Albania terra di conquista

Le imprese italiane portatrici di sviluppo economico e sociale in un Paese che ha superato il fenomeno dell’emigrazione degli anni ’90.

Piazza Skanderbej - Tirana - Albania

Giuliana Gagliardi

Oltre quattrocento le imprese italiane che, dal 2008, sono approdate in Albania aggiudicandosi contratti milionari. Le sole centrali idroelettriche, dislocate nelle zone montuose e valli, ricche di acqua e nevai, costituiscono un ottimo investimento nel settore energetico a basso impatto ambientale. I settori “forti” sono l’immobiliare, le infrastrutture, le comunicazioni, l’alimentare, il tessile, la meccanica, i servizi. Si sono affermati anche qui i grossi nomi del fashion Made in Italy: Armani, Gucci, Versace, Zegna.
Casa Italia, megastore di Tirana, è una vetrina dei nostri brand di prestigio legati alla moda e agli accessori di lusso.   Il mercato è favorevole grazie alla presenza di nouveaux riches, come il tycoon Kastrati, il re delle pompe di benzina diventato uno degli uomini più ricchi d’Europa.
Da parecchi anni ormai l’Albania ha dimostrato di saper accogliere le nostre aziende offrendo condizioni vantaggiose: bassa pressione fiscale (15%); basso costo della manodopera e degli impiegati – molti stipendi arrivano ad appena 350-400 euro al mese, un operaio specializzato a 500 euro mensili – rapporti sburocratizzati con l’ente pubblico, facile acquisizione dei permessi per l’insediamento di nuovi stabilimenti. Nel settore turistico non si pagano le tasse per alcuni anni in cambio di avviamento delle attività. I nostri manager sono fra i più richiesti e apprezzati.
L’Albania, piccolo Stato con meno di quattro milioni di abitanti residenti e circa dieci milioni di emigrati in ogni parte del mondo, ha una superficie che equivale a parte del Piemonte e della Lombardia messi insieme. Nonostante le sue piccole dimensioni, questo Paese ha una natura ricca con mare, laghi e montagne che offrono l’occasione di fare turismo in un contesto bellissimo e poco costoso. Governata attualmente da una maggioranza socio-democratica, l’Albania ha un passato storico che la lega all’Italia per via dell’occupazione durante la Seconda Guerra Mondiale.
Ancora oggi l’80% della popolazione parla l’italiano e i rinnovati rapporti di vicinanza con il nostro Paese sbiadiscono il ricordo dell’immigrazione di albanesi negli anni Novanta, quando i barconi stracarichi di giovani approdavano sulle coste della Puglia. Le cose sono cambiate. Di albanesi nel nostro Paese ve ne sono ancora circa 700mila. Il fenomeno, quello che fa discutere, è il contributo degli italiani allo sviluppo economico e sociale dell’Albania. Questa terra offre molto lavoro a chi con il business ci sa fare davvero.
Pensiamo alle società di call center che, a causa di esuberi, stavano per chiudere in Italia e alle imprese impegnate nello sviluppo delle infrastrutture. I manager italiani trovano in Albania opportunità di lavoro, contribuendo allo sviluppo economico e sociale.
Claudio Blasutta

Claudio Blasutta


Ne parliamo con Claudio Blasutta, presidente di HPTooling, un’impresa di Ivrea che si occupa di meccanica di alta precisione. “Per cominciare ci vuole molto coraggio e molta voglia di lavorare – dice l’ingegner Blasutta, classe 1948, laurea al Politecnico di Torino e una lunga esperienza nel contesto Olivetti – in Albania le occasioni non mancano; i nostri manager lavorano, soprattutto, per le Pmi o piccole aziende sbarcate dall’Italia alla ricerca di un contesto favorevole. Molte – prosegue l’ingegnere – le multinazionali di servizi: call center; Avis; Europassistance. Il settore portante resta comunque l’immobiliare che è davvero remunerativo, con la carpenteria di medie e grandi dimensioni.

Quali sono le opere più importanti realizzate dalle imprese italiane in questi anni?
Centrali idroelettriche da 64 MW  che, da sole, basterebbero a illuminare una città come Milano; dighe, reti ferroviarie e stradali come la superstrada che da Tirana porta in Kosovo. L’imprenditore italiano si è aggiudicato il settore delle comunicazioni in pochi anni. Consiglio di visitare l’aeroporto di Rinas, Tirana, dedicato a Madre Teresa di Calcutta. Si tratta di una struttura supermoderna in cui si vede la mano di noi europei. Facile da raggiungere – dall’aeroporto Malpensa di Milano si arriva a Tirana in settanta minuti di volo – questo Paese ha una situazione politica che possiamo definire“tranquilla”, fuori dall’OCSE e antieuropeista. Per contro, il presidente, il socialdemocratico Edi Rama, amico della Merkel e convinto europeista e incoraggia sempre più la presenza italiana. 
I finanziamenti – spiega Blasutta – sono notevoli e, ovviamente, molto ambiti in un Paese la cui moneta è fra le più deboli d’Europa; ci vogliono ben 132 Lec (la moneta nazionale) per fare un euro. L’Albania possiede anche un sottosuolo ricco di materie prime che costituiscono la fortuna dei nostri costruttori: cromo, basalto, bitume – con cui sono  lastricate  le strade di Parigi - sono da noi utilizzati in vasta misura”.

L'azienda di cui è consulente - PEWInternational  - che progetti ha nell’immediato futuro?
Abbiamo stretti rapporti con la Lezha KonstruKtion che costruisce dighe e centrali elettriche e grandi opere immobiliari e altre grandi aziende del settore che costruiscono dighe. Con loro stiamo realizzando due torri, che si i eleveranno per 32 piani, di cui l’ultimo girevole. Saranno dotate di apparati di sicurezza molto sofisticati e avranno energia autorigerenerante e non inquinante.

Sappiamo che voi siete presenti in Albania anche con il riciclaggio di materiali inertizzati. Di che si tratta?
Noi recuperiamo olio usato e lo rendiamo atossico e riutilizzabile come lubrificante industriale.

Ciò che più le sta a cuore?
Mi sono innamorato di questo Paese, così come mi sto affezionando anche  al Montenegro, altra area del mondo in forte espansione grazie alla presenza di noi italiani. Vorrei realizzare delle belle strutture per il turismo. Ci sono montagne stupende ma nessuna ricettività per chi volesse andarci in vacanza. Il lago Kukes, il più antico d’Europa, si presta ad accogliere villaggi. Realizzeremo, entro il 2019, un villaggio di case prefabbricate, stilizzate secondo la tradizione albanese per non deturpare il paesaggio. Le fornirà una ditta del bresciano. Vi sono poi chilometri di coste con spiagge sabbiose e acque limpide e territori al Sud, verso Valona e Cavaje, molto adatti all’agriturismo. Vediamo… il lavoro non manca.

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