Verso la costituzione di un Osservatorio CIDA
Crisi della rappresentanza, crisi dei corpi intermedi, crisi delle classi dirigenti: il dibattito su queste tre "crisi" – diverse, ma con un denominatore comune – è di stretta attualità e trova spazio e si alimenta sulle pagine dei principali quotidiani. CIDA, come corpo intermedio, rappresentativo di interessi e di diritti ed espressione di una parte importante della classe dirigente di questo Paese, è profondamente chiamata in causa da questa discussione. Della quale non intendiamo essere solo spettatori, ma parte attiva, propositiva di idee e capace di fornire letture originali della crisi stessa e di indicarne soluzioni percorribili.
Giorgio Ambrogioni
Presidente CIDA
Come molti sapranno, sono mesi che in CIDA ci interroghiamo sul futuro della rappresentanza, sulla qualità che essa deve avere per tutelare e interpretare al meglio le istanze della base; sul livello e sulla capacità di essere valida interlocutrice dei decisori politici ed amministrativi. In breve, sono stati messi in discussione gli strumenti che sono alla base della nostra stessa rappresentatività, nello sforzo corale di individuarne le debolezze, esaltarne i punti di forza e trovare nuove risposte a nuove esigenze.
Da pragmatici quali siamo, questa ricerca è stata volutamente orientata ad esplorare il territorio più congeniale al dirigente e sul quale si misura ogni giorno nel suo impegno professionale. Ovvero il lavoro, in tutte le sue declinazioni e nella consapevolezza che gli strumenti di analisi finora applicati, risultano essere obsoleti o, addirittura, forieri di conclusioni errate tanto è cambiato lo scenario di riferimento. Certamente non mancano studi e ricerche sul futuro del mercato del lavoro, sulle criticità occupazionali soprattutto per i più giovani e sulle disfunzioni del nostro modello di welfare. Rispetto a questi cambiamenti è invece mancata una riflessione che andasse oltre i freddi dati statistici e le modifiche al quadro regolatorio.
Così come servono analisi più approfondite sulle tendenze demografiche o sulla necessità, in Italia, di superare definitivamente lo schema tradizionale del "capitalismo familiare", per avvicinarsi al modello più evoluto del "capitalismo manageriale", benché calato nella nostra realtà. Ovvero un capitalismo "maturo", non subalterno alla logica del profitto ad ogni costo ed alla visione di breve periodo, ma capace di tener conto, comunque, che in Italia il 99% delle imprese sono di medio-piccole dimensioni e che il 90% di queste è a conduzione familiare. Ebbene i dati ci dicono che, ogni anno, circa 80mila imprese affrontano il passaggio generazionale con effetti a volte devastanti: solo il 25% sopravvive al primo passaggio, il 14% al secondo ed appena il 5% passa indenne dal terzo. Una situazione che va necessariamente affrontata.
Per dare forza ed autorevolezza a questo sforzo di metodo e di merito, CIDA ha deciso di costituire, in collaborazione con ADAPT (Associazione per studi internazionali e comparati sulle relazioni di lavoro e industriali) e sotto la supervisione del prof. Michele Tiraboschi, un Osservatorio per fornire un durevole contributo alla costruzione di "ponti" verso il futuro e non la classica ricerca sul "lavoro che cambia" che esaurisce la sua funzione e forza propulsiva il giorno stesso della pubblicazione o della sua presentazione in un evento convegnistico o seminariale.
L’idea è quella della costituzione di un Osservatorio permanente sui cambiamenti d’impresa e del lavoro. Uno strumento che, su un impianto di base fisso, produca ogni anno un "rapporto aperto" di analisi e proposte che le alte professionalità del pubblico e del privato offrono al Paese.
Ciò significa posizionare al centro dell'azione di rappresentanza CIDA, uno strumento capace di fornire proposte originali e dare identità e senso di appartenenza: per un verso attivando dei percorsi di ascolto e di sintesi delle istanze e delle proposte dei propri associati, per l’altro istituendo una piattaforma aggregativa capace di intercettare interesse e partecipazione oltre l’attuale perimetro CIDA verso il mondo della politica, delle istituzioni, della ricerca, della formazione, della cultura.
Lo sforzo da compiere consisterà nel ricomporre dentro un disegno unitario i diversi frammenti che compongono le istanze dei nostri associati con la visione del gruppo dirigente: sullo sfondo un progetto di nuova rappresentanza in grado di parlare con tutto il Paese.
L'Osservatorio sarà chiamato a valorizzare le esperienze ed il sapere collettivo patrimonio delle Federazioni e dei manager di CIDA. Un ruolo importante lo avranno i territori come primo momento di analisi e raccolta delle diverse realtà, delle nuove esigenze e delle diverse aspettative che emergono dall’economia reale.