Gruppo seniores: visita alla “VHT-Venezia Heritage Tower” di Porto Marghera (VE)
L’unica Torre di raffreddamento superstite del gruppo di 5 esistenti nel periodo di massimo sviluppo industriale della zona
Gruppo Imprenditori e Dirigenti Seniores dell’Industria si è
svolta il 31 maggio u.s., avendo un obiettivo particolarmente ghiotto ed
interessante sotto molti punti di vista; parliamo della VHT (VENEZIA HERITAGE TOWER),
situata nelle immediate vicinanze dell’attuale area portuale di Porto Marghera.
Interessante come detto, sotto molteplici punti di vista (storico, matematico,
ingegneristico-progettuale, architetturale, panoramico); luogo peraltro anche
frequentato e “vissuto” in prima persona da alcuni dei soci Seniores partecipanti
alla visita (tra questi in particolare il collega Antonio Russo, che è stato
l’ultimo direttore dello stabilimento erede dello storico Vetrocoke,
all’interno del gruppo Enichen). VHT è il notevole risultato di una start-up
che ha riqualificato, quasi come un’Araba Fenice e con un progetto unico al
mondo, l’unica Torre di raffreddamento superstite del gruppo di 5 esistenti nel
periodo di massimo sviluppo industriale della zona.
La torre era stata eretta per ridurre la temperatura e riciclare l’acqua utilizzata nei processi industriali della storico stabilimento Vetrocoke (sorto nel 1924 per merito del senatore Giovanni Agnelli, suo presidente dalla nascita fino al 1945, tra i primi stabilimenti ad entrare in funzione nella zona industriale). La Torre, aveva (ed ha tuttora) una futuristica e straordinaria struttura ad iperboloide. Venne realizzata nel 1938, riprendendo un progetto franco-olandese (come si legge nelle tavole progettuali “pratica n° 17600 - Parigi”), a cura dell’ing. Giuseppe Colombo (nome ben noto a chi ha frequentato Ingegneria di Padova). Per l’unicità della sua forma e la sua funzione, è stata un emblema del ’900 industriale in Italia, in Europa e nel Mondo. Il manufatto è stato famoso esempio di INNOVAZIONE sia per la sua forma (iperbole), che per il materiale base utilizzato (cemento armato); fino ad allora infatti le torri venivano costruite con forma cilindrica o quadrangolare, utilizzando il legno, con conseguente necessità di continua manutenzione. La Torre originaria, chiamata “Refrigerante iperbolico”, era completamente vuota al suo interno proprio per la sua funzione. Era alta oltre 54 metri, con diametro superiore di circa 21 metri ed inferiore di circa 28 metri, mentre lo spessore della struttura variava tra i 10 ed i 35 cm.
Oggi è di proprietà del Consorzio Multimodale Darsena, che ha acquisito nel 1998 l’area (circa 33 ettari) compresa tra la Banchina del Porto e le sue vie di accesso, per strutturare una attiva piattaforma logistica retro portuale. Una intuizione ed una visione dell’imprenditore Gianni Sottana, di cui oggi beneficiano il Porto e tutta l’area circostante, una delle poche bonificate e riconvertite con successo. Una agevole scala interna (abbiamo contato 330 scalini, uno più uno meno), od in alternativa un comodo ascensore, portano sulla sommità coperta ed ottimamente strutturata sia come straordinario osservatorio panoramico che come area di buffet. Da qui la vista spazia a 360 gradi andando da Venezia e le sue isole (Burano, Torcello, etc), alle trevigiane Colline del Prosecco, alle lontane Dolomiti, ai padovani Colli Euganei ed alla laguna sud, ritornando alla fine a Venezia. Tutto intorno ma più vicino, in primo piano, la zona industriale con le numerose aziende che si sono aggiornate nel tempo (Fincantieri, Pilkington, Bioraffineria ENI, etc) o che hanno progressivamente affiancato o sostituito quelle storiche (eccellenze italiane come erano Colussi, Galileo, Linetti, Pilkington, Select, Vetrocoke, Vidal, Zampironi, Zintek e molte altre), oltre alle numerose attività di supporto alla vivace funzione portuale. Aziende che vanno progressivamente a far “cambiare pelle” all’originaria area industriale, trasformandola da zona di insediamenti produttivi primari o secondari (chimica, metallurgia, etc), nei quali era prevalente la richiesta e l’uso di manodopera operaia, a luogo di produzioni avanzate e post-industriali (PMI multisettoriali) dove prevale la necessità e l’uso della funzione intellettiva ed “innovativa”.
Gentile ed esauriente padrona di casa è stata la d.ssa Alessandra Previtali, CEO e Founder di VHT, che ha accolto, intrattenuto ed accompagnato lungo tutto il percorso i 21 visitatori convenuti. Infine: è d’obbligo informare che è in fase avanzata un progetto, portato avanti con il sostanziale impegno del Gruppo Seniores (presidente Giorgio Borin) e del CSSM-Centro studi storici Mestre (presidente Roberto Stevanato), che arricchirà il percorso lungo i 330 scalini del percorso in salita (o in discesa, ma a ritroso) con una nutrita ed interessantissima esposizione di tavole esplicative della storia di Porto Marghera lungo tutto l’arco del ventesimo secolo. In sintesi, VHT è un sito da vedere per tutti (ex lavoratori di Porto Marghera, giovani e studenti, partecipanti a conferenze o convegni, etc), ovvero, come dice il TCI… “vale un viaggio”!