Piazza Ferretto a Mestre
Perchè questo nome?
Tutti conoscono il nome della principale piazza mestrina, ovvero piazza Erminio Ferretto.
Forse però
non tutti conoscono la storia della persona alla quale
la piazza è intitolata.
Specie tra i giovani millenials del
territorio della terraferma veneziana e della bassa trevigiana, ma forse anche tra qualche smemorato lettore
un po’ più anzianotto.
Nato a Carpenedo (VE) nel 1915, ERMINIO FERRETTO
a soli 15 anni preferisce emigrare in Francia piuttosto
che sottostare al nascente regime fascista.
Nel 1937,
a 22 anni milita in Spagna nelle Brigate internazionali
contro le forze Franchiste appoggiate dai nazi-fascisti.
Cadute le speranze di mantenimento della democrazia
in Spagna, rientra in Francia, dove però viene arrestato
e consegnato alle autorità italiane.
Viene confinato a Ventotene dove conosce molti tra gli
antifascisti ivi deportati, tra di essi Umberto Terracini,
Sandro Pertini, Luigi Longo ed Altiero Spinelli.
Nel periodo di detenzione dà il suo fattivo contributo per
la definizione delle idee che faranno da fondamenta
alla futura Costituzione della Repubblica, oltre che
agli ideali europei.
Rientrato a Mestre dopo la caduta del fascismo nel’estate del 1943, organizza i gruppi antifascisti nell’area
degli stabilimenti di Porto Marghera, quindi entra in
clandestinità nelle file partigiane nel territorio bellunese
e trevigiano sia di montagna (Vajont, Cansiglio, Quartiere del Piave, etc) che, successivamente, nella bassa
trevigiana e nell’entroterra veneziano.
Assume compiti
di comando col nome di battaglia de “EL VENEZIAN”
in un periodo di estrema difficoltà per la Resistenza.
Alcune famiglie delle zone di campagna aiutano i partigiani accogliendoli anche nelle loro case coloniche e
nascondendoli ai reparti fascisti.
Ma nella notte tra il 5
ed il 6 febbraio 1945, per alcune soffiate ed informazioni estorte anche con la tortura ad altri partigiani, mentre
è nascosto nei dintorni di Bonisiolo in casa (meglio dire
nella stalla) della famiglia Pavan, viene individuato da
una squadra di 40 fascisti che riescono a farlo prigioniero.
Le ultime fasi della sua vita, così come la dinamica della sua morte, sono tuttora molto controverse
(esistono diverse versioni sulla sua fine).
Torturato senza che gli venga estorta nessuna informazione, viene
infine trucidato a raffiche di mitra.
Gli viene intitolata la piazza principale di Mestre (già
piazza Umberto 1°), ed a Mogliano Veneto gli viene
intitolata una strada lungo la quale si trova anche un
cippo alla memoria.
Da diversi anni la sua morte viene commemorata
il 6 febbraio con una commovente cerimonia che
vede presenti le autorità dei comuni di Venezia, Mogliano Veneto e Marcon, le rappresentanze d’arma e
partigiane, alcuni parenti di Erminio Ferretto, numerosi cittadini dei tre comuni e (purtroppo non sempre)
rappresentanze degli studenti delle scuole superiori
della zona.
06 aprile 2023