Politecnico di Milano, Giulio Natta e il premio Nobel
Nell’ambito del ciclo dedicato alla “Milano degli anni ‘50-‘60, Crocevia della Cultura” non poteva mancare il riconoscimento del contributo dato alla scienza dalla comunità scientifica milanese.
Mario Pinetto
Socio ALDAI-Federmanager
A rappresentare questo contributo non poteva essere che la figura del Prof. Giulio Natta, premio Nobel per la chimica nel 1963. Nell’incontro in programma il prossimo 9 ottobre, benché incentrato sulla figura del Prof. Natta, sarà dato spazio a ciò che era il Politecnico di Milano, ove ha insegnato e ha svolto le sue ricerche negli anni ‘50 e ’60. Il Politecnico aveva visto, proprio in quegli anni, un vistoso incremento delle iscrizioni, a cui contribuiva in modo sostanziale l’accesso agli studi universitari di studenti che spesso erano i primi, nelle loro famiglie, a fare ingresso nel mondo universitario, rappresentanti di categorie sociali che in precedenza non contribuivano allo sviluppo degli studi superiori.
Per meglio inquadrare lo scenario in cui il Prof. Natta operava, verrà brevemente trattato lo sviluppo dell’industria chimica in Italia nel periodo fra le due guerre e il dopoguerra. In particolare si illustrerà come nel periodo prebellico la spinta alla ricerca di nuovi materiali, ricavati dalle più diverse fonti per sopperire alla cronica mancanza di materie prime acuita dall’autarchia, contribuì a costruire una scuola di chimici, in particolare industriali e ingegneri chimici, orientati alla ricerca di base finalizzata a realizzare in tempi brevi l’utilizzo pratico delle scoperte. Scuola di chimici e ingegneri chimici, a cui il Prof. Natta apparteneva di “diritto”, che potè svilluppare tutte le sue potenzialità a partire dai primi anni ‘50, allorchè il petrolio, che nel frattempo aveva sostituito il carbone come materia prima di base per l’industria chimica, divenne facilmente disponibile e a basso costo.
Riguardo al Prof. Natta saranno forniti alcuni dati biografici soffermandosi sulla precocità della carriera, anche studentesca, si laureò Ingegnere a 21 anni. Verranno ricordate le sue capacità di chimico di largo spettro, in grado di operare nei più svariati campi di questa scienza, le sue capacità intuitive che gli permisero di capire la potenzialità di una ricerca di farle trovar spazio nell’applicazione industriale, le sue capacità manageriali che gli permisero sia di costruire una squadra di ricercatori giovani, talentuosi ed entusiasti sia, soprattutto, di stipulare accordi con le grandi industrie, in particolare la Montecatini, ottenendo i finanziamenti adeguati agli sforzi di ricerca. Questa collaborazione tra università pubblica e industria privata, permise di effettuare ricerche che valsero a Natta l’assegnazione del premio Nobel e un notevolissimo ritorno industriale per l’investitore. Questa forma di cooperazione rappresenta tuttora un unicum di fruttuosa collaborazione fra Università e mondo dell’industria. Uno spazio adeguato verrà riservato alla descrizione delle ricerche che portarono all’assegnazione del premio Nobel, ricerche che portarono alla scoperta del metodo per ottenere polimeri dapprima da propilene in seguito da butadiene ed anche copolimeri etilene propilene. Il metodo consisteva nel far reagire la molecola di base, nel caso propilene e poi butadiene, in presenza di catalizzatori costituiti da alluminio trietile e cloruri di titanio, il tutto a bassa pressione e basse temperature, implicando quindi bassi costi di produzione industriale. Si tratterà delle due grandi intuizioni di Natta: la prima fu capire le potenzialità dei risultati delle ricerche del professor Ziegler, del Max Planck Institut di Muehlheim an Ruhr, sull’ottenimento di polietilene operando a bassa pressione con i catalizzatori suddetti, convincendo la Montecatini all’acquisto delle licenze per l’utilizzo dei brevetti del Prof. Ziegler, la seconda fu applicare la stessa tipologia di reazione al propilene per ottenere polipropilene. Ci si soffermerà in particolare sui risultati conseguiti nel 1954, anno definito magico da alcuni collaboratori di Natta, risultati che la comunità internazionale degli operatori nel campo dei polimeri definì “A revolution in the Polymer Science” e che condussero all’assegnazione del premio Nobel al 50% ai Proff. Natta e Ziegler nel 1963. In quel 1954 fu ottenuto in laboratorio, in modo costantemente ripetibile, un polimero cristallino da propilene avente caratteristiche meccaniche e di resistenza al calore che sino ad allora non si erano registrate.
La presenza nel team di Natta di validissimi strutturisti chimici esperti in cristallografia permise di scoprire la particolare struttura nello spazio della macromolecola del polipropilene ottenuto con il tipo di reazione descritta. In quel momento la stereochimica delle macromolecole fece un enorme balzo in avanti, fu anche introdotta una nuova terminologia. Il polipropilene con questa caratteristica struttura molecolare fu definito Isotattico, termine in seguito accettato e utilizzato in tutto il mondo. Seguendo gli stessi schemi di reazione, furono in seguito ottenuti polimeri Isotattici da butadiene e copolimeri da etilene propilene, ambedue utilizzabili per la produzione di gomma sintetica. Altrettanto importante fu il rapidissimo passaggio dalla fase di ricerca di laboratorio alla fase di impianto pilota ed infine di impianto industriale. Già nel 1957 entrava in produzione il primo impianto polipropilene su scala semindustriale, seguito l’anno dopo dal primo di polibutadiene; risultati che anche ora sarebbero considerati eccezionali. Infine si porrà l’accento su come le scoperte di Natta abbiano avuto una rilevante influenza nei più svariati campi per esempio: industria automobilistica, produzione cavi elettrici, pneumatici, edilizia, ecc., nonché nella nostra vita di tutti i giorni. Da ultimo si farà un breve cenno a cosa i brevetti del Prof. Natta rappresentarono per la Montecatini, divenuta poi Montedison, per la quale divennero un punto fisso da cui sviluppare le proprie strategie, in particolare nei momenti difficili.
SAVE THE DATE
L'incontro si terrà in ALDAI
sala Viscontea Sergio Zeme – via Larga 31 – Milano
mercoledì 9 ottobre alle ore 17:00
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