Recovery: CIDA, serve una governance che consenta l'accesso di competenze manageriali
Chiediamo di essere maggiormente coinvolti, come categoria professionale, nei processi di programmazione, da cui derivino chiare scelte di politica industriale che, a loro volta, indicano gli spazi di intervento per l’attivazione di risorse private. È questa la missione manageriale in grado di apportare valore aggiunto al nuovo Pnrr del Governo Draghi
La governance del Piano nazionale di resilienza e ripresa che il Governo Draghi porterà a Bruxelles, deve prevedere forme di accesso di competenze manageriali e garantirne l’impatto su elaborazione e messa in opera dei progetti. Lo ha detto Mario Mantovani, presidente di CIDA, la Confederazione dei dirigenti pubblici e privati e delle alte professionalità, durante un’audizione al Senato, sul PNRR, presso le Commissioni riunite Bilancio e Politiche europee.
“Abbiamo apprezzato la scelta del nuovo Esecutivo di concentrare e centralizzare la fase decisionale e quella programmatoria, mentre avevamo sollevato qualche perplessità sulla creazione di troppe task force ‘scollegate’ dalle sedi istituzionali competenti”, ha spiegato il presidente di CIDA.
“Da subito abbiamo insistito sulla necessità di avere una governance chiara del Pnrr, che consentisse l’innesto di professionalità e competenze indispensabili per dare concretezza ai progetti, e dotare i progetti di cronoprogrammi rigorosi, analisi dei costi, verifica dei risultati. Crediamo che questo obiettivo si possa perseguire attraverso una collaborazione fra pubblico e privato, sia attivando le società già presenti nell’ambito della Pubblica amministrazione (Invitalia, Sogesid, Sace-Simest) potenziandone le competenze manageriali, sia ricorrendo alle società di consulenza, quelle più grandi e strutturate. Per garantire il buon funzionamento di questo rapporto pubblico-privato, riteniamo utile la definizione di un contratto-quadro, che ne disciplini termini e regole e ne esalti le sinergie, ricorrendo anche allo strumento dei concorsi, una volta sfrondati delle lungaggini burocratiche. Stesso discorso di efficienza va fatto per gli appalti, che vanno resi più semplici, snellendo e accelerando le procedure, con la necessaria flessibilità per consentirne l’uso anche agli enti locali".
“Insomma, a nostro avviso, occorre una scelta di fondo per realizzare una nuova versione del Recovery plan più solida e strutturata. Come CIDA abbiamo evidenziato che le prime versioni del Pnrr non contenevano una chiara distinzione dei ruoli fra pubblico e privato. Distinzione che va, invece, evidenziata ed articolata. Se allo Stato spetta la programmazione centrale e gli interventi in settori quali la sanità o l’istruzione, il privato deve avere un ruolo anche in comparti industriali strategici, anche per attivare le risorse private. E’ in quest’ambito che il ruolo del manager diventa indispensabile. Chiediamo perciò di essere maggiormente coinvolti, come categoria professionale, nei processi di programmazione, da cui derivino chiare scelte di politica industriale che, a loro volta, indicano gli spazi di intervento per l’attivazione di risorse private. E’ questa la missione manageriale in grado di apportare valore aggiunto al nuovo Pnrr del Governo Draghi”, ha concluso Mantovani.
CIDA è la Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato. Le Federazioni aderenti a CIDA sono: Federmanager (industria), Manageritalia (commercio e terziario), FP-CIDA (funzione pubblica), CIMO (sindacato dei medici), Sindirettivo (dirigenza Banca d’Italia), FENDA (agricoltura e ambiente), Federazione 3° Settore CIDA, FIDIA (assicurazioni), SAUR (Università e ricerca), Sindirettivo Consob (dirigenza Consob), Sumai-Assoprof (medici ambulatoriali).