I tre gioielli del Museo della Radio

Marghera

P101 team - PierGiorgio Perotto, Giovanni De Sandre, Gastone Garziera, Giancarlo Toppi

Ecco allora di seguito una pur succinta descrizione delle tre “chicche” presenti nel Museo.

ENIGMA: (del valore collezionistico di migliaia di euro) venne consegnata di nascosto agli inizi del 1945 a padre Egidio da uno sconosciuto che se ne voleva disfare temendo ritorsioni contro di lui, probabile collaboratore dei tedeschi. Il religioso pensò trattarsi di una macchina da scrivere o qualcosa del genere, e la nascose nella soffitta della scuola, dove rimase per sessant’anni mescolata tra centinaia di altri oggetti. 
Fu all’inizio degli anni 2mila che due appassionati componenti del gruppo istitutivo del museo (Gianpietro Favaro e Roberto Visentin) ritrovarono lo strano oggetto, lo analizzarono e arrivarono a comprendere di che cosa si trattava, riuscendo anche a rimetterlo perfettamente in attività.
ENIGMA serviva alle forze armate tedesche per trasmettere/ricevere messaggi cifrati, scegliendo tra oltre 150 miliardi di possibili combinazioni ed utilizzando l’alfabeto Morse con comunicazioni che potenzialmente tutti potevano sentire ma nessuno, tranne i diretti interessati, riusciva a decodificare.
In Italia altri due esemplari sono conservati a Milano e a Pavia.

Ciffrienmaschine Enigma

Ciffrienmaschine Enigma

Uso di Enigma su un mezzo blindato

Uso di Enigma su un mezzo blindato

OLIVETTI P(rogramma) 101: (leggere non 101 ma “OneToOne”, ad evidenziare che si tratta di un calcolatore singolo per uso di una singola persona) fu il primo calcolatore individuale da tavolo al mondo costruito all’inizio degli anni ’60, quando l’azienda italiana era ancora presente nel settore dei calcolatori mainframe, seppure già in forte difficoltà per motivi finanziari e competitivi rispetto ai grandi produttori mondiali (IBM, Honeywell, Univac, etc). 
Fu in quel periodo che un gruppo ridottissimo di tecnici, che è doveroso ricordare per la loro quasi eroica missione (Olivetti aveva già venduto il settore mainframe alla General Electric, costringendo il gruppo a lavorare in modo quasi clandestino e “carbonaro” in alcune stanzette riservate a Pregnana Milanese) riuscì a portare a termine il progetto nel 1965. 
Il mitico gruppo parlava molto in VENETO: capoprogetto era il torinese Piergiorgio Perotto, con lui collaborarono i giovani progettisti Giovanni De Sandre (sacilese, ingegnere elettrotecnico “con attestato di studi elettronici” dato che all’epoca non esisteva l’indirizzo di ingegneria elettronica) e Gastone Garziera (sandricense, diplomato in quel mitico ITIS Rossi di Vicenza che diplomò anche Federico Faggin padre del microprocessore). 
A questi tre – ripetiamo TRE – progettisti dettero ulteriore aiuto Giancarlo Toppi e Giuliano Gaiti: CINQUE PERSONE in totale, e due su cinque del Triveneto!!
Il neonato calcolatore programmabile fu presentato il 14 ottobre 1965 alla Fìera mondiale di New York, dopo una prima presentazione al Waldford Astoria condotta dall’indimenticato Ruggero Orlando, e in quella sede attirò la stupita e quasi incredula attenzione di tutte le grandi case del settore, IBM in testa per finire con l’invidiosa HP, delle riviste specializzate e non, e del pubblico mondiale. 
Fu un grandissimo successo che non ebbe il dovuto seguito per l’insufficiente forza finanziaria e strategica della Olivetti. 
Ne furono prodotti quasi 45mila, un numero elevatissimo per quei tempi. 
In particolare quarantacinque esemplari di P101 vennero acquistati dalla NASA che li utilizzò per pianificare con successo le orbite e lo sbarco sulla Luna della navicella Apollo 11 nel 1969.
Olivetti P101

Olivetti P101

ELETTRA: nel Museo della Radio è esposto un magnifico modello 1 a 20 progettato, costruito e quasi completato da Gianpietro Bozzolan ex allievo della Scuola di Padre Egidio, fu la nave ancorata nel porto di Genova dalla quale venne inviato uno storico segnale radio il 26 marzo 1930 alle ore 11.03.
Guglielmo Marconi premette un pulsante per inviare gli impulsi nell’etere, impulsi che a 14mila miglia marine di distanza provocarono l’accensione delle luci del municipio di Sydney, in Australia, dando praticamente il via all’epoca delle trasmissioni radio.
Nave Elettra

Nave Elettra