Decreti per la “Fase 2” poco efficaci senza le competenze manageriali

La categoria dei dirigenti ed alte professionalità del pubblico e privato, rappresenta da CIDA, sarà determinante per la ripartenza, ma non per i decreti.

Roma, 27 gennaio 2020. “Il Governo afferma di aver concordato il piano di progressiva riapertura delle attività economiche con le parti sociali, ma ancora una volta ne ha selezionate solo alcune. Il risultato è un ennesimo decreto, estremamente generico sulle modalità ed eccessivamente minuzioso nell’elenco delle attività”. Mario Mantovani, presidente CIDA, la confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità, richiama nuovamente l’attenzione sull’esclusione delle rappresentanze dei manager e dei professionisti dal percorso di progettazione delle riaperture. “Il nostro Paese può ripartire soltanto affidandosi alle competenze diffuse, operative, che in ogni settore pubblico e privato non mancano. Solo collocando le decisioni al livello corretto di responsabilità sarà possibile coniugare realmente la sicurezza e la sostenibilità economica".
 
“Da un lato non giungono indicazioni sugli strumenti e sui sistemi di rilevazione delle persone contagiate, sul tracciamento, né soluzioni alla necessità di isolarli efficacemente e di informare chi ha avuto contatti con loro – prosegue Mantovani – dall’altro ci si affida ancora una volta ai codici Ateco e a un’elencazione di attività che ignora le differenze enormi all’interno del medesimo settore. Il rischio, nei settori ancora chiusi, d’impedire la ripartenza proprio alle aziende più organizzate e in grado d’investire, è concreto. Mentre in aziende con pochi dipendenti, appartenenti ai settori aperti, il confronto tra proprietà e sindacati di operai e impiegati sui protocolli di sicurezza può risultare teorico e ignora il ruolo fondamentale del management, unico vero punto di sintesi tra le diverse esigenze".
 
“I dirigenti dell’industria, del terziario, della scuola, della sanità, della pubblica amministrazione, dell’agricoltura, con le loro professionalità e competenze hanno consentito al Paese di contenere gli effetti della crisi, per quanto possibile. Hanno preso decisioni difficili e se ne sono sempre assunti la responsabilità, in un quadro di regole spesso confuso; ma ancora una volta si trovano ad applicare, senza un confronto, le regole scritte dalle task force e dalle amministrazioni governative e regionali".
 
“Abbiamo deciso di far sentire la nostra voce e reclamare un ruolo propositivo per la ‘fase 2’ del Covid-19. La ripartenza sarà efficace solo se ancorata ai valori della responsabilità e della competenza, requisiti che fanno parte del bagaglio professionale dei manager. Per questo, a breve faremo una proposta per giocare appieno il nostro ruolo nella ripresa e nel futuro del Paese”, ha concluso Mantovani.

CIDA è la Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato. Le Federazioni aderenti a CIDA sono: Federmanager (industria), Manageritalia (commercio e terziario), FP-CIDA (funzione pubblica), CIMO (sindacato dei medici), Sindirettivo (dirigenza Banca d’Italia), FENDA (agricoltura e ambiente), FNSA (sceneggiatori e autori), Federazione 3° Settore CIDA, FIDIA (assicurazioni), SAUR (Università e ricerca), Sindirettivo Consob (dirigenza Consob), Sumai-Assoprof (medici ambulatoriali).
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