarichi di acque dalla produzione.
Nel pomeriggio si è svolta la visita al Museo della Radio, negli stessi ambienti in cui letteralmente “visse” la scuola di elettrotecnica e radiotecnica, di altissimo livello, istituita fin dagli anni ’40 del secolo scorso da padre Egisto Gelain, un illuminato francescano del convento di S. Antonio di Marghera. 
Una figura certamente nota alla grande maggioranza dei lettori, soci dirigenti o no, che sono vissuti nel secolo scorso nell’ambito della Terraferma veneziana, in consonanza e simbiosi con la confinante zona industriale. 
L’intento di padre Egidio era di dare una concreta opportunità di lavoro qualificato ai giovani che nel dopoguerra avevano difficoltà a collocarsi nel mondo lavorativo. 
Il riconoscimento della scuola non si ebbe da parte delle istituzioni, ma in modo molto pragmatico dal mondo imprenditoriale ed industriale locale. 
Quando padre Egidio morì negli anni ’70, gli subentrò un giovanissimo confratello, padre Ruggero Nuvola, che proseguì con grande successo l’opera del precursore: alla scuola si sono iscritti anche molti giovani provenienti dalle scuole superiori (istituti tecnici e licei) della zona, consapevoli del valore dell’integrazione culturale che veniva loro offerta. 
La scuola svolse il suo apprezzato servizio fino alla metà degli anni ’90, anche dopo la morte di padre Ruggero, quando con la crisi del polo industriale di Marghera vennero a mancare i presupposti per cui la scuola era stata fondata.
È allora che un ristretto gruppo di ex-allievi decise di occuparsi della gestione del patrimonio raccolto in 50 anni di attività, istituendo il Museo della Radio, dedicato a padre Ruggero e dislocato logisticamente negli ambienti della ex scuola. 
A tutto ciò è stato poi genialmente affiancato anche un bellissimo Planetario costruito nel 1984, gestito e curato dagli astrofili mestrini del Circolo “Guido Ruggeri”.
Innumerevoli sono gli oggetti tecnologici e le “macchine” presenti nei locali, anche di grandissimo valore storico e culturale, appartenenti all’area “elettrica” in senso lato.
Vogliamo qui evidenziare l’inaspettata presenza di tre vere “chicche” di altissimo livello storico e tecnologico che hanno contribuito a caratterizzare il secolo scorso. Trattasi della “chiffrienmaschine” ENIGMA (la “macchina cifrante” dei nazisti, usata nel secondo conflitto mondiale per inviare messaggi codificati tra i reparti tedeschi), del computer OLIVETTI P101 (il primo calcolatore individuale al mondo), e di un modello 1/20 della nave ELETTRA (la “nave di Guglielmo Marconi”). Riguardo questi tre gioielli, brevi ma indispensabili informazioni vengono date nell’inserto che segue.