Recovery Fund: CIDA, nel nuovo testo manca una 'governance manageriale'
Il ‘nuovo’ Recovery Plan, a giudicare dalle anticipazioni giornalistiche, appare più strutturato e coerente. Irrisolta però la scelta della governance del PNRR
Roma, 8 gennaio 2021 - Il ‘nuovo’ Recovery Plan, a giudicare dalle anticipazioni giornalistiche, appare più strutturato e coerente rispetto alle precedenti versioni: maggiori risorse, più investimenti e meno interventi redistributivi, migliore selezione dei settori dove intervenire.
Tuttavia, resta irrisolta la scelta della governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza, mancando la casella su chi avrà le responsabilità (e le capacità) di gestirlo. Lo ha detto Mario Mantovani, presidente di CIDA la confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità, commentando l’ultima versione del Pnrr.
“Ancora una volta manca un'idea di organizzazione e di ricorso alle competenze e prevale la propensione enunciativa, pur asciugata e snellita, rispetto alla necessità di formulare un ‘cronoprogramma’ con l’individuazione delle risorse, obiettivi, tempi di realizzazione e delle professionalità che dovranno seguire e verificare l’iter operativo".
"Fin dagli Stati generali della scorsa estate – ha aggiunto il presidente di CIDA – abbiamo insistito sulla esigenza di avere un approccio manageriale al Next Generation EU, fornendo suggerimenti, proposte concrete, messa a disposizione di capacità e competenze. Ma abbiamo ottenuto solo generici cenni di riscontro e poca voglia di un confronto diretto, nei contenuti, con le parti sociali. Confronto sul Pnrr che ci auguriamo si avvii al più presto, sia nelle aule parlamentari, sia nei tavoli sindacali.
Un altro aspetto che ci sembra diventato marginale rispetto alle intenzioni originarie, riguarda le riforme. Il Next Generation EU deve essere anche l’occasione per ammodernare la funzione amministrativa dello Stato: si rende quindi necessario reclutare, organizzare, formare le competenze manageriali e tecniche fondamentali, mettendole a disposizione delle Pubbliche Amministrazioni centrali e locali impegnate nei progetti, che non dispongono internamente delle professionalità adeguate e numericamente sufficienti per un simile impegno.
Una proposta ‘manageriale’ di gestione del Recovery fund, non può trascurare gli aspetti normativi, finalizzati anche a recuperare il tempo perduto nella vana attesa di task force con capacità taumaturgiche. Pensiamo alla revisione delle norme relative ai concorsi pubblici, per intervenire sulla qualità del processo di reclutamento e sui tempi di esecuzione e per definire Centrali d’acquisto e appalto dotate di competenze amministrative e tecniche per le principali tipologie.
Da ultimo, come CIDA, abbiamo deciso di indirizzare una ‘lettera aperta’ al Presidente del Consiglio per manifestare tutta la nostra preoccupazione sul rischio che, per ritardi organizzativi, per mancanza di competenze, per un eccesso di polemiche politiche, l’occasione storica del Next Generation EU possa sfuggirci. E’ una responsabilità che riguarda tutti, e i manager pubblici e privati non intendono stare a guardare. Non è pensabile che un Piano di tale portata sia calato e governato dall’alto, senza il coinvolgimento di manager, professionisti, esperti.
Al Governo spetta il compito di definire il modello di governance, non quello di sostituirsi alle forze più attive del Paese.” ha concluso Mantovani.
CIDA è la Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato. Le Federazioni aderenti a CIDA sono: Federmanager (industria), Manageritalia (commercio e terziario), FP-CIDA (funzione pubblica), CIMO (sindacato dei medici), Sindirettivo (dirigenza Banca d’Italia), FENDA (agricoltura e ambiente), Federazione 3° Settore CIDA, FIDIA (assicurazioni), SAUR (Università e ricerca), Sindirettivo Consob (dirigenza Consob), Sumai-Assoprof (medici ambulatoriali).