L'Ultima Cena dopo Leonardo
Quest’anno ricorrono i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci e la città di Milano è pronta a celebrare il Genio nel migliore dei modi possibili.
Intervista a Silvana Menapace
La Fondazione Stelline è presente nel palinsesto ufficiale con la mostra L’Ultima Cena dopo Leonardo (dal 2 aprile al 30 giugno 2018) e ha anche partecipato attivamente, insieme al Comune di Milano e con il sostegno della Regione Lombardia, al road show di presentazione del ricco programma di eventi che è partito dalla Morgan Library & Museum di New York, è arrivato alla National Gallery di Londra, per poi proseguire a Parigi e Berlino.
“L’appuntamento londinese ha registrato il tutto esaurito”, ci ha raccontato Silvana Menapace, consigliere del board di Fondazione Stelline in delegazione alla National Gallery di Londra. “È stata una serata nel segno della contaminazione culturale, vero elemento distintivo del lascito di Leonardo oltre che fattore di sviluppo che consacra Milano come una delle migliori capitali del mondo, confermandone anche la vocazione turistica”. Più precisamente che cosa si sta preparando alle Stelline per questa grande occasione di celebrazione di Leonardo? “La proposta della Fondazione è una grande mostra internazionale” ha proseguito la dr.ssa Menapace “Un percorso espositivo che prevede la presenza di figure chiave della scena artistica contemporanea, come Anish Kapoor, Robert Longo, Masbedo, Nicola Samorì, Wang Guangyi, Yue Minjun. I sei grandi artisti internazionali, di diversa tradizione culturale, hanno riletto il tema dell’Ultima Cena a partire dalla raffigurazione che ne ha dato Leonardo, facendone una delle espressioni più alte della nostra cultura: invito tutti i nostri associati a venire a vederla”.
L’Ultima Cena dopo Leonardo, evento di apertura dell’ArtWeek2019, ha l’obiettivo di rimarcare come l’opera di Leonardo continui a contaminare l’arte contemporanea. Trattandosi di una figura geniale e poliedrica, il suo pensiero e il suo lavoro si prestano pertanto a fornire spunti per sviluppare linguaggi nuovi e per affrontare tematiche classiche in modo innovativo.
A partire dal dipinto di Leonardo, la mostra mette in gioco un originale dialogo tra oriente e occidente. Come spiega il curatore Demetrio Paparoni, le presenze in mostra rispondono a precisi criteri: Anish Kapoor è l’artista che più di ogni altro incarna lo spirito leonardesco, incentrando la propria ricerca sul rapporto tra arte e scienza, tra sparizione e apparizione della forma; Robert Longo è l’artista americano che ha ridefinito in chiave attuale una rilettura dei capolavori del passato, facendone espressione del presente. Rendendo palpabile il tema della morte biologica della pittura, Nicola Samorì affronta la narrazione di opere classiche, caricandole di nuovi significati; gli artisti multimediali Masbedo focalizzano la loro attenzione sulle mani di Pinin Brambilla Barcilon, la restauratrice che ha salvato l’Ultima Cena di Leonardo in oltre 22 anni di costante e ininterrotto lavoro. E ancora, Yue Minjun indaga il tema della confusione della mente attraverso l’impenetrabilità dell’immagine sacra; Wang Guangyi, in un grande polittico di sedici metri, che è la più importante rappresentazione dell’Ultima Cena realizzata in tempi recenti in Cina e mai esposta in Occidente, sovrappone l’iconografia leonardesca al paesaggio e alla tecnica pittorica tradizionale cinese del Wu Lou Hen.